sabato 31 dicembre 2016
FB secondo Marco Aurelio
Ho trovato questa citazione dai 'Pensieri' di Marco Aurelio; mi pare adatta al mondo di fb, che vive del parere-approvazione altrui:
"Mi sono spesso chiesto come sia che ogni uomo ami se stesso più di tutti gli altri uomini, e tuttavia conferisca meno valore alla propria opinione su se stesso che all'opinione degli altri. Se un uomo qualsiasi mi disprezza, è un suo problema. La mia unica preoccupazione sta nel non fare o dire una qualsiasi cosa che meriti disprezzo."
Grazie
ph carlozanzi
Ho ricevuto più di quanto ho dato, quindi la parola per me più adatta è grazie. A chi si sente coinvolto regalo questo cielo, un tramonto varesino del dicembre 2014.
(cliccate sulla foto per ingrandirla)
Ho ricevuto più di quanto ho dato, quindi la parola per me più adatta è grazie. A chi si sente coinvolto regalo questo cielo, un tramonto varesino del dicembre 2014.
(cliccate sulla foto per ingrandirla)
I 97 di Ferdi
A 97 anni è morto Ferdi Kubler, ciclista elvetico che vinse parecchio, compreso un Tour de France, ma soprattutto vinse il Campionato del Mondo che si disputò a Varese nel 1951, bruciando in volata, all'Ippodromo delle Bettole (foto) gli italiani Magni e Bevilacqua. Ciò che mi stupisce non è che sia morto, ma che sia morto a 97 anni, e spiego. Il ciclismo professionistico è sport che logora, prosciuga il fisico, costringe a fatiche enormi. Inoltre già allora vi erano modalità di 'aiuti', che certo avevano delle controindicazioni. Che Ferdi sia arrivato a 97 anni, per un ciclista, credo sia un'eccezione. E non credo sia per merito dello sport perché -come ho già scritto più volte- lo sport professionistico non fa bene alla salute.
venerdì 30 dicembre 2016
Creature di un giorno
E sì, questo libro proprio ve lo consiglio, lo consiglio ai miei coetanei sessantenni ma anche ai più giovani. 'Creature di un giorno' cioè la vicenda narrativa di incontri terapeutici con il noto psicanalista e scrittore californiano Irvin D. Yalom, due, tre, quattro sedute, storie di vita e di morte, regalate al lettore con una scrittura semplice, avvincente, poetica. Chi pensa alla morte, a come vivere la morte, chi si lamenta perché è sfigato e capitano tutte a lui, chi pensa di saper guardare dentro di sé, chi vuole imparare a guardare nel proprio conscio e inconscio, chi vuole rinnovare la propria vita, chi ha bisogno di capire come sopravvivere in situazioni davvero tragiche....un libro direi indispensabile. Certo lo è stato per me.
Bilancio 2016
Ho
fatto un rapido bilancio del mio 2016 sportivo, ma non vorrei si pensasse che
per me conta solo lo sport, quindi tiro una somma più complessiva. Senz’altro l’evento
più positivo dell’anno ormai all’epilogo è stata la nascita, il 31 gennaio, di
mio nipotino Tommaso (eccolo in foto, affamato di vita e di pappa), mentre un
evento familiare triste è stata la morte della gatta Amelie, 11 anni con noi. Sul
fronte salute non mi posso lamentare, e nemmeno sul fronte lavorativo. La
ritengo una gran fortuna il fatto di insegnare ancora con piacere: dover vivere
con pena e fatica gli ultimi anni come prof sarebbe un gran peso, per me e per
chi è costretto a sopportarmi. La scrittura mi ha regalato la soddisfazione di
due libri pubblicati nel 2016…e, caparbiamente e piacevolmente, continuo a
scrivere. Su Dio non mi pronuncio: prego.
Ho
ampi margini di miglioramento, soprattutto sul fronte dell’amore fraterno, e poiché
il tempo stringe, non devo perdermi in chiacchiere.
