domenica 5 gennaio 2025

...e ora anche in trasferta


 

Il giocatore della OJM basket Varese che porta il numero 50 si chiama, di cognome, Hands, che tradotto vuol dire mani. Direi di chiamarlo good Hands, perché le sue buone mani ci hanno aiutato a vincere contro Napoli a Varese, ma soprattutto sono state molto importanti oggi, perché per la prima volta in questo campionato la OJM vince in trasferta, a Sassari, contro il Banco di Sardegna. Sbanca il banco, e le mani di Hands mettono a referto 22 punti, che sommati ai 16 di Alviti, ai 18 di Johnson, agli 8 di Bradford e a qualcosa anche dagli altri fa 86, mentre i sardi si fermano a 81. Molto bene. I varesini stanno davanti quasi tutto il match, anche di 14 punti, ma arriva il solito finale infartuante, i padroni di casa si avvicinano sino a -4 ma la sorte ci è favorevole e vinciamo. Ora siamo a 10 punti, non più vicinissimi alla zona retrocessione. Il 2025 è iniziato con i migliori auspici.

Forza Varese!

Due carezze e un pugno




                                                                                                                                                                                      



Inizia bene l'anno calcistico per il Città di Varese, che al 'Franco Ossola' batte la Vogherese. I padroni di casa 'prestano' la maglia rossa agli ospiti, e si presentano vestiti di nero. Dopo 2' minuti azione rimpallante nell'area piccola, con capitan Vitofrancesco che segna da pochi metri a porta vuota. Ma il primo tempo non è facile per i nostri, fatica rappresentata proprio dalla prima foto, con il capitano che tenta di rialzarsi dopo un fallo subìto. I rossi conducono spesso il gioco, prendono un palo, reclamano per un rigore. In compenso il Varese si fa pericolosissimo, e solo due interventi miracolosi del portiere giallovestito Guarnone evitano il 2 a 0. Il secondo tempo è più noioso e con maggior predominio varesino, ma sono poche le azioni da gol, tiri molto lontani dai pali e un plauso al piccolo, veloce e guizzante Marchisone, che poi lascerà il posto all'alto Romero. Sul finire della partita, sempre a porta vuota e a due metri dai pali, segna Bonaccorsi (foto) e i giochi si chiudono. Salvo una spiacevole rissa finale, causata da un pugno tirato dal vogherese Zoppi contro Daqoune. Allenatori e massaggiatori in campo per sedare gli animi, espulso Zoppi, fischio conclusivo, solito omaggio dei vincenti agli ultras, che non hanno smesso un solo istante di incitare la squadra.
Forza Città di Varese!  

sabato 4 gennaio 2025

Discussioni


E' forse la prima volta che mi commuovo assistendo ad una discussione fra marito e moglie, uomo e donna. Una commozione non tipo quella che provo quando vedo, ad esempio, i bambini, generatori di bellezza e tenerezza. Una commozione diversa, triste, che mi porta a pensare: 'Ma dai, alla vostra età, nel tempo che ne ha viste di tutti i colori e voi state lì a litigare per così poco...' Mi riferisco qui alla prima discussione, una coppia avanti negli anni, seduta al tavolino di un bar. Motivo del contenzioso: lui, non si sa bene con quale scusa, ha abbandonato la moglie, intenta al suo lungo giro al supermercato, e ora lei s'adira, concludendo: '...Ho fatto un grande errore. Io e te non siamo persone abbinate.' E lui: 'Non ho testa per venire qui.' E lei: 'Non hai testa per fare un c...o!' Lui si alza e se ne va, lei lo insegue.

Seconda discussione, coppia giovane, in un parco pubblico. Lui seduto sulla panchina, testa bassa, posa di chi ascolta contrito e con poche armi di difesa, lei in piedi, che argomenta a voce alta, presa da quel tipico puntiglio giovanile, più scusabile e comprensibile rispetto alla discussione di chi abbonda in esperienza. 

Gli uomini minimizzano, le donne puntualizzano.

Così va il mondo.   

L'immagine mostra un tramonto nuvoloso sul Tirreno (foto Valentina Zanzi)
 

Poesia da Ikea


 

Viaggio poco. Dovrei viaggiare di più, la mia narrativa trarrebbe vantaggio. Nei miei rari spostamenti porto sempre a casa ricordi scritti: un racconto, una poesia, qualche nota che mi servirà. Mi basta a volte un banale viaggio all'Ikea di Corsico. Seduto al bar Ikea, moleskina davanti, una Bic, occhi curiosi e due giovani donne in minigonna, evento raro di questi tempi, soprattutto in inverno.

 

Ikea

La sfera di una biro da poco

sfiora la pagina bianca,

sospesa in attesa di rima:

la mente non dice niente.

