mercoledì 22 agosto 2018
Magnolia
Periodo fortunato per i film televisivi. Già ho scritto del western 'Il fuoco dela giustizia', poi qualche giorno fa ho visto 'Signori & Signore', un film del 1966 di Pietro Germi, ritratto impietoso del clima di una cittadina della provincia veneta: un film che mi ha ricordato i romanzi di Piero Chiara. Ieri ho poi visto 'Magnolia', film del 1999, diretto e scritto da Paul Thomas Anderson, con ottimi attori, fra i quali Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman e Julianne Moore. Siamo in California, diverse storie parallele si incontrano, si incrociano, unite da vari temi, ma uno su tutti: la fatica di vivere. In particolare Anderson se la prende coi maschi, pessimi padri e mariti: abbiamo il padre che abbandona il figlio quattordicenne al capezzale della madre morente e se ne va, incapace di reggere il peso del dolore; c'è quello che probabilmente ha abusato della figlia; due padri hanno 'rovinato' i giovani figli, geni destinati a passare l'infanzia sui libri per partecipare ai giochi televisivi a premi. Ma arriva il tempo della resa dei conti, il cancro fa razzia e la vita passata torna impietosa col suo carico di rimpianti e di incontri falliti. Il regista, però, esagera, amplia il quadro, aggiunge altre tematiche e si lascia andare a simbolismi e trovate (una canzone, 'Save me', di Aimee Mann, cantata da tutti i protagonisti...) che un po' disorientano. Comunque un bel film, che merita una seconda visione.
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