Guerre corporali
ph carlozanzi
Scendendo
a piedi dal viale delle Cappelle, pensavo ai casi di meningite mortale, all’influenza
che dilaga di questi tempi, immaginavo la lotta quotidiana, che avviene in
ciascuno di noi, fra virus-batteri molesti e le nostre difese, naturali e
artificiali. Una lotta cruenta, microrganismi con le armi fra i denti. Non
Guerre Stellari, ma guerre corporali. E pensavo anche alla guerra, sul terreno
di battaglia che siamo noi, fra buoni e cattivi pensieri, fra ipotesi di
mollare, lasciandosi andare alla deriva, e voglia-necessità di resistere: una
costante lotta interiore, che si rinnova di giorno in giorno, di momento in
momento.
Sarà
mai, per l’uomo, un tempo di pace?
giovedì 29 dicembre 2016
Con Bebe
ph roberto bof
Era
una domenica di febbraio del 2015, ero al Palazzetto dello Sport per la partita
di basket quando, all'intervallo, il mio amico Robi Bof mi chiamò, dicendomi che doveva farmi un
regalo. Mi presentò questa ragazza, allora aveva 17 anni, immaginando che la
conoscessi, visto che era un’atleta disabile nota…ma nota soprattutto a
Robi, grande amico delle persone diversamente abili. Io non la conoscevo, mi
diede la mano e capii che aveva una protesi, la mano era di plastica. Rimasi
così così, sorpreso anche dal quel bel viso macchiato dalle cicatrici. I suoi
occhi chiari brillavano. Un bel sorriso, una ragazza di bassa statura, vivace:
mi disse poche cose, una foto e se ne andò col Bof. Il 2016 ha detto non solo
agli italiani chi è Beatrice Bebe Maria Vio, oggi nominata ‘Italiano del 2016’…italiana
che ha vinto le Paralimpiadi di Rio, che è stata a cena con Obama e che ha dato
più volte dimostrazione della sua straordinaria forza, un elan vital che mi fa un gran bene. E non a me soltanto.
Fiaccolata al Sacro Monte
ph carlozanzi
Sono
senz’altro un tipo individualista, che non è sempre sinonimo di egoista. Sono
solitario per carattere, il che non significa che non viva, a mio modo, il
sentimento di appartenenza ad un luogo e ad una comunità. Senz’altro è viva l’appartenenza
alla mia famiglia, ma chi mi conosce sa che amo la mia città, il mio territorio
e che cerco di valorizzarlo con gli strumenti a me più congeniali. Stamani,
come sua abitudine, l’amico Mario, grande amico del Sacro Monte, mi ha tirato
le orecchie, rimarcando il fatto che non sono solito partecipare alle
iniziative che lui, con altri, organizza alla Madonna del Monte. “Se non
partecipa uno come te” mi ha detto, “che sei sempre qui al Sacro Monte…”
Capisco che chi organizza un evento vorrebbe il tutto esaurito, e non capisce
il perché uno non debba parteciparvi, ma io preferisco scrivere una poesia sul
Sacro Monte...che ci posso fare? Comunque non è detto che stasera, giovedì 29
dicembre, non mi ritrovi alle 20 alla Prima Cappella, per partecipare alla
Fiaccolata di Natale. Si arriverà in cima, alla piazzetta Paolo VI, verso le
21.30, e lì vi saranno i saluti dell’Arciprete del Sacro Monte e del
borgomastro di Varese, quindi vin brulè e panettone per tutti e, in aggiunta,
cotechino e lenticchie, con offerta per i terremotati, preparati dal Gruppo Alpini
di Varese.
mercoledì 28 dicembre 2016
Un anno di sport: 2016
E’
tempo per me di bilanci sportivi. Non starò qui a tediarvi con statistiche, km
percorsi, salite eccetera...credo interessino solo me. Ma qualcosa voglio
scrivere a riguardo. Avevo tre obiettivi sportivi per il 2016, uno è sempre lo
stesso da anni, riuscire a ritagliarmi un’oretta per lo sport, se non tutti i
giorni, quasi. E sono riuscito, non 365 giorni su 365 ma ne ho saltati pochi, credo
una trentina. Di questo voglio ringraziare la mia salute e l’ora a disposizione
tutti i giorni. E poiché sono solito ringraziare Dio per le cose belle, Lo
ringrazio per questo, e ringrazio le persone che mi hanno permesso di fare
sport. Poi avevo un secondo obiettivo, in bici allo Stelvio dal versante
altoatesino, e anche questo è stato raggiunto, sebbene con un crono piuttosto
modesto...però i piedi a terra non li ho messi e non mi sono mai fermato. Infine
i tiri liberi: ne dovevo fare 60 di fila e ne ho fatti 53. Non problem, saranno
61 nel 2017. Un’ultima cosa. Qualcuno vedendomi dice che sono fortunato perché
sono magro e dice che ciò dipende dai geni, dalla costituzione fisica: balle!
