sabato 31 dicembre 2016

FB secondo Marco Aurelio


Ho trovato questa citazione dai 'Pensieri' di Marco Aurelio; mi pare adatta al mondo di fb, che vive del parere-approvazione altrui:

"Mi sono spesso chiesto come sia che ogni uomo ami se stesso più di tutti gli altri uomini, e tuttavia conferisca meno valore alla propria opinione su se stesso che all'opinione degli altri. Se un uomo qualsiasi mi disprezza, è un suo problema. La mia unica preoccupazione sta nel non fare o dire una qualsiasi cosa che meriti disprezzo."

Grazie

                                                                                                   ph carlozanzi


Ho ricevuto più di quanto ho dato, quindi la parola per me più adatta è grazie. A chi si sente coinvolto regalo questo cielo, un tramonto varesino del dicembre 2014. 
(cliccate sulla foto per ingrandirla)

I 97 di Ferdi


A 97 anni è morto Ferdi Kubler, ciclista elvetico che vinse parecchio, compreso un Tour de France, ma soprattutto vinse il Campionato del Mondo che si disputò a Varese nel 1951, bruciando in volata, all'Ippodromo delle Bettole (foto) gli italiani Magni e Bevilacqua. Ciò che mi stupisce non è che sia morto, ma che sia morto a 97 anni, e spiego. Il ciclismo professionistico è sport che logora, prosciuga il fisico, costringe a fatiche enormi. Inoltre già allora vi erano modalità di 'aiuti', che certo avevano delle controindicazioni. Che Ferdi sia arrivato a 97 anni, per un ciclista, credo sia un'eccezione. E non credo sia per merito dello sport perché -come ho già scritto più volte- lo sport professionistico non fa bene alla salute.  

venerdì 30 dicembre 2016

Creature di un giorno


E sì, questo libro proprio ve lo consiglio, lo consiglio ai miei coetanei sessantenni ma anche ai più giovani. 'Creature di un giorno' cioè la vicenda narrativa di incontri terapeutici con il noto psicanalista e scrittore californiano Irvin D. Yalom, due, tre, quattro sedute, storie di vita e di morte, regalate al lettore con una scrittura semplice, avvincente, poetica. Chi pensa alla morte, a come vivere la morte, chi si lamenta perché è sfigato e capitano tutte a lui, chi pensa di saper guardare dentro di sé, chi vuole imparare  a guardare nel proprio conscio e inconscio, chi vuole rinnovare la propria vita, chi ha bisogno di capire come sopravvivere in situazioni davvero tragiche....un libro direi indispensabile. Certo lo è stato per me. 

Bilancio 2016


Ho fatto un rapido bilancio del mio 2016 sportivo, ma non vorrei si pensasse che per me conta solo lo sport, quindi tiro una somma più complessiva. Senz’altro l’evento più positivo dell’anno ormai all’epilogo è stata la nascita, il 31 gennaio, di mio nipotino Tommaso (eccolo in foto, affamato di vita e di pappa), mentre un evento familiare triste è stata la morte della gatta Amelie, 11 anni con noi. Sul fronte salute non mi posso lamentare, e nemmeno sul fronte lavorativo. La ritengo una gran fortuna il fatto di insegnare ancora con piacere: dover vivere con pena e fatica gli ultimi anni come prof sarebbe un gran peso, per me e per chi è costretto a sopportarmi. La scrittura mi ha regalato la soddisfazione di due libri pubblicati nel 2016…e, caparbiamente e piacevolmente, continuo a scrivere. Su Dio non mi pronuncio: prego.

Ho ampi margini di miglioramento, soprattutto sul fronte dell’amore fraterno, e poiché il tempo stringe, non devo perdermi in chiacchiere. 

