venerdì 3 ottobre 2025

L'estate di San Martino di Rodolfo Nicodemi

 







Il triste tempo del Covid non è stato per tutti una sciagura. Certamente non è andata male a Rodolfo Nicodemi, classe 1950, laurea in Economia, una vita come dirigente d’azienda, la pensione e poi la pandemia. Chiuso in casa, Nicodemi che ha fatto? Non si è certo depresso, si è piuttosto abbandonato ai ricordi, ritornando ai libri e ai dischi della giovinezza. Insomma, un Covid attivo. “Ma tuffarsi nel passato è sempre un po’ insidioso” dice oggi Nicodemi. “Il passato ci porta lieti ricordi ma anche le occasioni perdute.” E fra queste, nel suo caso, la scrittura. “Lettore vorace, ho sempre avuto il sogno dello scrivere, desiderio bloccato da tre ragioni. La prima: ho sempre pensato che prima di parlare e soprattutto scrivere di sé bisogna vivere. La seconda: il poco tempo a disposizione. La terza: il timore del giudizio degli altri. Il tempo del Covid mi ha regalato tanto spazio da sfruttare, e così mi sono messo a scrivere.” Da quel momento, già varcata la soglia dei settant’anni, l’autore varesino non ha più messo, qualche ora ogni giorno dedicata alla sua amata scrittura, con almeno tre autori di riferimento: Piero Chiara, Andrea Vitali e Andrea Camilleri, oltre a tanti altri. Perché Nicodemi è un tipo di lettore che a nove anni già leggeva I promessi sposi. Lettore precoce, scrittore tardivo, che oggi recupera senza affanni il tempo perduto. Ha già sommato cinque titoli, fra romanzi e racconti. “Ma non era certo mio desiderio pubblicare. Poi per una strana circostanza nel 2024 ho pubblicato ‘ZeroUnoUndici’, e ora questa raccolta di racconti, che ha visto la luce grazie all’insistenza di mia figlia.” Ottimo consiglio, visto che la raccolta di racconti citata, dal titolo ‘L’estate di San Martino’, ha vinto il Premio Chiara inediti, è stata pubblicata da Macchione editore e ieri, venerdì 3 ottobre, nell’ambito del Premio Chiara 2025, è stata presentata alla libreria Feltrinelli di Varese, tenuta a battesimo da Mario Iodice e Andrea Giacometti, mentre i saluti ai presenti sono stati portati, per gli Amici di Piero Chiara, da Cesare Chiericati. Ma torniamo al narratore, che illustra in sintesi la sua raccolta: “Sono sei racconti, nove i protagonisti; il titolo, L’estate di San Martino, vuole essere, come si legge in quarta di copertina, un invito a credere nel futuro. Esiste un’estate di San Martino nel nostro destino? Cioè un cambiamento in positivo, breve o duraturo che sia? Credo di sì. La vita dà sempre nuove opportunità, spazi di felicità insperate. Certo, bisogna saperle cogliere.” Come ha fatto Rodolfo Nicodemi, al quale diamo il benvenuto nel gruppo dei narratori varesini, che vedono in Piero Chiara un punto di riferimento, un maestro che vale la pena seguire.


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