ph carlozanzi
Ricordo una foto, primi anni Settanta, scattata ai piedi di questa croce, sul Mont de Seura, 2000 metri. Eravamo in pochi amici, senz'altro Mauro Serragli (sarebbe diventato missionario comboniano) e Michele Casoli (sarebbe morto giovanissimo, tradito dal cuore). Durante il giro del Sassolungo avevamo fatto una deviazione, per dimostrare -bellezza dei vent'anni- che eravamo più forti degli altri. Oggi, 45 anni dopo, ci sono tornato. Hanno costruito una lussuosa seggiovia a quattro posti, parte dal Monte Pana, la stazione di monte è proprio vicino alla croce. Ma io ci sono salito a piedi: bellezza dei sessant'anni...e passa.
mercoledì 31 luglio 2019
Fumo sul Sassolungo
ph carlozanzi
I vecchi gardenesi affermano che quando il Sassolungo 'fuma' sul versante verso Selva, sicuramente nel pomeriggio arriverà il temporale. E in effetti ora è tutto coperto, ci sono 18° e non stiamo certo soffocando dal caldo qui, a Santa Cristina in Val Gardena.
I vecchi gardenesi affermano che quando il Sassolungo 'fuma' sul versante verso Selva, sicuramente nel pomeriggio arriverà il temporale. E in effetti ora è tutto coperto, ci sono 18° e non stiamo certo soffocando dal caldo qui, a Santa Cristina in Val Gardena.
martedì 30 luglio 2019
Ma come?
ph carlozanzi
Ma come? Mi inizi la giornata con un crocifisso e la termini con un'altra croce? In questo caso il grande Cristo del Resciesa? Come mai?
In questo momento non sono né particolarmente sofferente né depresso, ma sono convinto che la scelta del crocifisso come simbolo del cristianesimo sia giusta. E l'abbondanza di croci in Alto Adige lo conferma. Non si poteva scegliere il Cristo vittorioso? Risorto? Oppure il Cristo che predica, che fa miracoli? Pare di no.
Ma come? Mi inizi la giornata con un crocifisso e la termini con un'altra croce? In questo caso il grande Cristo del Resciesa? Come mai?
In questo momento non sono né particolarmente sofferente né depresso, ma sono convinto che la scelta del crocifisso come simbolo del cristianesimo sia giusta. E l'abbondanza di croci in Alto Adige lo conferma. Non si poteva scegliere il Cristo vittorioso? Risorto? Oppure il Cristo che predica, che fa miracoli? Pare di no.
lunedì 29 luglio 2019
Per chi soffre
Crocifisso della chiesetta del Monte Pana (ph carlozanzi)
Conoscendo -sebbene non in modo drammaticamente intenso- la sofferenza, la mia preghiera spesso è destinata a chi soffre.
Incontro al Monte Pana
Incontro non programmato e gradito al Monte Pana con il nostro vicesindaco Daniele Zanzi e la moglie Elena.
domenica 28 luglio 2019
In questo mio tempo
ph carlozanzi
In questo mio tempo propizio e fragile, che prevede l'uso del bastone, nulla va sprecato. E se esiste una barca più grande e sicura dell'instabile zattera che mi regge e cigola sulle onde alte, va cercata.
In questo mio tempo propizio e fragile, che prevede l'uso del bastone, nulla va sprecato. E se esiste una barca più grande e sicura dell'instabile zattera che mi regge e cigola sulle onde alte, va cercata.
Paglia
Quando una nipotina ti guarda negli occhi, ti fissa e sorride è come se ti dicesse: togliti la paglia dal culo! O, più elegantemente e semplicemente: vivi!
Asse di equilibrio
Partiamo su un asse di equilibrio molto largo, si va spediti, persino si corre ma gli anni restringono la larghezza, sempre più sottile, gli equilibri si fanno difficili, bisogna trovarne di nuovi, adattarsi...e tenere una nipotina in braccio è come allargare le braccia per facilitare il cammino, allontanando ancora un po' la caduta nel vuoto.
sabato 27 luglio 2019
Il ritorno
marzo 2019-luglio 2019 Ulètta in Val Gardena
...perché si torna sempre dove si è stati bene...(dalla canzone 'Nessun posto è casa mia')
venerdì 26 luglio 2019
Colori e bianco e nero
ph carlozanzi
La vita è a colori e in bianco e nero, scivola veloce e promettente, scorre a fatica, come un ingranaggio arrugginito.