Guerre corporali

                                                                                                   ph carlozanzi


Scendendo a piedi dal viale delle Cappelle, pensavo ai casi di meningite mortale, all’influenza che dilaga di questi tempi, immaginavo la lotta quotidiana, che avviene in ciascuno di noi, fra virus-batteri molesti e le nostre difese, naturali e artificiali. Una lotta cruenta, microrganismi con le armi fra i denti. Non Guerre Stellari, ma guerre corporali. E pensavo anche alla guerra, sul terreno di battaglia che siamo noi, fra buoni e cattivi pensieri, fra ipotesi di mollare, lasciandosi andare alla deriva, e voglia-necessità di resistere: una costante lotta interiore, che si rinnova di giorno in giorno, di momento in momento.

Sarà mai, per l’uomo, un tempo di pace?

giovedì 29 dicembre 2016

Con Bebe

                                                                                            ph roberto bof

Era una domenica di febbraio del 2015, ero al Palazzetto dello Sport per la partita di basket quando, all'intervallo, il mio amico Robi Bof mi chiamò, dicendomi che doveva farmi un regalo. Mi presentò questa ragazza, allora aveva 17 anni, immaginando che la conoscessi, visto che era un’atleta disabile nota…ma nota soprattutto a Robi, grande amico delle persone diversamente abili. Io non la conoscevo, mi diede la mano e capii che aveva una protesi, la mano era di plastica. Rimasi così così, sorpreso anche dal quel bel viso macchiato dalle cicatrici. I suoi occhi chiari brillavano. Un bel sorriso, una ragazza di bassa statura, vivace: mi disse poche cose, una foto e se ne andò col Bof. Il 2016 ha detto non solo agli italiani chi è Beatrice Bebe Maria Vio, oggi nominata ‘Italiano del 2016’…italiana che ha vinto le Paralimpiadi di Rio, che è stata a cena con Obama e che ha dato più volte dimostrazione della sua straordinaria forza, un elan vital che mi fa un gran bene. E non a me soltanto.

Fiaccolata al Sacro Monte

                                                                  ph carlozanzi

Sono senz’altro un tipo individualista, che non è sempre sinonimo di egoista. Sono solitario per carattere, il che non significa che non viva, a mio modo, il sentimento di appartenenza ad un luogo e ad una comunità. Senz’altro è viva l’appartenenza alla mia famiglia, ma chi mi conosce sa che amo la mia città, il mio territorio e che cerco di valorizzarlo con gli strumenti a me più congeniali. Stamani, come sua abitudine, l’amico Mario, grande amico del Sacro Monte, mi ha tirato le orecchie, rimarcando il fatto che non sono solito partecipare alle iniziative che lui, con altri, organizza alla Madonna del Monte. “Se non partecipa uno come te” mi ha detto, “che sei sempre qui al Sacro Monte…” Capisco che chi organizza un evento vorrebbe il tutto esaurito, e non capisce il perché uno non debba parteciparvi, ma io preferisco scrivere una poesia sul Sacro Monte...che ci posso fare? Comunque non è detto che stasera, giovedì 29 dicembre, non mi ritrovi alle 20 alla Prima Cappella, per partecipare alla Fiaccolata di Natale. Si arriverà in cima, alla piazzetta Paolo VI, verso le 21.30, e lì vi saranno i saluti dell’Arciprete del Sacro Monte e del borgomastro di Varese, quindi vin brulè e panettone per tutti e, in aggiunta, cotechino e lenticchie, con offerta per i terremotati, preparati dal Gruppo Alpini di Varese.  