Se sono magro, diciamo pure un po’ in forma lo devo allo sport, al movimento
che pratico anche la mattina coi ragazzi, con costanza quasi maniacale.
W lo sport!
Il sogno ha la mano calda
Stamani,
intorno alle 6 e 30, ho vissuto un sogno davvero singolare. In genere ricordo i
sogni che faccio dopo aver fatto colazione, alle 5.45, ed essere tornato a
letto. Negli ultimi anni ricordo meglio i sogni, ho fatto esperienze oniriche
interessanti (accorgermi che sto sognando e non riuscire a svegliarmi, una
volta addirittura ho cercato di svegliarmi e mi sono svegliato, ma in un secondo
sogno….) ma quella di stamani è davvero nuova. La faccio breve, evito i
particolari, dirò solo che mi sono trovato davanti, sulla soglia di casa sua,
mio suocero Elio, morto quattro anni fa. Mi sono detto: ‘Ma allora sto sognando…’
e ho cercato di svegliarmi. Non ci sono riuscito, la scena era realissima, Elio
stava in silenzio e gli ho chiesto: ‘Come stai?’ e lui ha sorriso, allora
volutamente ho allungato la mano, volevo toccarlo, e lui ha stretto la mia…la
sua mano era lì, la sentivo, calda….immaginavo che mi sarei svegliato subito e
invece stringevo la sua mano e non mi svegliavo…ho cercato di dire qualcosa ma
poi il sogno è svanito. Un sogno che mi ha fatto riflettere. Che mi ha lasciato
trasognato!
martedì 27 dicembre 2016
OJM Varese-Umana Reyer Venezia: 60-73
ph carlozanzi
Certo,
il nuovo coach Attilio Caja (foto) non avrebbe dovuto incontrare Venezia alla
prima uscita, una Reyer seconda in classifica, con una striscia positiva
impressionante. Ma questo è toccato ad Attilio. Avrà gioito (ed è umano) l’ex
coach Paolo Moretti: in fondo è stato rivalutato il suo lavoro. Fatto sta che
la OJM rimedia una figuraccia, riscattata solo parzialmente nel finale. Si parte
con una bella triplozza di Maynor, ma si ferma poi tutto lì, e finiamo il primo
quarto già sotto di 12: 12-24. Il nuovo acquisto Dominique Johnson (foto)
praticamente non si vede. Manca Eyenga (squalificato) e si sente. Il secondo
quarto è una debacle, i veneziani segnano a raffica, precisi dal perimetro,
Anosike prende rimbalzi e poco più, Kangur difende ma non segna mai. Caja
chiama time-out e avrà detto ai suoi: ‘Ragazzi, salviamo almeno la faccia,
fuori gli attributi!’ Finisce 23-40 a metà gara. Le note positive del terzo
quarto sono un certo risveglio di Pelle e la carburazione progressiva di Johnson,
che comincia a prenderci gusto. In ogni caso il risultato non cambia: 37-57,
ben venti punti sotto. E manca un solo quarto. Nell’ultimo periodo Maynor pare
piuttosto cotto, mentre risorge e domina Dominique (Johnson), che in poco tempo
segna e segna sino ad arrivare a 23 punti conclusivi. E’ il solo segnale
incoraggiante in un match scoraggiante. Comunque Venezia molla un po’ e noi un
poco ci avviciniamo, finirà infatti 60-73. La faccia è salva, l’onore così
così, e ora dovremo dare tutto il 2 gennaio con il fanalino di coda Cremona...per
non finire in testa-coda anche noi!
Forza
Varese!
Auguri in cartoncino
ph carlo meazza
Di anno in anno gli auguri in cartoncino si fanno merce rara. Ormai sono tutti auguri virtuali, cartoncini che ci salutano dallo schermo di un pc. Anni fa ne ricevevo decine, oggi si contano sulle dita di una mano. Ma tre mi arrivano sempre: quelli del Centro Culturale di Velate, quelli dell'ex prevosto Mons. Gilberto Donnini e quelli, originali, dell'amico vicesindaco Daniele Zanzi, grande amante degli alberi. Ecco quelli del 2016, con immagine rigorosamente di Carlo Meazza.
