sabato 26 ottobre 2019
Mutatis mutandis
Felice compleanno a don Angelo Morelli, che si avvicina (non ancora troppo, però) agli ottanta. Eccolo (a sinistra nella foto) nel 1978, chiesa del Lazzaretto, durante la Messa per il 25° di nozze dei miei genitori. E proprio in quegli anni don Angelo è stato per me un prete importante, fondatore di una comunità decisiva vuoi per la mia scelta matrimoniale (lì ho incontrato mia moglie, e già questo basterebbe a rendere profetica e benedetta la Shalom) vuoi per il consolidarsi di una idealità cristianocattolica che, a tanti anni di distanza, colma di dubbi e di distinguo e di fatiche, ancora regge.
Don Angelo ripeteva alcune frasi, spesso latine, nei suoi discorsi: la più nota era 'mutatis mutandis' e regolarmente aggiungeva 'che non vuol dire cambiate le mutande!'. Cambiando ciò che c'è da cambiare, in pratica 'fatte le debite distinzioni', così, traducendo liberamente. Ebbene, mutatis mutandis, si potrebbe dire che la comunità Shalom di allora in fondo è la stessa di adesso, anche se in apparenza tutto è cambiato, a cominciare dal nostro aspetto fisico (allora eravamo giovani e belli) eccetera eccetera eccetera. Cosa resta? Bè, don Angelo che sta ancora 'bene benissimo', resta l'amicizia e soprattutto resta (in differenti gradi di fede e di convinzione) la speranza di non morire mai, fidandosi del Signore risorto, che anche grazie a don Angelo incontrammo allora, negli anni Settanta e Ottanta, e da allora ci 'tormenta' e ci consola.
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