martedì 28 febbraio 2017
Una vittoria per Paolo
La curva varesina non si è dimenticata di Paolo. La vittoria contro Pistoia è dedicata soprattutto a lui, che avrebbe gioito alla grande.
E' nata Ester
ph carlozanzi
Alba radiosa quella di ieri, 28 febbraio, per i miei amici Maria e Marco: è nata la loro bimba, Ester. Gioia grande anche per i miei amici, nonni Carla e Paolo. Evviva!
in foto: alba in Adriatico
Alba radiosa quella di ieri, 28 febbraio, per i miei amici Maria e Marco: è nata la loro bimba, Ester. Gioia grande anche per i miei amici, nonni Carla e Paolo. Evviva!
in foto: alba in Adriatico
lunedì 27 febbraio 2017
OJM Varese-The Flexx Pistoia: 75-70
ph carlozanzi
Notte
fonda al PalA2A? Niente affatto, maremma baskettara! Pistoia è battuta 75-70.
Ma che sofferenza negli ultimi due quarti.
Varese
è sempre avanti, soprattutto grazie ad una maggior precisione nei tiri da due:
15-11 dopo il primo quarto, 35 a 25 a metà partita. Gli animi sono fiduciosi.
Eyenga non è in gran giornata e tende a fare il veneziano, come al solito. Dall’altra
parte va forte Moore, già 13 punti. Nel terzo quarto Moore esplode, in un
attimo sale a 19 punti e Pistoia, con un bel 8 a 0, si avvicina: 40-35. Per
fortuna abbiamo una tripla di Kangur e un buon Maynor, così con un parziale di
11-1 torniamo avanti: 49-36. E sarà 56-47 alla fine del terzo quarto. Moore
sale a 21 punti ma per fortuna sbaglia anche, però Pistoia si fa aggressiva,
perdiamo qualche pallone di troppo, entra il Bullo e fa buone cose: 2 punti e
buoni passaggi. Ma i toscani non mollano l’osso, ringhiano alle calcagna, poi
una clamorosa palla persa, malinteso fra Maynor e Anosike e siamo 65-59, solo 6
punticini ci separano. Si prevede il tracollo varesino. E invece no, fa la sua
comparsa Mister Johnson (foto), che aveva sì segnato 11 punti ma con basse
percentuali. Negli ultimi tre minuti sarà lui il faro della squadra, con falli
subiti, tiri liberi segnati e soprattutto con una tripla d’oro zecchino, che
rotea prima di abbracciare la retina. Eravamo 68-64 all’ultimo minuto, i tre
punti scoccati dalle mani di Johnson fanno tremare le fondamenta del Palazzetto. A quel punto Pistoia non sceglie la via del fallo sistematico (buon
per noi) e così la partita è nostra: 75-70.
Avevamo
un solo risultato disponibile, dopo le vittorie di Cremona e Pesaro: vincere. E
vittoria è arrivata. Per la canna del gas c'è tempo.
Forza
Varese!
domenica 26 febbraio 2017
Alla scoperta di Enea
Sto scoprendo poco alla volta Giuliano Mangano. Come me viene da Biumo, come me è docente (anche se lui ha insegnato lettere ed è felicemente pensionato), come me ama la scrittura, sia in forma poetica che in prosa, compreso il dialetto. Merita di essere scoperto, anzitutto da me. Allego qui una sua biografia. Lo si può trovare anche sul sito: www.eneabiumi.com
***
ENEA BIUMI (pseudonimo di GIULIANO MANGANO) è nato a Varese il 17 settembre 1949. Si è laureato presso la Facoltà di Lettere Moderne dell’Università Statale di Milano con una tesi sulle Cooperative edilizie a proprietà indivisa in provincia di Milano. È stato insegnante di Lettere a Milano, Gallarate Luino e negli ultimi 25 anni all’I.S.I.S. “E. Stein” di Gavirate (Va) dove ha diretto anche un Laboratorio teatrale. È stato regista ed attore della Compagnia Teatrale Amatoriale “Il volto di velluto” (in origine di Cadrezzate ed ora di Brebbia).
