giovedì 17 gennaio 2019
La cattiva figlia
Sto leggendo un romanzo che consiglio, 'La cattiva figlia', scritto da Carla Cerati. La scrittrice, classe 1926, morta a novant'anni dopo una vita di successo professionale, sia come fotografa che come narratrice, mette in pagina (è chiaramente autobiografico) la sua esperienza di figlia in rapporto con la madre anziana, da accudire. Una situazione esistenziale assai comune, fonte non di rado di stress da parte della figlia. Scrittura piana, scorrevole, narrazione che non necessita di riletture, chiara e profonda. La figlia, io narrante, mette a nudo senza pietà il suo vissuto, le sue battaglie interiori e quelle combattute sul campo di un appartamento da condividere, di una vita da condividere. Emerge angosciante quel senso di soffocamento dato da una presenza che ti 'rovina' la vita, meglio, che ti impedisce di godere di quella libertà tanto desiderata per gli anni che vanno dai 50 ai 65/70, il colpo di coda prima di sprofondare nella vecchiaia. E l'amore filiale? E il sacrificio di sè come valore? E il debito di riconoscenza verso chi ci ha generato alla vita? E l'onorare il padre e la madre? Questo è un romanzo dove si scava senza belletti verso la verità dei nostri sentimenti, che non vengono negati, taciuti, soffocati come indesiderabili. Una storia al femminile profondamente umana.
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