domenica 26 ottobre 2025

'Fiori per la danza macabra' di Angela Borghi


 


Fiori per la danza macabra

 

A poco più di un anno dal suo ultimo romanzo giallo (L’uomo che guarda il lago), Angela Borghi saluta il suo nuovo romanzo, sempre per Morellini editore, e sempre nella collana Delitti di lago. Cambia però il lago: non quello di Varese ma il Maggiore, dove si compie il duplice delitto, evento scatenante la trama de ‘Fiori per la danza macabra’. I due attori principali sono sempre quelli de ‘L’uomo che guarda il lago’ e cioè Teodolinda Caretti detta Teo (medico legale amante della corsa e delle indagini, anche se non richieste) e Arno Brandstatter, commissario altoatesino distaccato alla Questura di Varese. Il titolo fa riferimento all’affresco della Danza macabra, che si trova all’Eremo di Santa Caterina del Sasso (dove viene rinvenuto a pelo d’acqua il cadavere di una giovane donna), mentre i fiori, presenti sul lago, vicino al corpo della prima ma anche della seconda vittima (sempre giovane donna, sempre capelli rossi, sempre vicino a riva distesa in acqua) paiono far riferimento al noto quadro ‘Ophelia’ di Millais. La storia è ricca di attori secondari, alcuni già conosciuti nella vicenda ambientata sul lago di Varese, altri ovviamente del tutto nuovi, rispetto ai quali il lettore dovrà fare uno sforzo di memoria per districarsi, perché i nomi sono tanti. Ma la Borghi sa come scrivere per non rendere ardua la lettura, che per contro scorre quieta, e a tratti burrascosa, come ben sa chi vive sulle sponde del Verbano. Angela Borghi sfrutta tutte le sue competenze (studi classici, professione di medico internista, amore per la lettura e per lo sport, per la natura e per i cani) e tesse una trama che convince, evitando sbavature o ingenuità che possono rovinare una buona idea. Vi è da dire che l’immaginazione non manca a questa prolifica scrittrice varesina, e del resto una delle sue certezze è la seguente: l’immaginazione è il modo più alto di pensare. Immaginazione che è ‘arte’ di Teo, perché il freddo commissario Arno è meno incline alla divagazione e più rigido nei suoi ragionamenti. L’unione di entrambi i metodi di indagine aiuterà i protagonisti a trovare il bandolo della matassa. Ma sarà, fra Teo e Arno, una vicinanza non solo ‘professionale’? La lettura scioglierà anche questo nodo. O forse no. Chissà.     


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