mercoledì 28 dicembre 2016

Un anno di sport: 2016


E’ tempo per me di bilanci sportivi. Non starò qui a tediarvi con statistiche, km percorsi, salite eccetera...credo interessino solo me. Ma qualcosa voglio scrivere a riguardo. Avevo tre obiettivi sportivi per il 2016, uno è sempre lo stesso da anni, riuscire a ritagliarmi un’oretta per lo sport, se non tutti i giorni, quasi. E sono riuscito, non 365 giorni su 365 ma ne ho saltati pochi, credo una trentina. Di questo voglio ringraziare la mia salute e l’ora a disposizione tutti i giorni. E poiché sono solito ringraziare Dio per le cose belle, Lo ringrazio per questo, e ringrazio le persone che mi hanno permesso di fare sport. Poi avevo un secondo obiettivo, in bici allo Stelvio dal versante altoatesino, e anche questo è stato raggiunto, sebbene con un crono piuttosto modesto...però i piedi a terra non li ho messi e non mi sono mai fermato. Infine i tiri liberi: ne dovevo fare 60 di fila e ne ho fatti 53. Non problem, saranno 61 nel 2017. Un’ultima cosa. Qualcuno vedendomi dice che sono fortunato perché sono magro e dice che ciò dipende dai geni, dalla costituzione fisica: balle! Se sono magro, diciamo pure un po’ in forma lo devo allo sport, al movimento che pratico anche la mattina coi ragazzi, con costanza quasi maniacale. 
W lo sport!

Il sogno ha la mano calda


Stamani, intorno alle 6 e 30, ho vissuto un sogno davvero singolare. In genere ricordo i sogni che faccio dopo aver fatto colazione, alle 5.45, ed essere tornato a letto. Negli ultimi anni ricordo meglio i sogni, ho fatto esperienze oniriche interessanti (accorgermi che sto sognando e non riuscire a svegliarmi, una volta addirittura ho cercato di svegliarmi e mi sono svegliato, ma in un secondo sogno….) ma quella di stamani è davvero nuova. La faccio breve, evito i particolari, dirò solo che mi sono trovato davanti, sulla soglia di casa sua, mio suocero Elio, morto quattro anni fa. Mi sono detto: ‘Ma allora sto sognando…’ e ho cercato di svegliarmi. Non ci sono riuscito, la scena era realissima, Elio stava in silenzio e gli ho chiesto: ‘Come stai?’ e lui ha sorriso, allora volutamente ho allungato la mano, volevo toccarlo, e lui ha stretto la mia…la sua mano era lì, la sentivo, calda….immaginavo che mi sarei svegliato subito e invece stringevo la sua mano e non mi svegliavo…ho cercato di dire qualcosa ma poi il sogno è svanito. Un sogno che mi ha fatto riflettere. Che mi ha lasciato trasognato!



martedì 27 dicembre 2016

OJM Varese-Umana Reyer Venezia: 60-73

                                                                                        ph carlozanzi

Certo, il nuovo coach Attilio Caja (foto) non avrebbe dovuto incontrare Venezia alla prima uscita, una Reyer seconda in classifica, con una striscia positiva impressionante. Ma questo è toccato ad Attilio. Avrà gioito (ed è umano) l’ex coach Paolo Moretti: in fondo è stato rivalutato il suo lavoro. Fatto sta che la OJM rimedia una figuraccia, riscattata solo parzialmente nel finale. Si parte con una bella triplozza di Maynor, ma si ferma poi tutto lì, e finiamo il primo quarto già sotto di 12: 12-24. Il nuovo acquisto Dominique Johnson (foto) praticamente non si vede. Manca Eyenga (squalificato) e si sente. Il secondo quarto è una debacle, i veneziani segnano a raffica, precisi dal perimetro, Anosike prende rimbalzi e poco più, Kangur difende ma non segna mai. Caja chiama time-out e avrà detto ai suoi: ‘Ragazzi, salviamo almeno la faccia, fuori gli attributi!’ Finisce 23-40 a metà gara. Le note positive del terzo quarto sono un certo risveglio di Pelle e la carburazione progressiva di Johnson, che comincia a prenderci gusto. In ogni caso il risultato non cambia: 37-57, ben venti punti sotto. E manca un solo quarto. Nell’ultimo periodo Maynor pare piuttosto cotto, mentre risorge e domina Dominique (Johnson), che in poco tempo segna e segna sino ad arrivare a 23 punti conclusivi. E’ il solo segnale incoraggiante in un match scoraggiante. Comunque Venezia molla un po’ e noi un poco ci avviciniamo, finirà infatti 60-73. La faccia è salva, l’onore così così, e ora dovremo dare tutto il 2 gennaio con il fanalino di coda Cremona...per non finire in testa-coda anche noi!