Grazie a questi amici, che preferiscono il cartoncino d'antan, ottimo ad esempio come segnalibro. Così uno si ricorda a lungo di loro.
Di anno in anno gli auguri in cartoncino si fanno merce rara. Ormai sono tutti auguri virtuali, cartoncini che ci salutano dallo schermo di un pc. Anni fa ne ricevevo decine, oggi si contano sulle dita di una mano. Ma tre mi arrivano sempre: quelli del Centro Culturale di Velate, quelli dell'ex prevosto Mons. Gilberto Donnini e quelli, originali, dell'amico vicesindaco Daniele Zanzi, grande amante degli alberi. Ecco quelli del 2016, con immagine rigorosamente di Carlo Meazza.
Grazie a questi amici, che preferiscono il cartoncino d'antan, ottimo ad esempio come segnalibro. Così uno si ricorda a lungo di loro.
Mamma mia!
In
un mio raccontino, dal titolo W LA MAMMA, sottolineavo il fatto che per solito
si chiama la mamma nei momenti di grave difficoltà, il suo aiuto in carne ed
ossa quando siamo piccoli, quello sperato, magari dal cielo, quando siamo
adulti. Stamani, al Sacro Monte, una coppia già in età mi ha fatto notare che
la mamma si chiama anche in altri momenti, con un’esclamazione ricorrente. Lui
a lei: “Ma quanto rompi, mamma mia!” Incurante del luogo, anziché –come si usa
fare da quelle parti- implorare la Mamma di Gesù, l’uomo ha riportato in terra
la sua di madre. E di solito il mamma mia! è a conclusione di una frase niente
affatto carina, lo sfogo finale di uno scatto d’ira. Perché mamma mia e non
papà mio? In effetti tutte quelle emme di fila rendono musicale, poetico,
immediato il ricorso alla mamma. Ma perché la si cita? La si chiama in causa?
Credo perché serve ad addolcire un po’ la cattiveria, la mancanza di
self-control. Terminare con una parolaccia allontanerebbe ancor più i due
contendenti.
lunedì 26 dicembre 2016
Paint the love
Fra i regali che ho ricevuto a Natale, questo di Manuela Huber è senz'altro fra i più graditi. Si tratta di un libro di due sedicesimi, dal titolo 'Paint the love you have inside' (Colora l'amore che hai dentro). Si tratta di una collezione di disegni realizzati da Manuela, ispirati dalla musica di Marco Mock Zanzi, suo grande, fraterno amico. Una vera sorella per mio fratello, che ha saputo ascoltarlo, capirlo nel tempo sofferto della malattia, e che a sua volta ha ricevuto da Mock ascolto e comprensione. Un lavoro commovente e prezioso, che mi riporta Marco.
Fra preparazione e smaltimento
ph carlozanzi
Sabato 24 dicembre, pomeriggio, rizzàda deserta: i varesini preparano il cibo.
Lunedì 26 dicembre, pomeriggio, rizzàda affollatissima: i varesini smaltiscono il cibo.
Quattrocento anni fa era il pane spirituale ad indirizzare verso la via della Madonna del Monte; oggi prevale quello di mollica e crosta.
Sabato 24 dicembre, pomeriggio, rizzàda deserta: i varesini preparano il cibo.
Lunedì 26 dicembre, pomeriggio, rizzàda affollatissima: i varesini smaltiscono il cibo.
Quattrocento anni fa era il pane spirituale ad indirizzare verso la via della Madonna del Monte; oggi prevale quello di mollica e crosta.
Monviso
ph carlozanzi
ph toni farina
Il mio Monviso e quello di Toni Farina, che si specchia nel Po, fotografato dal ponte di Casalgrasso.
ph toni farina
Il mio Monviso e quello di Toni Farina, che si specchia nel Po, fotografato dal ponte di Casalgrasso.
