lunedì 18 dicembre 2017
Natale -6
Cerco di farmi chiarezza sul tema dei regali natalizi. Dunque...a Natale si ricorda la nascita di Gesù. Dicono i Vangeli che alcuni Magi giunsero da oriente e portarono doni al neonato. A crederci, Gesù è il nostro dono, quindi noi per ringraziarLo dovremmo portare doni a Lui, ma poiché non è facile far avere doni a Gesù ecco che si è pensato che debba essere Lui comunque il protagonista, quindi nella notte di Natale Gesù porta doni ai bambini buoni. Questo almeno è ciò che hanno insegnato a me e a molti altri, alle nostre latitudini. Perché altrove si fa diversamente. Quindi i bimbi attendono con grande gioia il Natale e cercano di essere bravi (da qui nasce il buonismo natalizio), perché vi saranno i doni. Ma si cresce, e il dono ci si ritorce contro: da gioia a stress. Sino a quando (e i nonni ce lo insegnano) con la saggezza data dall'età si regalano soldi, e tutto si fa più semplice. Poi dipende anche dal carattere e dal bene che si vuole a una persona, però in linea di massima fare regali, soprattutto per Natale, non è un piacere. Non si sa che fare, si ha paura di finire nella lista dei regali da riciclo (quindi soldi sprecati), ci si sente obbligati....Io arrivo sempre all'ultimo momento...Ricordo ancora come un incubo alcuni anni fa, la vigilia di Natale, in bici verso l'Iper, nel ghiaccio e nel gelo (arrivai che era ancora chiuso e quindi dovetti attendere l'apertura, sempre al gelo) alla disperata ricerca di qualche regalo decente. Saper fare regali è un arte. Pensare, acquistare e donare con classe è privilegio di pochi. Tutti gli altri si arrabattano prosciugando le tredicesime, favorendo l'economia nazionale, compresa quella farmacologica!
Solitamente, a mio modesto parere, si fa un regalo che si ritenga 'necessario' alla persona che lo riceve. Se non si sa cosa regalare, è molto meglio astenersi o, come mi è già capitato, fare regali ai bisognosi. Sono tante le associazioni, anche a Varese, e quindi si cerca di fare qual che si può. A parenti o amici lo si può anche dire e quindi condividere, o moltiplicare, il dono anche modesto che ciascuno si sente di fare.
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