Cammino,
corsa, bici e nuoto. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma ci aggiungerei un’altra
modalità motoria, invernale ma non solo: lo sci. Certo non alludo allo sci
alpino, quello che delega la fatica agli impianti di risalita e regala solo
rilassanti discese, intervallate da soste più o meno lunghe nei
rifugi-ristoranti che sfornano polenta variamente condita, strudel e torte ai
mirtilli. Non è certo quella la modalità per dimagrire e potenziare l’apparato
cardiocircolatorio e respiratorio. Ovviamente mi riferisco allo sci nordico,
esercizio completo, rigenerante, appagante ma non privo di fatica. Può
sostituire il nuoto, in inverno, soprattutto per chi (come me) abita in una
località che regala la possibilità di praticare lo sci da fondo due-tre mesi l’anno (Cunardo) e, se fiocca, anche a Brinzio.
Lo
sci da fondo non è affatto il parente povero dello sci alpino. Inoltre vi è da
correggere una diceria del tutto errata: non è vero che lo sci nordico non sia potenzialmente
pericoloso, in fatto di infortuni. Certo, in genere la velocità è minore
rispetto allo sci alpino, ma le cadute sono sempre pericolose. Quindi non lo si
può affrontare a cuor leggero, ad ogni età, come si trattasse di una
passeggiata in mezzo ai boschi, con la sola differenze che si scivola sulla
neve. Occorrono attrezzatura adeguata, qualcuno che insegni i fondamentali, e come sempre
pazienza e dedizione. Qualche soldino bisognerà spenderlo, ma molti molti meno
rispetto allo sci alpino. Una volta
raggiunto un minimo di sicurezza, appresa la tecnica sia del pattinato che dell’alternato
(è importante impararle entrambe), la gratificazione sarà davvero notevole.
Scivolare sulla neve, in un ambiente naturale appagante, lontani dalle auto e
dallo smog, vale ogni nostro sacrificio. Tutto il corpo partecipa all’azione,
con un benessere diffuso. Provare, per credere.
19-continua
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