domenica 25 dicembre 2016
Un Presepe di famiglia
Manca ormai poco alla mezzanotte. Anche questo Natale se ne va. Mi piace concludere la giornata con un pensiero al nostro presepe di famiglia e a chi lo ha realizzato e lo rinnova di anno in anno, cioè Carla. Ed è proprio un presepe familiare, perché le statuine ci rappresentano. Si parte da sinistra, cioè dal calicantus che raccolgo il giorno di Natale. Poi ci sono i Magi, quattro: oro, incenso, mirra e cioccolato (come dice Rebecca Zoe). Poi abbiamo tre personaggi non di famiglia (una donna velata, un contadino e una pastora con le pecore) e poi si attacca con il nucleo familiare: nonna Anita e nonno Mario, Stefano e Maddalena il giorno delle nozze, poi Maddalena incinta e infine il piccolo Tommaso. Poi ci siamo io e Carla, con le nostre tre figlie piccole. Quindi i personaggi principali: Maria, Giuseppe e Gesù Bambino. Il bue e l'asino, e infine Umberto e Valentina con in braccio la piccola Rebecca, e poi addirittura tre versioni di Rebecca Zoe, una con le alucce d'angelo. Infine un angelo volante e la stella cometa. Statuine in Dash, colorate con acquerelli.
se si clicca sulla foto, l'immagine si ingrandisce e si capisce meglio
sabato 24 dicembre 2016
Auguri, Carletto
Felice compleanno al mio amico Carlo detto Carletto Maroni (secondo da destra), gambe e polmoni di ottima qualità.
Auguri, Paolo
Felice compleanno (e, naturalmente, ci mettiamo anche il Buon Natale) al mio amico Paolo, grande amico di Mock.
Orizzonte
ph carlozanzi
Questa notte, durante la Messa di Natale, il sacerdote ha iniziato la sua omelia con parole a me assai care: "L'immagine che meglio rappresenta il Natale è quella del tramonto, i tramonti che noi di Casciago ammiriamo, con il Monviso che si staglia all'orizzonte. Tramonti rossi di fuoco. E' questo per me il Natale: il cielo che incontra la terra, la terra che incontra il cielo...."
Questa notte, durante la Messa di Natale, il sacerdote ha iniziato la sua omelia con parole a me assai care: "L'immagine che meglio rappresenta il Natale è quella del tramonto, i tramonti che noi di Casciago ammiriamo, con il Monviso che si staglia all'orizzonte. Tramonti rossi di fuoco. E' questo per me il Natale: il cielo che incontra la terra, la terra che incontra il cielo...."
Così in alto
Ho l'impressione che fra poco vedremo anche il mio ex alunno Gianmarco Gaeta (5° da sinistra) così in alto..se già non ci arriva!
Un presepe monco
In un noto, piccolo ristorante varesino, è stato realizzato un presepe assai singolare: non c'è capanna, non ci sono Maria, Giuseppe e neppure Gesù Bambino. Alla domanda sulle ragioni di tale assenza, il proprietario ha risposto con una domanda: "Maria, Giuseppe, Gesù? E perché?" Per qualcuno, l'ovvietà della risposta non è tale. Del resto ciascuno, a casa sua, fa ciò che vuole.
I conti che non tornano
Come
mi piacerebbe poter dire che i conti tornano, poter rivivere quella serenità
interiore: una bella confessione, il cuore in pace, buoni propositi, la
certezza di una Nascita. Ma alla mia età non puoi far quadrare i conti con parole
e gesti rassicuranti. La mia è un’età piena di pretese. E’ un’età che fa una
gran fatica a credere a certe prediche, a chinare il capo al Mistero. Certo che
la testimonianza di Attilio, padre di Fabio, portata stamani alla Messa, 11
anni dalla morte di quel giovane figlio…certo che tutti quegli amici di Fabio
in preghiera….non che i conti tornino, ma è come se le loro mani si unissero
per farmi piegare il capo, accettare, cedere. Una resa al destino che non
capisco. Oppure mettiamola così: c’è anche un po’ di rabbia, perché la fede
forte (che vorrei) non la si acquista per volontà, non è che uno fortemente
vuole e fortemente ha fede. E’ una via diversa. E non basta neppure il bisogno
(che pure ho) di essere salvato. Certo è che, per me, i conti, neppure a
Natale, tornano. Uno alla fine li fa tornare per forza, ma è una forzatura.
Natale è, per me, un giorno come un altro, perché i miei giorni sono tutti un
po’ Natale, Pasqua, incredulità, morte, fatica e resurrezione.
