Da un paio di giorni, nei miei panni di nonno, mi capita di passare
dalla zona del Liceo Classico ‘Cairoli’ di Varese, il mio liceo, alle 7.45,
giusto l’orario dell’arrivo degli studenti. Ci passo volutamente a piedi, con
calma, gustando il piacere del ricordo dei miei anni (ma allora ero teso e
preoccupato, nessun piacere o ben pochi) e il bello della visione di questa
gioventù, del futuro del nostro paese. Domina il nero (pantaloni neri, felpe
nere, giacche nere, scarpe nere)...qualche bianco, praticamente nessun colore
vivace, una sorta di lutto, un colore che ben descrive lo stato d’animo degli
studenti, in ambascia per ciò che li attende. Eppure molti sorridono. Molti
ripassano, libri aperti, quaderni aperti, cellulari accesi, qualcuno ripassa
con davanti il caffè o la brioches al vicino bar-pasticceria. Rare le coppie,
rarissimi i baci, qualche sigaretta. Molti sono seduti e attendono, altri
arrivano più o meno di fretta. La superiorità numerica delle ragazze è
evidente. Poi attraverso via XXV aprile, lascio il Classico e la media Dante e
mi porto nella zona Ragionieri-Geometri. Cambia poco, se non una maggior
presenza maschile. Li invidio? Sì e no...Certamente invidio la loro età e la
loro fresca bellezza, non il fatto che fra pochi minuti suonerà la campanella e
dovranno render conto del loro studio. Si faranno coraggio a vicenda, e questo
è consolante. Sono felice, mi piace tutta questa vita, questo domani che vibra,
che si interroga prima di essere interrogato. Poi abbraccio i miei nipotini,
una vita ancor più dolce e in divenire. Sto bene.
Nessun commento:
Posta un commento