La vita è a colori e in bianco e nero, scivola veloce e promettente, scorre a fatica, come un ingranaggio arrugginito.
mercoledì 17 luglio 2019
Andrea Camilleri è morto
ph carlozanzi
E' morto lo scrittore Andrea Camilleri. Ecco il mio post del maggio 2010, quando Camilleri venne a Luino a ricevere il Premio Chiara alla carriera.
C'era talmente tanta gente, ieri sera, al Teatro Sociale di Luino, per accogliere Andrea Camilleri (vincitore del Premio Chiara alla carriera 2010) che non sono neppure riuscito ad entrare. Per fortuna sono arrivato almeno in tempo per qualche foto allo scrittore siciliano, papà del Commisario Montalbano, noto nel mondo. Mai tanto successo per uno scrittore premiato al Chiara. Dai miei colleghi giornalisti ho saputo che il 'vecchio' Andrea (84 anni) ha lasciato ai presenti frasi meritevoli. Fra le quali sottolineo le seguenti, che appartengono anche a me: "Le torri d'avorio (entro le quali a volte si ritirano i cosiddetti intellettuali) mi spingono al suicidio." E ancora: "Prima bisogna vivere e poi filosofeggiare. Per scrivere ho bisogno della vita, dei sapori e degli odori, del caos, dei nipotini..." Camilleri si è definito "figlio di Piero Chiara" e sono certo che il buon Piero sarebbe stato padre orgoglioso di tale figlio.
E' morto lo scrittore Andrea Camilleri. Ecco il mio post del maggio 2010, quando Camilleri venne a Luino a ricevere il Premio Chiara alla carriera.
C'era talmente tanta gente, ieri sera, al Teatro Sociale di Luino, per accogliere Andrea Camilleri (vincitore del Premio Chiara alla carriera 2010) che non sono neppure riuscito ad entrare. Per fortuna sono arrivato almeno in tempo per qualche foto allo scrittore siciliano, papà del Commisario Montalbano, noto nel mondo. Mai tanto successo per uno scrittore premiato al Chiara. Dai miei colleghi giornalisti ho saputo che il 'vecchio' Andrea (84 anni) ha lasciato ai presenti frasi meritevoli. Fra le quali sottolineo le seguenti, che appartengono anche a me: "Le torri d'avorio (entro le quali a volte si ritirano i cosiddetti intellettuali) mi spingono al suicidio." E ancora: "Prima bisogna vivere e poi filosofeggiare. Per scrivere ho bisogno della vita, dei sapori e degli odori, del caos, dei nipotini..." Camilleri si è definito "figlio di Piero Chiara" e sono certo che il buon Piero sarebbe stato padre orgoglioso di tale figlio.
lunedì 15 luglio 2019
Per fortuna
Per fortuna i nostri pensieri non appaioni scritti in fronte: vi immaginate gli scandali?
Per fortuna non conosciamo il momento della nostra dipartita, quindi possiamo prendere ogni giorno la medicina dell'immortalità.
Per fortuna ogni tanto nasce una nuova vita.
Per fortuna riusciamo a prendere sonno, e di notte non sempre i bimbi piangono.
Per fortuna abbiamo la capacità di vedere il sole oltre la pioggia, l'alba oltre il buio, la speranza oltre la disperazione.
domenica 14 luglio 2019
E' nato Edoardo
Ieri 14 luglio, alle 23.39, dentro una notte estiva praticamente autunnale, pioggia e vento, è nato Edoardo, il primo nipotino dei miei amici Roberta e Giovanni detto Gianni, nonché primo nipote anche dei miei amici Rosanna e Claudio. Non avendo immagini del pargolo, pubblico quella di San Edoardo III detto il Confessore, re d'Inghilterra agli esordi dell'anno 1000, patrono dei Re, dei matrimoni difficili e dei divorziati, che si festeggia il 5 gennaio. In verità ci sarebbe anche San Edoardo II il martire. Non so quale Edoardo i genitori sceglieranno. In ogni caso: evviva!
Insieme...con Mock
Grazie di cuore agli amici Fabrizia e Paolo, che hanno aperto la loro casa per un incontro estivo, un abbraccio fra amici anche nel ricordo di mio fratello Marco, che il 5 luglio avrebbe compiuto 60 anni. Foto con i suoi coetranei, classe 1959, e foto di gruppo. Uniti anche nella preghiera e in un gesto di solidarietà nei confronti dell'amico Padre Angelo Giorgetti, missionario comboniano.
sabato 13 luglio 2019
Senza merito
ph giorgio lotti
...Poi, senza che avessi fatto nulla per meritarmelo, a cinquant'anni è venuto questo dono dello scrivere, e questo successo, qualche che sia. Di più sarebbe stupido pretendere.