Anche in dialetto si dice calicantus
ph carlozanzi
Calicantus
di carlozanzi
Giaculatòri
da pass
sùra
la gropa dul mött
d’ra
Madòna dul Munt.
Fregüj
da fiòca
e
pass cüsì insema
cuntra
‘l ciel da calcìna.
In
dul frècc, nissün:
frignà
da scurbàtt,
buià
da can
e
la fiòca, tic toc,
sùra
föj secch e ramm scür.
La
santèla d’Urùnc,
sentée
da giazz
a
stücà i crepp,
rüg
prufùnd d’ra rizzàva.
Rampèga
la strava,
‘na
capèla drèe l’altra,
rusàri
mes’cià cunt ul bufà
sübit
vapùur.
Remigà
d’uraziùn
e
‘n calicantus:
prufümm,
dumà saür,
vena
da föögh nel cöör giazà,
sàbat
da primavera,
Natàl
da lüüs.
3^
classificata Poeta Bosino 1999
Calicantus
Giaculatorie
di passi
sopra
la groppa della collina
della
Madonna del Monte.
Briciole
di neve
e
passi cuciti insieme
contro
il cielo di calcina.
Nel
freddo, nessuno:
frignare
di corvi,
abbaiare
di cani
e
la neve, tic toc,
sopra
foglie secche e rami scuri.
La
cappelletta di Oronco,
sentiero
di ghiaccio
a
stuccare le crepe,
rughe
profonde della rizzada.
Arrampica
la strada,
una
cappella dietro l’altra,
rosario
mischiato con il soffiare
subito
vapore.
Borbottare
di orazioni
e
un calicantus:
profumo,
solo sapore,
vena
di fuoco nel cuore ghiacciato,
sabato
di primavera,
Natale
di luce.
venerdì 23 dicembre 2016
Veni per Mariam
ph carlozanzi
Vado sempre volentieri a fotografare il Presepe vivente, organizzato ormai da molti anni dagli Scout Varese 2 e da AVSI in centro città. Non mi fermo alla rappresentazione teatrale serale in piazza San Vittore, quest'anno 'Veni per Mariam', per la regia di Andrea Chiodi. In genere sono in bici, non posso tornare al buio, e poi dico la verità: mi basta l'entusiasmo dei bambini, dei giovani, per tornare a casa non dico felice (che parolona!) ma lievemente rinfrancato.
Vado sempre volentieri a fotografare il Presepe vivente, organizzato ormai da molti anni dagli Scout Varese 2 e da AVSI in centro città. Non mi fermo alla rappresentazione teatrale serale in piazza San Vittore, quest'anno 'Veni per Mariam', per la regia di Andrea Chiodi. In genere sono in bici, non posso tornare al buio, e poi dico la verità: mi basta l'entusiasmo dei bambini, dei giovani, per tornare a casa non dico felice (che parolona!) ma lievemente rinfrancato.
giovedì 22 dicembre 2016
Vi abbraccio tutti
Non
vedrò di persona tutti i miei amici, tutti i lettori del blog, quindi tutti vi
abbraccio qui, da lontano. So che non è la stessa cosa. Che auguri fare? Per
chi crede in Dio, anche poco, a fatica, si sa che auguri fare: è Natale. Ma fra
i miei amici, c’è chi non crede affatto al Gesù che nasce, anzi, è anche
infastidito dal clima natalizio, quindi non vorrebbe nemmeno gli auguri. Per
costoro mi auguro (quindi gli auguri li faccio a me) che continuino a leggere i
miei post, e auguro loro di leggere qui cose interessanti, che ci aiutino a vivere
meglio. A star bene. E che non si dica di me ciò che disse De Andrè in ‘Bocca
di rosa’: “…Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel
tempio, si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio…”
Vi
abbraccio tutti.
mercoledì 21 dicembre 2016
Una bella compagnia
Sì, davvero una bella compagnia quella dei prof e dei maestri Vidoletti, riuniti stasera per gli auguri natalizi, in una cena con prodotti tipici delle italiche regioni. Per parte mia, ho proposto la focaccia del 'decano' con speck della Val Gardena, la mia amata valle dolomitica. Un momento lieto fra parole e assaggi, coordinato come sempre dal preside Antonio e dalla vice Daniela. Cantata finale e via, domani è un altro giorno (di scuola) ma poi in vacanza sino al 9 gennaio. Molto bene. W la Vidoletti!