 

Due gambe sia belle che snelle

con corto riparo di gonna

di tela scozzese

che alimenta l’attesa

mi portano altrove,

nel mondo che scioglie

la poesia nel piacere.

E continuo a sedere

fra amici da Ikea,

caffè in tazzine agitate nell’aria,

carrelli e bambini

avvolti in acquisti che placano,

per istanti di pace,

il bisogno di nuovo e di mio.

 

La sfera che libera il nero,

pallina intinta in inchiostro,

saluta la pagina bianca:

non è tempo di strofe.

 

Meglio il salmone svedese,

patate e due gambe tornite,

nude all’ombra di gonna,

che poco ricorda una gonna,

piuttosto un vezzo di donna

che inciampa in occhi curiosi,

sorride e rincuora chi ha accanto

in promesse d’amore infinito.


2.1.2025 

in foto: tramonto a Corsico, zona Lorenteggio


giovedì 2 gennaio 2025

Il viaggio di papà Mario - 39


 

Domenica 8 settembre 2019. Aspettavamo mio papà Mario per mezzogiorno, come ogni domenica. Lo aspettavamo in arrivo in via Vico con la sua Punto bianca tutta acciaccata. Sarebbe passato prima a prendere Anita in via Oriani, insieme avrebbero pranzato da noi, poi lui come d’abitudine sarebbe tornato a casa, in viale Belforte, per il riposino, che a volte durava anche un paio d’ore. Ma il campanello suona verso le 11. Chi sarà? E’ papà Mario, da solo. Ha posteggiato l’auto al solito posto, ma non è bene allineata con il marciapiede, un posteggio malfatto e sbilenco. Come mai così in anticipo? Sul volto i tratti di alcuni piccoli tagli, come di chi si è rasato senza molta cura. Il collo della camicia è malmesso. Mio papà cerca di dire qualcosa ma è confuso, le parole zoppicano, non si capisce il significato. Ma noi capiamo subito che la situazione è seria. Lo facciamo distendere sul letto, chiamiamo l’ambulanza, inizia così la parabola discendente di una vita che, da questo momento e per oltre cinque anni, non si risolleverà più.

E qui interrompo il viaggio del Mario. Saranno anni di prove, sofferenza e davvero rari momenti forse sereni, sino alla morte, il 20 novembre 2024.

Chi vuol bene a mio padre potrà sapere ancora qualcosa di lui. Nel mio nuovo romanzo, ‘Corpi imperfetti’, che uscirà in primavera, ho immaginato due storie parallele, e una racconta ancora del Mario, di ciò che (forse) ha provato da quell’infausto 8 settembre alla primavera del 2023. Un racconto in prima persona.

Papà mi manca, ma è spesso con me: nei sogni, nel ricordo, nella scrittura che incide solchi sul terreno della dimenticanza, nelle foto, nei video, nella preghiera.

Lascio un’ultima foto, scattata da mio fratello Paolo durante la permanenza del Mario nella RSA di Induno Olona. E’ il tempo del Covid. Papà Mario saluta.

 

39 - fine

 

   

Un abbraccio ad Armando



Sono vicino all'amico e collega Armando Crugnola, in lutto per la morte improvvisa della moglie Eva.  Abbiamo lavorato insieme alla scuola media Vidoletti negli anni Ottanta (foto), poi lui è passato alle superiore. Un abbraccio e una preghiera. 

mercoledì 1 gennaio 2025

Il viaggio di papà Mario - 38


 


Il 2019 di papà Mario inizia nel migliore dei modi. Il 16 aprile eccolo in Salone Estense, per la presentazione del mio romanzo ‘Nudo di uomo’. Ma è anche l’occasione per un ricordo di mia mamma Ines e di mio fratello Marco. Per lui altro momento di commozione, di nostalgia, di emozioni forti. Un mese dopo il Mario soffia sulla candelina, in equilibrio al centro della crostata per i suoi 93 anni. Il 16 giugno altra festa, a Casbeno, per il battesimo della pronipote Sofia. Non ci sono balli ma papà Mario sa come fare per trovare occasioni di dialogo, generando anche un po’ di invidia nei giovani. Invidia che ho provato un po’ anch’io (mi vergogno ad ammetterlo) quando, pochi giorni dopo, tocca a me finire in ospedale. Fa molto caldo a Varese in quei giorni di giugno del 2019 ma il Mario non si chiude certo in casa, e viene spesso a trovarmi, non so se in bici, a piedi o con la sua Punto, che guida con orgoglio. Io sono in crisi, mi sento vecchio, lui dimostra molti anni meno. Ma il viaggio che farà a settembre, sempre con la sua Punto, verso casa mia avrà per lui ben altro significato.

 

38 - continua