Fa parte del
gruppo cabarettistico "I Tema B @ strò" di Gavirate in cui suona e
canta canzoni dialettali, popolari e proprie.
Ha pubblicato:
Lumen XXVIII (collana di poeti e scrittori contemporanei) Ed. Mondo Letterario,
Milano, 1969; “Viva e abbasso” (poesie),
ed. Rebellato, S.Donà di Piave (Ve) 1985;
“Bosinata”, (romanzo) Scrittura Creativa Edizioni, Borgomanero, 2000;
"Le rovine del Seprio", 2010, ed. Macchione, Varese; “Il seme della
notte”, testo varesino a fronte: “La sumenza du la nocc”, (poesie) Scrittura
Creativa Edizioni, Borgomanero, 2014 (Primo premio al concorso “I Murazzi” di
Torino, 2015; segnalato al concorso “Tra Secchia e Panaro” di Modena e al
premio “Alda Merini” di Brunate, 2015). E' presente nell'antologia degli
scrittori varesini "I stràa d'ra Puesìa" con la raccolta "Quàtar
vèrs tiràa de sbièss" , Varese, 2012.
Ha collaborato
ai seguenti volumi: Consorzio Casa di Milano 1962-1972, ed. Centro studi della
cooperazione, Milano, 1973; Ilario Bianco, Il movimento cooperativo italiano,
ed. Baldini & Castoldi, Milano 1975; Prefazione al volume “Guido Bertini,
Commedie dialettali”, ed. Nicolini, Gavirate (Varese) 1985.
Ha collaborato
alle seguenti riviste e quotidiani: Cooperare, Tracce (Varese), La Prealpina,
Il Majakovskij, Gazzetta dei giornalisti, Il Sabato, Avvenire. Attualmente
collabora con la rivista torinese “Vernice”.
Opere
teatrali: “Un diavolo per marito”, “Diritto e rovescio”, "La lüna in dul
pozz", “La luna nel pozzo”. Traduzioni teatrali: “A scatola chiusa”, “Ul
dutur du la mè dona”, “Dì mia gatt se l’è no in dul sacc” di G. Feydeau ; “El
dutor di matt” di E. Scarpetta; “Il delitto di via Spiga”, “L’anima travasata”
e “Bottega di bellezza” di G. Bertini, “Agenzia investigativa ovvero On caprizzi
e poeu pù ” di S. Fayad, “Il misantropo e lo spazzacamino” e “La lista di Rosafol” di E. Labiche.
Traduzioni
dallo spagnolo (in collaborazione con Maria Luz Loloy Marquina) da: Luis
Rogelio Nogueras, Alex Pausides, Jesus Cos Causse, Atilio Jorge Caballero
(Cuba); Poni Micharvegas, Gloripe Antòn, (Spagna) Roberto Jorge Santoro,
Rolando Revagliatti, Juan Gelman (Argentina) Abelardo Sanchez-Leon, Antonio
Cisneros, Cesar Vallejo (Perù), Neruda (Cile), Lennart Sjögren
(Svezia, tramite la traduzione in castigliano di Ingrid Wickström)
È stato
direttore insieme con Martin Poni Micharvegas di una rivista on line
www.ipoetinomadi.com.
sabato 25 febbraio 2017
Angeli e merli
Vernissage questa sera in Galleria Ghiggini della mostra di Loris Ribolzi e Angela Grimoldi. Una mostra suggestiva, di due artisti varesini che meritano un incontro. Sfrutto il sito della Galleria Ghiggini, per qualche nota sugli autori.
LORIS RIBOLZI ANGELI: VOLTI E COLORI & ANGELA GRIMOLDI I MERLI RACCONTANO
Due titoli che insieme esprimono il sentimento che anima il progetto studiato ad hoc da Loris Ribolzi dove saranno presentati i nuovi lavori dello scultore che per l'occasione proporrà una rinnovata ricerca espressiva su angeli, volti e colori. La pittrice Angela Grimoldi esporrà un ciclo di opere ispirato ai merli e ai loro racconti.