Forza Varese!

Auguri in cartoncino

                                                          ph carlo meazza


Di anno in anno gli auguri in cartoncino si fanno merce rara. Ormai sono tutti auguri virtuali, cartoncini che ci salutano dallo schermo di un pc. Anni fa ne ricevevo decine, oggi si contano sulle dita di una mano. Ma tre mi arrivano sempre: quelli del Centro Culturale di Velate, quelli dell'ex prevosto Mons. Gilberto Donnini e quelli, originali, dell'amico vicesindaco Daniele Zanzi, grande amante degli alberi. Ecco quelli del 2016, con immagine rigorosamente di Carlo Meazza. 
Grazie a questi amici, che preferiscono il cartoncino d'antan, ottimo ad esempio come segnalibro. Così uno si ricorda a lungo di loro. 

Mamma mia!


In un mio raccontino, dal titolo W LA MAMMA, sottolineavo il fatto che per solito si chiama la mamma nei momenti di grave difficoltà, il suo aiuto in carne ed ossa quando siamo piccoli, quello sperato, magari dal cielo, quando siamo adulti. Stamani, al Sacro Monte, una coppia già in età mi ha fatto notare che la mamma si chiama anche in altri momenti, con un’esclamazione ricorrente. Lui a lei: “Ma quanto rompi, mamma mia!” Incurante del luogo, anziché –come si usa fare da quelle parti- implorare la Mamma di Gesù, l’uomo ha riportato in terra la sua di madre. E di solito il mamma mia! è a conclusione di una frase niente affatto carina, lo sfogo finale di uno scatto d’ira. Perché mamma mia e non papà mio? In effetti tutte quelle emme di fila rendono musicale, poetico, immediato il ricorso alla mamma. Ma perché la si cita? La si chiama in causa? Credo perché serve ad addolcire un po’ la cattiveria, la mancanza di self-control. Terminare con una parolaccia allontanerebbe ancor più i due contendenti.  

lunedì 26 dicembre 2016

Paint the love





Fra i regali che ho ricevuto a Natale, questo di Manuela Huber è senz'altro fra i più graditi. Si tratta di un libro di due sedicesimi, dal titolo 'Paint the love you have inside' (Colora l'amore che hai dentro). Si tratta di una collezione di disegni realizzati da Manuela, ispirati dalla musica di Marco Mock Zanzi, suo grande, fraterno amico. Una vera sorella per mio fratello, che ha saputo ascoltarlo, capirlo nel tempo sofferto della malattia, e che a sua volta ha ricevuto da Mock ascolto e comprensione. Un lavoro commovente e prezioso, che mi riporta Marco.  

Fra preparazione e smaltimento

                                                                                                  ph carlozanzi


Sabato 24 dicembre, pomeriggio, rizzàda deserta: i varesini preparano il cibo.
Lunedì 26 dicembre, pomeriggio, rizzàda affollatissima: i varesini smaltiscono il cibo.
Quattrocento anni fa era il pane spirituale ad indirizzare verso la via della Madonna del Monte; oggi prevale quello di mollica e crosta. 

Monviso

                                                                                                   ph carlozanzi


                                                                                                                                                   ph toni farina



Il mio Monviso e quello di Toni Farina, che si specchia nel Po, fotografato dal ponte di Casalgrasso.

domenica 25 dicembre 2016

Auguri a Daniela e Sauro


Felice anniversario di nozze (41!) a Daniela e Sauro. 

Auguri, Leo


Felice compleanno al mio amico e collega Leo (secondo da destra).

Auguri, Stefano


Felice onomastico + compleanno al mio amico e collega Stefano Maffia.

