sabato 9 gennaio 2016
1992 - Tangentopoli
Ieri sera ho visto su La7 la fiction '1992', ricostruzione della tangentopoli italiana. Fra gli sceneggiatori anche il giovane varesino Davide Serino, amico di mia figlia Maddalena. Diviso in 5 puntate, le altre quattro sono in programma sempre il venerdì, su La7, ore 21.15. In programma un dibattito, con Enrico Mentana che ieri ha dialogato con Antonio Di Pietro, Bobo Craxi e Vittorio Feltri.
Ho vissuto abbastanza da vicino quel tempo, almeno in ambito locale, perché proprio nel 1992 ho cominciato a seguire la politica varesina, come giornalista. A prima vista un buon lavoro, le scene di sesso andavano trattate con più classe, e la Lega è stata dipinta in maniera riduttiva. Non dimentichiamo che proprio nel 1992 la Lega porta sindaco a Varese Raimondo Fassa, assai diverso dal leghista presentato nella fiction. La storia della Lega è complessa. Aggiungo qui il parere competente di Giuseppina De Maria, mamma di Davide Serino, uno degli sceneggiatori.
Lo sceneggiato è stato duramente avversato da tanti protagonisti del tempo, preoccupati che venissero a galla sconcertanti verità. Lo stesso Di Pietro, che, a mio parere, è stato reso grandiosamente nella strategia con cui si è confrontato con uomini di potere abituati ad avere, pagando, tutte le strade aperte, servendosi di certi trucchetti per ottenere informazioni utili a stanare la corruzione dilagante, ha minacciato querele per tutti, ed invece dovrebbe ringraziare registi e sceneggiatori perché la sua figura, priva delle trasformazioni successive, in cui un po' ha ripudiato se stesso, appare piena di fede nel valore di una missione di cui si sentiva insignito. Pur comprendendo invece, come figlio, Bobo Craxi, ritengo che si sia mostrato incapace di guardare alla realtà dei fatti, (le ammissioni e le analsi puntuali dei fatti le aveva fatte il suo stesso padre nell'intervista andata in onda) e quindi sia stato impossibile dialogare con chi aveva una visione puramente viscerale delle cose. Davide ha seguito, ricercato e ricostruito la parte storica, intervistato con gli altri i personaggi, (non senza difficoltà), sistemato i dialoghi insieme agli altri sceneggiatori e quando sono venuti a girare a Varese. Per lui è stata un'esperienza di grande spessore culturale e lavorativo e quando sono venuti a Varese per la parte relativa al comizio della Lega, ho potuto notare la grande sinergia con cui tutto lo staf operava. Credo che, pur nella finzione scenica voluta di alcune parti il film rappresenta un documento di analisi storica di un'epoca che ha dato vita al altre vicissitudini e all'oggi di cui viviamo la cronaca.
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