LORIS RIBOLZI è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Brera, svolge ricerche ed esperienze sulle tecniche, sulla materia e sull'immagine. Nel suo lavoro utilizza diversi materiali come legno, ferro, gesso, ceramica e vetro. Dal 2002 collabora con la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. “Gli angeli hanno le ali e qualche volta volano. Sono diversi tra loro. Non sono sempre buoni. Possono essere dispettosi e bugiardi o suadenti come sirene. Alcuni hanno contatti con ninfe, streghe e folletti. Di loro si sa poco. Volti ricavati da blocchi compatti di bagolaro (spacca sassi) tagliati con linee secche, semplici e decise velocemente. Lasciati a riposare. Improvvisamente colorati con pigmenti puri. Non vogliono dire niente di più di ciò che ognuno ci può vedere”. L. R. ANGELA GRIMOLDI è diplomata all'Accademia delle Belle Arti di Brera. Renato Guttuso è il primo vero maestro di Angela che ha frequentato il suo studio di Velate. Pittrice di grandi formati e di raffinato mestiere acquisito in tanti anni di lavoro con molteplici materiali e tecniche. Angela negli anni si è dedicata alla sperimentazione in diversi campi artistici realizzando quadri di importanti dimensioni e installazioni in Francia, Svizzera, Turchia, Cina e Giappone. I suoi lavori figurano in collezioni in Italia e all’estero. “Cosa raccontano i merli? Pochi lo sanno. Pochi li ascoltano. Pochi conoscono il loro linguaggio. Pochi fanno domande ai merli e ancora meno ricevono risposte. Ad Angela a cui i merli raccontano storie e fanno confidenze inutile chiedere cosa dicono: non ve lo dirà mai”. L. R.
Galleria GHIGGINI 1822 / via Albuzzi 17 / Varese i n m o s t r a f i n o a l 2 1 m a r z o 2 0 1 7 orario: da martedì a sabato 10-12.30 / 16-19 0332.284025 / galleria@ghiggini.it / www.ghiggini.it
L'arrivo di Re Bosino
ph carlozanzi
Sabato
25 febbraio 2017 – Arrivo del Re Bosino
Puntuale
come un treno svizzero, ecco alle ore 15 di sabato 25 febbraio 2017 arrivare
alla Stazione ferroviaria Nord il Re Bosino (alias Antonio Borgato), atteso da
un’auto d’epoca, dal sindaco Davide Galimberti (per la prima volta nei panni
di borgomastro del Carnevale) e dal regiù della Bosina. Quindi corteo, aperto dai rappresentanti della
Famiglia Bosina, seguiti dalla Edelweiss, la banda di Velate, dagli Angeli Urbani,
da bimbi in abiti variopinti, dal Re e dalla Regina del carnevale di Olgiate
Comasco (uniti in gemellaggio con Varese), auto storiche e di lusso, l’auto con
Pin Girometta e la massèra Lidia Munaretti in abito tradizionale, infine il re
finto e il sindaco vero. Da un balcone di Corso Matteotti il primo discorso del
Sovrano di una settimana, preceduto dai saluti del regiù Luca Broggini, quindi
tutti in Sala Matrimoni a Palazzo Estense, per la tradizionale consegna delle
chiavi. Pin Girometta ha spiegato ai bimbi presenti che si apre una settimana
di pacchia: niente scuola, niente tasse
per i cittadini…L’avvocato Galimberti, sindaco che evidentemente non smette mai
i panni del bravo primo cittadino, ha rimarcato invece che Pin Girometta
promette ciò che non si può mantenere, perché in verità Varese sta vivendo un
periodo di grandi cambiamenti, novità che faranno contenti i cittadini. Bisogna
quindi lavorare. Infatti, consegnando la grande chiave della porta centrale di
Varese al Re Bosino, ha consegnato anche l’agenda dei lavori, impegni dalle
sette del mattino sino a tarda serata. Naturalmente scherzava; infatti ecco la
grande chiave passare da una mano all’altra, quindi altro discorso del Sovrano,
che ha dichiarato aperta la settimana del divertimento.
La recensione e il mistero
Grazie
al caro amico Arnaldo Bianchi, ho recuperato la recensione (apparsa sul
quotidiano La Prealpina in data 30 aprile 1952, a firma F.T.), scritta dopo il
concerto di mamma Ines in Salone Estense. Elogi e anche qualche critica. Purtroppo
non si fa cenno al tipo di pianoforte, quindi il mistero del piano della
Vidoletti rimane. Sarà quello del concerto? La mia ricerca continua.