Piero Chiara
...Poi, senza che avessi fatto nulla per meritarmelo, a cinquant'anni è venuto questo dono dello scrivere, e questo successo, qualche che sia. Di più sarebbe stupido pretendere.
Piero Chiara
Una dacia per la Protezione Civile
ph carlozanzi
Pare
che i Baragiola, proprietari della lussuosa villa con parco a Masnago, avessero
conosciuto gente della lontana Russia e in loro onore avessero edificato negli
anni Venti una dacia, o quanto meno un edificio simile a una dacia, realizzata
da maestri elvetici, probabilmente di San Gallo. La villa con annesso parco
passò poi al Seminario Arcivescovile di Milano, utilizzata per i seminaristi
delle medie. Quindi il 'blitz' del Comune di Varese che, grazie soprattutto a Roberto
Maroni, acquistò all’ultimo momento la proprietà, oggi sede di uffici comunali.
Da ieri la dacia non è più inutilizzata ma è diventata sede deputata alle
emergenze, e in più un centro studi per la prevenzione dei rischi naturali e
climatici. E a chi intestarla, se non a Giuseppe Zamberletti (padre della
Protezione Civile italiana) e a Salvatore Furia (papà del Centro geofisico
Prealpino e dell’osservatorio al campo dei Fiori)? Ieri pomeriggio l’intitolazione,
con sovrabbondanza di autorità, dal sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, il leghista Giancarlo Giorgetti, al capo della
protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, e poi il governatore della
Lombardia Attilio Fontana, e naturalmente il sindaco di Varese Davide Galimberti,
il suo vice Daniele Zanzi, assessori in quantità, parlamentari, prefetto, molti
graduati d’alto rango in divisa elegante, uomini e mezzi della protezione
civile, alpini, sindaci…e anche tanti varesini senza titoli particolari, riuniti
lì dalla curiosità e dal desiderio di rendere omaggio a due personaggi
(Zamberletti e Furia) che meritano applausi. “Oggi realizziamo il sogno dell’onorevole
Zamberletti” ha detto il nostro borgomastro. “Più volte infatti, prima della
sua morte, avevamo parlato dell’opportunità di realizzare un centro documentale
e per le emergenze proprio in questi spazi. Unirlo poi al Centro geofisico, e
farlo in memoria di un’altra importante figura come Salvatore Furia,
concretizza ancora di più il pensiero di Zamberletti.” Taglio del nastro e
firma di un protocollo d’intesa. “Grazie a questa intesa” ha detto Angelo
Borrelli “potremo contribuire a diffondere la cultura di protezione civile nel
nostro Paese e lo faremo coinvolgendo cittadini, studenti, volontari ed enti
locali.”
venerdì 12 luglio 2019
Il corpo
ph carlo meazza
La distinzione fra corpo e mente è soprattutto medioevale. Siamo un'unità, il corpo influenza la psiche e viceversa. E' pur vero che una mente brillante e viva può sopperire ad un corpo infermo, mentre un corpo sano non assecondato da una mente sana perde le fattezze umane, il che assegnerebbe alla mente il primato rispetto al corpo. La vecchiaia colpisce sia il corpo che la mente, ma in genere ci si augura che sia il corpo ad indebolirsi prima, quindi varrebbe la pena nutrire la mente, allenarla, mantenerla il più possibile vitale, poiché la fisicità ci abbandonerà inesorabilmente. Per parte mia, nonostante le recenti esperienze ospedaliere, mi pare di far troppo conto ancora sul corpo, il che non sarebbe molto saggio.
Al rifugio Bolzano
I miei amici Giovanna e Adriano non potevano concludere meglio la loro breve ma intensa vacanza a Siusi: salita al rifugio Bolzano al Monte Pez, Sciliar. Si tratta di una passeggiata classica, irrinunciabile, che permette di ammirare panorami ineguagliabili.
Auguri Riccardo
ph carlo meazza
Felice compleanno al mio amico Riccardo detto Ric, qui immortalato dal fotografo Carlo Meazza. La foto è un po' datata (è del 2007) ma la ripropongo perché in fondo Ric, in questi 12 anni, non è invecchiato!
