lunedì 22 settembre 2025

'Il Walser dell'imperatore' di Anna Lina Molteni

 



Conosco Anna Lina Molteni dal gennaio del 1992, quando mi autografò, con dedica, il suo romanzo ‘La stagione del gufo dorato’. Avevamo partecipato entrambi al premio Montblanc per giovani narratori, lei arrivò in finale, io no, lei vide il suo libro pubblicato dalle Paoline, io dovetti aspettare altro tempo. La invitai, negli anni successivi, a presentare alcuni miei lavori, lei venne molto gentilmente, dimostrando di saper scrivere, ma anche di saper leggere gli scritti altrui e di dare interpretazioni interessanti. Poi un lungo silenzio di anni, non ci siamo più incontrati ma abbiamo continuato a dare seguito alla ‘malattia’ dello scrivere, completando, arricchendo i nostri mestieri (lei veterinaria, io insegnante) con romanzi e racconti. Di Anna Lina posso citare ‘Falsa staffa’ e poi i romanzi recenti, che l’hanno condotta dalla brughiera e dal suo amore per i cavalli sino alle montagne, con una particolare attenzione alle figure femminili e alla loro condizione nella storia. Ecco allora ‘L’ombra dei Walser’, ‘Lo specchio verde-I libri e le montagne di Giovanna Zangrandi’, ‘Nient’altro che un nome’. E sul mondo dei Walser la Molteni è tornata con ‘Il Walser dell’imperatore’ (MonteRosa edizioni). Si legge nel risvolto di copertina: ‘…è un romanzo ispirato alla straordinaria epopea di Antonio De Toma (1821-1895), ragazzino walser che, partito dalla Valsesia a undici anni come semplice garzone gessatore, divenne il più celebre stuccomarmista dell’Europa Centrale. Conteso dai sovrani, gli affidarono la decorazione dei propri palazzi Oscar I di Svezia, Ludwig II di Baviera, Francesco Giuseppe d’Austria. De Toma fu profondamente legato alle proprie radici walser e orgoglioso delle origini mai dimenticate, al punto da continuare a usare il titszchu come lingua di scambio con i propri collaboratori valsesiani.’ Rivelata la trama, dirò che la prosa della scrittrice varesina è una prosa ‘classica’, con ciò intendendo un corretto uso di grammatica e sintassi (non è sempre scontato), un narrare accurato senza essere ricercato, una scorrevolezza che facilita la lettura. Ecco un esempio: ‘Hai mai pensato che l’autunno viene solo per il bosco ceduo? E’ bastata una mattina di vento perché gli aghi che ancora resistevano sui rami dei larici si staccassero definitivamente e ora sul sentiero dello chalet De Toma c’è un pavimento di fiammiferi gialli, regolari nella forma, ma mischiati in una distribuzione casuale, come tessere di uno dei tanti mosaici veneziani che hai composto negli anni in cui sei stato il più abile decoratore d’Europa.’


Nessun commento:

Posta un commento