Il primo concerto
della pianista Ines
Ravasi
La giovane pianista
Ines Ravasi s’è presentata ieri sera per la prima volta al pubblico, in un
concerto particolarmente impegnativo per la eclettica varietà del programma
presentato. Ed ha vinto brillantemente la sua prima battaglia d’arte, senza
tradire affatto quella emozione di cui era certamente pervasa come tutti i
debuttanti.
Con la Ravasi si è
avuta una grata rivelazione, sia dal punto di vista del temperamento che della
preparazione. Questa giovane pianista è padrona d’un tocco che riassume potenza
e scorrevolezza insolite. A questi pregi naturali, occorre aggiungere una
rilevante tecnica e soprattutto l’invidiabile facoltà di assimilare prontamente
i vari stili degli autori rendendoli nelle loro particolari caratteristiche.
Bach, Beethoven e Franck, in modo speciale quest’ultimo nel mirabile preludio
corale e fuga, hanno rappresentato la parte classica del concerto, e la Ravasi
non è uscita schiacciata affatto da tanta musicalità, anzi, si è difesa benissimo.
Certo non tutto è
lucente e perfetto nella Ravasi; qualche deficienza è affiorata: impulsivo uso
del pedale, ridondanza di potenza a detrimento della distribuzione degli
effetti che in certi punti del concerto si sarebbe desiderato maggiore, un non
completo adeguarsi talora fra la tecnica e le possibilità espressive. Ma sono
difetti attribuibili alla gioventù e
alla inesperienza e non a doti naturali e alla preparazione che invece fanno
sperare bene per l’avvenire di questa giovane concertista, se non le verrà meno
la perseveranza e il sacro fuoco dell’arte.
F.T.
venerdì 24 febbraio 2017
In Medio(lanum) stat Michele
ph carlozanzi
E dopo Fabio Ilacqua e la sua travolgente Occidentali's Karma, ecco un altro mio ex alunno Vidoletti che fa parlare di sé: Michele Gazo. Non il successone sanremese, ma un romanzo storico che già nuota di buona lena nel mare magnum della narrativa nazionale. Mediolanum, la conquista dei Celti (Centuria edizioni). Oggi presentazione ufficiale a Varese, alla libreria Feltrinelli, con Michele attorniato dalle scrittrici Patrizia Emilitri e Raffaella Bossi. Non ho letto il libro e non ho seguito tutto l'incontro, qui il mio è più che altro un omaggio fotografico e un attestato di stima per Michele (che non è al primo romanzo, e quindi comincia ad avere la mano esercitata e un suo pubblico). Allego una breve recensione che ho trovato in rete. Auguro a Michele la sua conquista: non di Milano, ma dei lettori.
È il 585 a.C. Spinto da una profezia, ma anche dal desiderio del suo popolo di espandersi e colonizzare altre terre, Belloveso, un predestinato segnato dal dio del fulmine, intraprende insieme a un gruppo di coloni e guerrieri celti l'impervio passaggio delle Alpi. Sanno che li attende un'ardua sfida e sul loro cammino affronteranno agguati e tradimenti, prodigi e maledizioni, popoli rinnegati e lascive regine. La loro missione è anche una corsa contro il tempo: per ristabilire l'Oiw, il flusso di energia che governa la vita, Belloveso deve trovare e consacrare il Medhelan, il centro dei mondi, nel giorno esalto in cui «il cielo e la terra saranno uno». Questa è la storia del viaggio di un guerriero alla scoperta di un antico mistero druidico, e dello scontro fra i Celti e gli Etruschi, decisi a conquistare per primi le terre del Nord. Ma è anche la storia di un grande amore, quello tra Belloveso e Mevian, donna sacra erede dei segreti mistici degli Edui. E di un presagio che si trasformerà in una città: Milano. Un racconto epico che da un ricco patrimonio di storia e di leggenda trae una narrazione dal passo tumultuoso e dalle atmosfere magiche.