Un Presepe di famiglia


Manca ormai poco alla mezzanotte. Anche questo Natale se ne va. Mi piace concludere la giornata con un pensiero al nostro presepe di famiglia e a chi lo ha realizzato e lo rinnova di anno in anno, cioè Carla. Ed è proprio un presepe familiare, perché le statuine ci rappresentano. Si parte da sinistra, cioè dal calicantus che raccolgo il giorno di Natale. Poi ci sono i Magi, quattro: oro, incenso, mirra e cioccolato (come dice Rebecca Zoe). Poi abbiamo tre personaggi non di famiglia (una donna  velata, un contadino e una pastora con le pecore) e poi si attacca con il nucleo familiare: nonna Anita e nonno Mario, Stefano e Maddalena il giorno delle nozze, poi Maddalena incinta e infine il piccolo Tommaso. Poi ci siamo io e Carla, con le nostre tre figlie piccole. Quindi i personaggi principali: Maria, Giuseppe e Gesù Bambino. Il bue e l'asino, e infine Umberto e Valentina con in braccio la piccola Rebecca, e poi addirittura tre versioni di Rebecca Zoe, una con le alucce d'angelo. Infine un angelo volante e la stella cometa. Statuine in Dash, colorate con acquerelli. 

se si clicca sulla foto, l'immagine si ingrandisce e si capisce meglio  

sabato 24 dicembre 2016

Auguri, Carletto


Felice compleanno al mio amico Carlo detto Carletto Maroni (secondo da destra), gambe e polmoni di ottima qualità.

Auguri, Paolo


Felice compleanno (e, naturalmente, ci mettiamo anche il Buon Natale) al mio amico Paolo, grande amico di Mock.

Orizzonte

                                                                                                 ph carlozanzi


Questa notte, durante la Messa di Natale, il sacerdote ha iniziato la sua omelia con parole a me assai care: "L'immagine che meglio rappresenta il Natale è quella del tramonto, i tramonti che noi di Casciago ammiriamo, con il Monviso che si staglia all'orizzonte. Tramonti rossi di fuoco. E' questo per me il Natale: il cielo che incontra la terra, la terra che incontra il cielo...." 

Così in alto



Ho l'impressione che fra poco vedremo anche il mio ex alunno Gianmarco Gaeta (5° da sinistra) così in alto..se già non ci arriva!

Un presepe monco


In un noto, piccolo ristorante varesino, è stato realizzato un presepe assai singolare: non c'è capanna, non ci sono Maria, Giuseppe e neppure Gesù Bambino. Alla domanda sulle ragioni di tale assenza, il proprietario ha risposto con una domanda: "Maria, Giuseppe, Gesù? E perché?" Per qualcuno, l'ovvietà della risposta non è tale. Del resto ciascuno, a casa sua, fa ciò che vuole.   

I conti che non tornano


Come mi piacerebbe poter dire che i conti tornano, poter rivivere quella serenità interiore: una bella confessione, il cuore in pace, buoni propositi, la certezza di una Nascita. Ma alla mia età non puoi far quadrare i conti con parole e gesti rassicuranti. La mia è un’età piena di pretese. E’ un’età che fa una gran fatica a credere a certe prediche, a chinare il capo al Mistero. Certo che la testimonianza di Attilio, padre di Fabio, portata stamani alla Messa, 11 anni dalla morte di quel giovane figlio…certo che tutti quegli amici di Fabio in preghiera….non che i conti tornino, ma è come se le loro mani si unissero per farmi piegare il capo, accettare, cedere. Una resa al destino che non capisco. Oppure mettiamola così: c’è anche un po’ di rabbia, perché la fede forte (che vorrei) non la si acquista per volontà, non è che uno fortemente vuole e fortemente ha fede. E’ una via diversa. E non basta neppure il bisogno (che pure ho) di essere salvato. Certo è che, per me, i conti, neppure a Natale, tornano. Uno alla fine li fa tornare per forza, ma è una forzatura. Natale è, per me, un giorno come un altro, perché i miei giorni sono tutti un po’ Natale, Pasqua, incredulità, morte, fatica e resurrezione. 

