giovedì 2 giugno 2016

Il mio Dio - 20


In quel tempo ero attratto dalla radicalità, sarei stato disposto anche a partire con Carla per l’Africa, l’appartenenza al gruppo missionario decanale mi aveva permesso di conoscere esperienze interessanti, appassionanti. Nel 1984 don Angelo venne nominato parroco a Cassano Magnago. Contribuii alla realizzazione di uno stampato, che riportava la storia della Comunità Shalom. Finiva dunque di esistere quel gruppo giovanile parrocchiale? Don Angelo se ne andava, non pochi di noi si erano sposati: che fare? Iniziò per me un periodo abbastanza lungo fatto di meditazione su come mantenere, nella sua originalità, quell’esperienza di fede, per me così importante. Mentre i più giovani di noi avrebbero continuato il gruppo con il nuovo coadiutore, don Francesco, coloro che erano cresciuti con la Shalom della prima ora erano alla ricerca di una nuova formula ecclesiale, per continuare quel cammino, che nessuno voleva interrompere. Ed io mi sentivo particolarmente coinvolgo in quella ricerca, ero felice di far parte di quella esperienza di fede, credevo nel suo futuro. Ma la morte di mia mamma Ines, il 19 agosto del 1984, mi portò violentemente con i piedi per terra, dentro uan vita reale, anche drammatica. La morte, così vicina in questo caso alle mie giornate, mi portava l’immagine di un Dio misterioso, coinvolto in prima persona nel mistero del dolore e della morte. Chi era dunque questo Dio?

20-continua

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