Felice compleanno al mio amico Riccardo detto Ric, qui immortalato dal fotografo Carlo Meazza. La foto è un po' datata (è del 2007) ma la ripropongo perché in fondo Ric, in questi 12 anni, non è invecchiato!
giovedì 11 luglio 2019
Spoon River Anthology
L'amica Carla, conoscendo la mia passione per i libri, mi ha fatto davvero un bel regalo: l'edizione del 1947, Einaudi, de 'Spoon River Anthology' di Edgar Lee Masters. Una delle primissime edizioni (la prima porta la data del 1941), con alcune pagine ancora non tagliate. Introduzione di Fernanda Pivano, testo originale con traduzione a fronte. Come molti altri miei coetanei, devo la conoscenza di questa Antologia al disco di Fabrizio De Andrè 'Non al denaro non all'amore né al cielo', uno dei suoi migliori. E fra le migliori di quel lavoro, IL CHIMICO. Ecco la traduzione del testo originale:
Trainor, il farmacista
Soltanto un chimico può dire, e non sempre,
che cosa uscirà dalla combinazione
di fluidi o di solidi.
E chi può dire
come uomini e donne reagiranno
fra loro, e quali bambini nasceranno?
C'erano Benjamin Pantier e sua moglie,
buoni in se stessi, ma cattivi l'un l'altro:
ossigeno lui, lei idrogeno,
il figlio un fuoco devastatore.
Io, Trainor, il farmacista, mescolatore di elementi chimici,
morto mentre facevo un esperimento,
vissi senza sposarmi.
Love
Ho visto su Netflix il film scandalo 'Love', del 2015, regista Gaspar Noè, attori Karl Glusman, Klara Kristin e Aomi Muyock. Il regista argentino, noto per i suoi film provocatori, ad alto contentuo erotico, nichilista, genere 'Arancia Meccanica'....ha definito questo film 'erotico sentimentale', il primo porno in 3D e l'ha portato a Cannes. Senza vincere premi ma creando non poco clamore. Non sono avvezzo a vedere film porno, videocassette e cose del genere, posso immaginarne il contenuto...ebbene, questo film credo possa soddisfare tutte le curiosità in merito alla materia: sesso, di tutto e di più. Un'abbondanza che alla fine persino stufa. Ma sarebbe ingiusto etichettare questo film solo come un film porno, che spazia in tutte le posizioni e le varianti possibili, senza veli, dettagliatissimo. Noè cerca di dire qualcosa sull'amore....'L'uomo senza l'amore è come un uccello senza cielo...' Il giovane protagonista sta studiano per diventare regista, ha in mente un film che parli di erotismo sentimentale, perché il sesso quando si è innamorati è il massimo della vita...Poi si parla di Dio (Dio non esiste), della morte (non c'è nulla oltre la morte), i due protagonisti giurano di proteggersi a vicenda per tutta la vita...ma c'è anche droga, perversione, ricerca di senso e constatazione che insieme non ci si aiuta ad essere migliori...Il finale drammatico merita di essere visto con attenzione, soprattutto l'abbraccio fra il padre e la giovanissima figlia.
mercoledì 10 luglio 2019
Al rifugio Bergamo
I miei amici Giovanna e Adriano hanno raggiunto il rifugio Bergamo, meta classica di chi cammina sulle dolomiti, dalle parti del Catinaccio. Sono saliti da San Cipriano, attraverso la Val Ciamin. Complimenti.
martedì 9 luglio 2019
La Cina di Giorgio Lotti
ph valentina zanzi
Era
il 1954 quando Giorgio Lotti, giovane fotografo milanese, venne ingaggiato dall’Agenzia
Giancolombo, fra le più importanti all’epoca in Italia. Dieci anni dopo entra
nello staff del settimanale Epoca, e lì rimarrà sino alla chiusura nel 1997. Oltre
vent’anni dopo Lotti, classe 1937, non ha ancora riposto la macchina
fotografica, scatti dopo scatti che si aggiungono alle 250.000 foto, conservate
nei più prestigiosi archivi e musei del mondo. Lavorando per Epoca ha seguito i
più importanti avvenimenti mondiali, ma non solo. Bernardo Bertolucci lo vuole
accanto a sé sul set de L’ultimo imperatore (1987) e Il tè del deserto (1990). Dagli
anni Novanta Giorgio Lotti è varesino d’adozione, segue le vicende della nostra
terra prealpina, disponibile a dare consigli a chi intende intraprendere il
mestiere di fotografo. Molti i riconoscimenti ottenuti, ultimo in ordine di
tempo quello che riceverà il 24 agosto a Spilimbergo, il prestigioso Premio
Friuli Venezia Giulia, per la sua prestigiosa carriera. Dal 24 agosto al 22
settembre aprirà a Palazzo Tadea di Spilimbergo la mostra di Lotti ‘Cina Cina
Cina’.