Anche in dialetto si dice calicantus

                                                              ph carlozanzi

Calicantus
di carlozanzi

Giaculatòri da pass
sùra la gropa dul mött
d’ra Madòna dul Munt.

Fregüj da fiòca
e pass cüsì insema
cuntra ‘l ciel da calcìna.

In dul frècc, nissün:
frignà da scurbàtt,
buià da can
e la fiòca, tic toc,
sùra föj secch e ramm scür.

La santèla d’Urùnc,
sentée da giazz
a stücà i crepp,
rüg prufùnd d’ra rizzàva.

Rampèga la strava,
‘na capèla drèe l’altra,
rusàri mes’cià cunt ul bufà
sübit vapùur.

Remigà d’uraziùn
e ‘n calicantus:
prufümm, dumà saür,
vena da föögh nel cöör giazà,
sàbat da primavera,
Natàl da lüüs.


3^ classificata Poeta Bosino 1999









Calicantus

Giaculatorie di passi
sopra la groppa della collina
della Madonna del Monte.

Briciole di neve
e passi cuciti insieme
contro il cielo di calcina.

Nel freddo, nessuno:
frignare di corvi,
abbaiare di cani
e la neve, tic toc,
sopra foglie secche e rami scuri.

La cappelletta di Oronco,
sentiero di ghiaccio
a stuccare le crepe,
rughe profonde della rizzada.

Arrampica la strada,
una cappella dietro l’altra,
rosario mischiato con il soffiare
subito vapore.

Borbottare di orazioni
e un calicantus:
profumo, solo sapore,
vena di fuoco nel cuore ghiacciato,
sabato di primavera,
Natale di luce.



venerdì 23 dicembre 2016

Veni per Mariam

                                                                                                  ph carlozanzi

Vado sempre volentieri a fotografare il Presepe vivente, organizzato ormai da molti anni dagli Scout Varese 2 e da AVSI in centro città. Non mi fermo alla rappresentazione teatrale serale in piazza San Vittore, quest'anno 'Veni per Mariam', per la regia di Andrea Chiodi. In genere sono in bici, non posso tornare al buio, e poi dico la verità: mi basta l'entusiasmo dei bambini, dei giovani, per tornare a casa non dico felice (che parolona!) ma lievemente rinfrancato. 

In alto

                                                                                                ph carlozanzi


Chissà perché, quando pensiamo a Dio, guardiamo in alto.

Calicantus

                                                                                                     ph aesse


Il calicantus ammorbidisce il rigido inverno.

giovedì 22 dicembre 2016

Vi abbraccio tutti


Non vedrò di persona tutti i miei amici, tutti i lettori del blog, quindi tutti vi abbraccio qui, da lontano. So che non è la stessa cosa. Che auguri fare? Per chi crede in Dio, anche poco, a fatica, si sa che auguri fare: è Natale. Ma fra i miei amici, c’è chi non crede affatto al Gesù che nasce, anzi, è anche infastidito dal clima natalizio, quindi non vorrebbe nemmeno gli auguri. Per costoro mi auguro (quindi gli auguri li faccio a me) che continuino a leggere i miei post, e auguro loro di leggere qui cose interessanti, che ci aiutino a vivere meglio. A star bene. E che non si dica di me ciò che disse De Andrè in ‘Bocca di rosa’: “…Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio…”

Vi abbraccio tutti. 

mercoledì 21 dicembre 2016

Una bella compagnia


Sì, davvero una bella compagnia quella dei prof e dei maestri Vidoletti, riuniti stasera per gli auguri natalizi, in una cena con prodotti tipici delle italiche regioni. Per parte mia, ho proposto la focaccia del 'decano' con speck della Val Gardena, la mia amata valle dolomitica. Un momento lieto fra parole e assaggi, coordinato come sempre dal preside Antonio e dalla vice Daniela. Cantata finale e via, domani è un altro giorno (di scuola) ma poi in vacanza sino al 9 gennaio. Molto bene. W la Vidoletti!