Sergio di Siero, elegante narratore varesino d’adozione, ama trattare
bene i suoi lettori e lo fa sia con la sua scrittura raffinata, sia quando si
tratta di presentare al pubblico il suo nuovo romanzo. E così ieri sera, nella
sede di VareseVive in centro Varese, lo scrittore ha messo in vetrina il suo
‘Allora’ con tanto di accompagnamento musicale (al piano Antonio Belfiore), di
letture a cura di Nicola Tosi, video di Matteo Carnio, e un ricco buffet
perché, come si dice, va bene nutrire lo spirito ma anche il corpo ha le sue
esigenze. E il pubblico ha risposto, riempiendo la sala. Madrina della serata
la giornalista e scrittrice Nicoletta Romano, direttrice della rivista Living,
che ha sottoposto Sergio di Siero ad una fuoco ‘amico’ di domande, sicché
abbiamo saputo che ‘Allora’, quinto o sesto romanzo dell’autore, unisce una
precisa ricerca storica sul periodo anni Cinquanta-Sessanta in Italia, a
vicende familiari, dove i due protagonisti principali sono due facce della
stessa medaglia, e dove l’uso della metafora è prevalente. E così abbiamo
Vittoria, protagonista femminile, che sa di sconfitta più che di vittoria, e
uno specchio misterioso e altro ancora. Chi conosce l’autore sa che non si
troverà davanti pagine di immediata lettura ma una scrittura che scava, che
impegna, che rimanda ad altro. E chi non conosce Sergio di Siero apprezzerà
certamente i diversi piani di lettura e il gusto di indovinare, di immaginare e
non solo di conoscere al primo sguardo. Il romanzo affronta i temi dell’emigrazione
e della inevitabile mutazione antropologica degli italiani imposta dalla
società dei consumi. Abbiamo riferimenti a Pasolini e ai ‘vinti’ di Verga. Un
romanzo che alterna la grande e la piccola storia, vicende epocali come il
dramma del Vajont, l’alluvione di Firenze, il caso Mattei.
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