Tutti ad accogliere Re Bosino
Domani ha inizio la pazza settimana del carnevale varesino. Alle ore 15, alla stazione Nord, arriva Re Bosino. Merita un'accoglienza degna di un sovrano!
giovedì 23 febbraio 2017
Morbillo
Morbillo
Benefico
morbillo,
infezione
di primule sul prato stinto,
gialle
lacrime dell’ultimo inverno,
commozione
di un vecchio
che
adora l’inizio,
sopportando
la fine.
La patente
Oggi,
andando a ritirare la patente rinnovata, immaginavo mi dessero, come sempre,
una striscetta autoadesiva da allegare alla vecchia patente…e invece no, ecco
una piccola patente di plastica, tipo tessera sanitaria regionale, con una
ridicola foto piccola piccola. E allora la mia vecchia patente va in pensione:
rosa come la cartolina rosa del militare, arrivata per me proprio negli anni
della patente, che guadagnai a 21 anni, prima non mi serviva, dovevo studiare.
Autoscuola Venezia di via Magenta, su consiglio di mio padre, che lì aveva
preso la patente dopo i 40 anni, solo dieci anni prima di me. Un po’ mi dispiace,
anche se guardare la mia foto di ventenne diventava di anno in anno meno
rassicurante: se prima accresceva la mia autostima, ora la rinsecchiva.
Collocherò
a riposo la mia vecchia patente nel solito cassetto dei ricordi…sempre più
ricco.
mercoledì 22 febbraio 2017
E' nata Caterina
Evviva! Ieri, 22 febbraio, è nata Caterina, la prima nipotina dei miei cari amici Anna e Gigi. Felicitazioni, e ben arrivata alla neonata!
Da Ilacqua, ottimo vino
Fabio
Ilacqua (paroliere di Occidentali’s Karma, canzone vincitrice di San Remo 2017) e
Luca Chiaravalli (che ha arrangiato il brano e diretto l’orchestra) sono stati
festeggiati questa sera al Circolo di Casbeno, luogo amato da Fabio,
assiduamente frequentato prima del successo inatteso e travolgente del brano,
che tutta Italia sta ballando. Sindaco Davide Galimberti (che ha consegnato ai due una medaglia), vicesindaco Daniele Zanzi, il consiglio del Circolo
al gran completo, i casbènatt, la stampa, foto di qua e di là, video e tanti
applausi per questo piccolo-grande paroliere (classe 1975) e per il ‘watusso’
gallaratese (classe 1971), amici da vent’anni, ora anche compagni di lavoro e
di successo. I due (attesi dal governatore Bobo Maroni ai piani alti del
grattacielo meneghino), oggi promettono di non tradire gli ideali, declinati
con parole quali semplicità, purezza di intenzioni, musica scritta e suonata
per il piacere di farlo, senza intenti commerciali, ma in fondo ciò che conta è
che ci regalino altra buona musica. E se arrivano successo e soldi, è anche
giusto. Se li sono meritati, dopo anni e anni di gavetta. Fabio è stato mio alunno alla Vidoletti sul finire degli anni Ottanta, un ragazzino
silenzioso e scattante. Poi l’artistico, Brera, quadri dipinti e musica scritta
e suonata, ma soprattutto un lavoro di contadino a Casbeno. Personaggio
poliedrico, a suo modo colto e con idee chiare. Poi questo successo inatteso e sperato: un botto, come i tappi che sono saltati stasera a Casbeno, per
il brindisi. Dall’Ilacqua, ottimo vino. Prosìt. E così sia, cioè Amen.
Il ritorno di Giulio
Molto bene. Apprendo ora da Varesenews che il mio amico e compagno di liceo Giulio De Palma (primo a destra) torna a Varese, a fare il comandante dei Vigili del Fuoco. Già venne anni fa, dopo varie peripezie. Poi ripartì e ora torna, credo ormai sino alla pensione. Figlio di comandanti (suo padre Pietro fu comandante dei pompieri varesini dal 1971 al 1981), Giulio è persona equilibratissima, dalla parlata pacata, dal sorriso facile. Ricordo negli anni del liceo andavo spesso nella sua abitazione in via Legnani, sede del Comando dei Vigili del Fuoco: si studiava, ma soprattutto si giocava a biliardo e a tennis tavolo. Veniva dall'Emilia, ottimo giocatore di volley (allora), eccellente a scuola, genio della matematica.
