martedì 7 giugno 2016

Il mio Dio - 30



Sabato 17 settembre 1994                      6.25
  
     "All'aurora Ti cerco, Signore. A Te anela l'anima mia..." Così, fra l'altro, afferma un Salmo. Ed io Ti cerco, meglio, ed io Lo cerco. Ho la mente obesa e flaccida, infiacchita dalla stanchezza. Sarei stato più volentieri a letto. Eppure Lo cerco ancora. Ma dove? E con quali strumenti? Il solo è la buona volontà, la voglia, il desiderio di non risolvere il Suo caso. In fondo è stato sin troppo facile declassarlo, e questo fa dispiacere. Soprattutto fa riflettere. Rimane dentro il sentire di un tradimento, di un tradimento, in fondo, per comodo: perché prendere sul serio Dio obbliga (sì, è un obbligo che pare andare contro natura) ad essere bravi.
     "Non chi dice Signore, Signore! Ma chi fa la Sua volontà entrerà nel Regno..." E' così chiaro. La Sua volontà arriva persino a dare la vita. Cosa c'è di più contronatura di questo atto estremo?
     Mi fa eco dentro, dicevo, la brutta, pessima intuizione di aver tradito un amico per poco. Ed è stato sin troppo facile. Nessun grosso trauma, né pianti, né patemi. Anche perché non è stato un tradimento da porta chiusa in faccia. L'Amico è stato fatto accomodare e messo lì in un cantuccio. 'Buono, ma non parlare. Ti accolgo, ma non essere invadente.' Un amico scomodo, insomma, del quale un poco ci si vergogna. 'Tu sei un difficile amico' scriveva qualcuno, non so se titolando una preghiera. E' stato troppo facile farLo scendere dai piani alti, farLo accomodare nel buio  e nell'umido della cantina. Sì, c'è, ma quello che dice è relativo, poco credibile, superfluo.
     Ho l'impressione che il legame con Dio sia di una labilità spaventosa, come se fossimo reciprocamente avvolti da un filo, magari anche d'oro, ma sottilissimo. Un legame sempre da ridiscutere. "A ciascun giorno basta la sua pena", anche questa è Sua Parola. E ogni giornata riserva la pena di dover rinsaldare questa unione.
     No, non è vero che ogni giorno che passa la rende più stabile, quasi che il legame sia rappresentabile con il cemento armato, che con il passare delle ore si rassoda, si restringe ma insieme attrae a sé tutto quanto contiene, senza lasciare vie di fuga. Il legame con Dio è di ben altra pasta. Ogni giorno si può sciogliere come un nodo malfatto, come un pacchetto dal fiocco senza doppio nodo.
     Credo, suppongo (e lo verifico in me) che molti fuggano non dall'idea di Dio (in fondo così neutra, così consolatoria e mansueta, così carina) ma dalle conseguenze, che per coerenza bisognerebbe seguire.
     Non so chi è più coraggioso: se chi butta fuori a pedate Dio dalla sua dimora, o chi lo relega in cantina. Anche perché ci sono modi e modi di far accomodare fuori, e modi e modi di tenere in casa. Posso dire per me. L'ho tenuto, lo tengo chiuso a chiave di sotto perché non ne ho trovati di migliori. Non lo faccio parlare, non lo ascolto (meglio, lo ascolto poco) eppure non riesco a dimenticarlo, come un primo amore. E torna quella potente, stupenda, grandiosa intuizione di Sant'Agostino: "Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già incontrato."  

30-continua


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