giovedì 14 settembre 2017
La parola del corpo
Ieri è stato per me il 'chiodate day'. Da qualche anno, fra settembre e ottobre, vado al campo di atletica di Calcinate e corro 8 km in pista, 10 giri con le scarpe normali e 10 con le mie chiodate Adidas. Poi le ripongo nel portascarpe e lì restano, sino all'anno dopo. E' uno dei miei tanti riti scaramantico-propiziatori. Mentre correvo a ritmo da pensionato notavo i giovani atleti, sia maschi che femmine, certamente felici dei loro corpi, che curano e potenziano, con risultati invidiabili. E così ho pensato anche al mio corpo, a quello giovane e all'attuale. Il mio corpo, sin da ragazzo, ha spesso parlato per me, favorendo l'acutizzarsi della mia naturale inclinazione al silenzio. Ho scelto una professione dove è il corpo che parla al docente, e anche attualmente curo il corpo, tralasciando di 'allenare' a dovere altre mie potenzialità, che restano fragili e incompiute. E poiché è il corpo il primo a cedere (e già manda segnali), forse mi dovrei preoccupare.
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