Bentornato, amico mio.
Non vi tedierò
Non vi tedierò con le ripetitive immagini delle mie salite in bici al cannoncino del Campo dei Fiori, anche perché (visti i miei obiettivi sportivi 2017) dovranno essere assai. Ma la prima salita dell'anno è per me speciale, e merita un'immagine. Di solito c'è la neve, quest'anno niente. Mi sa che la stagione sciistica, per me, si è definitivamente conclusa. Una stagione assai breve, priva delle sciate a Brinzio. Mi approssimo alla primavera con un po' di amaro in bocca. Non mi sono sfogato abbastanza. Se mi troverete un po' nervoso, sapete il perché!
martedì 21 febbraio 2017
Un Ibach per Gjoni
Serata
davvero speciale ieri, 21 febbraio, nell’aula magna della scuola media
Vidoletti, per l’inaugurazione del piano a coda Ibach restaurato. Coordinato
dal flautista Arnaldo Bianchi, l’evento ha visto la partecipazione del maestro (ex
alunno Vidoletti) Federico Gandini, pianista accompagnatore alla danza e
restauratore. Alla sua equipe si deve il prezioso lavoro svolto sul piano a coda
di inizio novecento, che è tornato nuovo, pronto alle mani davvero educate del
giovane pianista Kristofer Gjoni. Classe 1998, allievo del maestro Marco Sala,
Gjoni ha incantato i presenti. Si è poi unito al clarinettista Giona Pasquetto,
per la parte finale del concerto. La Vidoletti, grazie ai docenti di strumenti,
ai prof. di musica, al preside e alla vicepreside, ai genitori del Consiglio di
istituto e ad altri appassionati, da anni sta curando questa nuova ‘pianta’ musicale,
che cresce e si arricchisce anche di questi martedì in musica. Prossimo appuntamento
l’8 marzo: una festa della donna con un concerto di chitarra, poesie in
dialetto e in italiano, racconti.
Il gran cuore di Paolo
ph carlozanzi
Centinaia
di persone, soprattutto giovani, questo pomeriggio si sono sedute sulle tribune
del Palazzetto dello Sport, e il tifo era solo per lui: Paolo. Un palloncino
rosso con la scritta ‘Ti amo’ dava l’idea che il ragazzo stesse già volando.
Fiori, palloni da basket, magliette della Pallacanestro Varese, firme, una
foto, le parole di papà Giuseppe e di mamma Daniela, riservate a questo loro figlio dalla grande
sensibilità, capace soprattutto nei dieci mesi della malattia di diventare
adulto. “Si sono ribaltate le parti” ha detto papà Giuseppe. “Sono i genitori
che dovrebbero educare i figli, dare loro l’esempio, qui è stato Paolo, il mio
eroe, ad insegnarmi il coraggio.” Una testimonianza che ha segnato anzitutto
chi gli è stato più vicino (i genitori, il fratello, le sorelle, la sua
ragazza), ma anche tutti quelli che hanno, poco o tanto, incontrato la sua
storia. Poi altre parole, lette dai suoi
amici, e poesie scritte dal diciottenne che ha saputo sopportare il peggio
della vita: un male incurabile, cure debilitanti, dolore, paura.
Che
dire? Nel breve periodo per me è la seconda testimonianza di qualcuno che sa
vivere la sofferenza con grande dignità, vincendo la battaglia più dura: mio
fratello Mock e Paolo. Con Mock ho potuto ‘respirare’ la sua vicenda
incredibile, con Paolo no, ma mi fido di chi gli è stato accanto. E porto con
me il rimpianto per non aver valorizzato al top (forse nemmeno capito nel
profondo) Paolo nei suoi anni alla Vidoletti. Da me si meritava il massimo.
Auguri, Enrico
Felice compleanno al mio amico Enrico, già docente di lettere e scienze motorie, vicepreside alla Vidoletti (eccolo infatti alla destra del 'padre' Antonio), oggi a riposo pensionistico.
Un abbraccio.