Amore e morte in Nudo di uomo
È un inno all’Amore questo “Nudo di uomo” di Carlo Zanzi, rivelato anche dalle citazioni iniziali (Dante, San Giovanni) e dall’esergo “a quanti si amano follemente”. Nel contempo, però, siamo di fronte a un inno, o, ancor meglio, al trionfo della Morte. Il binomio Amore-Morte, tanto caro alla letteratura romantica, viene qui riproposto in termini e in situazioni del tutto contemporanei il cui nucleo essenziale si manifesta in un costante e inappagante autodafè dei protagonisti. Danilo, Massimo, Rosa, Maria, Alessandra – ma anche altri personaggi meno presenti – si interrogano in continuazione sul loro ruolo, sullo scopo della loro esistenza, sulla verità delle loro azioni. Il lettore si trova davanti, pagina dopo pagina, a delle coscienze che scavano nei propri anfratti più nascosti e segreti perché hanno desiderio di autoconoscersi, verificando maniacalmente, secondo dopo secondo, ogni istante della propria esistenza. Non era facile affrontare un tema così complesso e dalle varie sfaccettature, ma Zanzi vi è riuscito attraverso un linguaggio scorrevole ed una scrittura chiara – ma non semplicistica – che rende agevole la lettura e incuriosisce. Così come sono curiosi, ma di se stessi, i protagonisti del romanzo, che vogliono rendere visibile e cosciente quello che è determinato dal subcosciente. Frequenti, ad esempio, sono i sogni, tipici momenti – e topici – dell’introspezione freudiana. Ecco allora disvelata l’accezione iponimica di quel “nudo”. È un po’ come mettersi dinanzi allo specchio ed esaminarsi millimetro per millimetro. Ma l’analisi è tutta interiore. Il nudo che appare è dentro di sé. È lo svelamento di un dire e di un non dire, di un farsi e non farsi, a volte per giustificarsi, a volte per condannarsi. Analessi e prolessi si alternano in un flusso esasperato di domande che spesso non hanno risposte. È un procedere che sembra non avere pause, un ritmo che non si ferma, nemmeno nel sonno. Anzi, è proprio il sonno che fa pulsare maggiormente l’amore, che lo innalza alla clarità platonica o che lo declassa a semplice gioco erotico. E dopo il sogno ricompare la vita, con le sue affezioni, con i suoi tormenti. Amicizie, primi amori, tradimenti, incomprensioni, religiosità, lavoro, ricordi, desideri. Ma emerge, nella sua brutalità, anche la morte. Tutti ne hanno paura. La temono. Massimo, addirittura, fugge dal capezzale della moglie morente. Non ne vuole cogliere il dramma. Solo a posteriori intende che il momento della morte è un supremo atto d’amore. In Dio, per chi è credente. Allo stesso modo Danilo arriva in ritardo alla morte della madre. È il caso? Può darsi. Il fatto è che il destino gioca brutti scherzi. Non sto a raccontare il finale per non togliere al lettore la sorpresa di un racconto acceso e intrigante. Dirò solo che Amore e Morte si incrociano inesorabilmente in un ibrido di fatalità e di nemesi individuale. La fine si ricollega idealmente, ma non solo, all’inizio del romanzo. Ripete quello che è il destino dell’uomo. Rivela la sua nudità. La sua debolezza. Rimane, unica consolatrice, la preghiera. E il pianto.
Enea Biumi
Giuliano Mangano (Enea Biumi) è docente di lettere, poeta e narratore. Ha letto il mio ultimo romanzo 'Nudo di uomo' e ha scritto questa recensione, apparsa sul suo blog. Lo ringrazio di cuore.
lunedì 8 luglio 2019
Le foto di Giorgio
ph giorgio lotti
Un grazie di cuore a Giorgio Lotti, fotografo di fama internazionale, intervenuto alla presentazione del mio romanzo 'Nudo di uomo' in Galleria Ghiggini, lo scorso venerdì 5 luglio.
Le sue immagini sono per me un gradito ricordo.
Un grazie di cuore a Giorgio Lotti, fotografo di fama internazionale, intervenuto alla presentazione del mio romanzo 'Nudo di uomo' in Galleria Ghiggini, lo scorso venerdì 5 luglio.
Le sue immagini sono per me un gradito ricordo.
Da Siusi all'Alpe Bullaccia
Una bella camminata per gli amici Giovanna e Adriano, in vacanza sulle dolomiti. Da Siusi all'Alpe Bullaccia, mille metri di dislivello, ombra nel bosco, il sole sull'Alpe. A pochi chilometri di distanza, i 9000 ciclisti della Maratona delle Dolomiti pedalavano su è giù per i passi.