Il
triste tempo del Covid non è stato per tutti una sciagura. Certamente non è
andata male a Rodolfo Nicodemi, classe 1950, laurea in Economia, una vita come
dirigente d’azienda, la pensione e poi la pandemia. Chiuso in casa, Nicodemi
che ha fatto? Non si è certo depresso, si è piuttosto abbandonato ai ricordi,
ritornando ai libri e ai dischi della giovinezza. Insomma, un Covid attivo. “Ma
tuffarsi nel passato è sempre un po’ insidioso” dice oggi Nicodemi. “Il passato
ci porta lieti ricordi ma anche le occasioni perdute.” E fra queste, nel suo
caso, la scrittura. “Lettore vorace, ho sempre avuto il sogno dello scrivere, desiderio
bloccato da tre ragioni. La prima: ho sempre pensato che prima di parlare e
soprattutto scrivere di sé bisogna vivere. La seconda: il poco tempo a
disposizione. La terza: il timore del giudizio degli altri. Il tempo del Covid
mi ha regalato tanto spazio da sfruttare, e così mi sono messo a scrivere.” Da
quel momento, già varcata la soglia dei settant’anni, l’autore varesino non ha
più messo, qualche ora ogni giorno dedicata alla sua amata scrittura, con
almeno tre autori di riferimento: Piero Chiara, Andrea Vitali e Andrea
Camilleri, oltre a tanti altri. Perché Nicodemi è un tipo di lettore che a nove
anni già leggeva I promessi sposi. Lettore precoce, scrittore tardivo, che oggi
recupera senza affanni il tempo perduto. Ha già sommato cinque titoli, fra
romanzi e racconti. “Ma non era certo mio desiderio pubblicare. Poi per una
strana circostanza nel 2024 ho pubblicato ‘ZeroUnoUndici’, e ora questa
raccolta di racconti, che ha visto la luce grazie all’insistenza di mia figlia.”
Ottimo consiglio, visto che la raccolta di racconti citata, dal titolo ‘L’estate
di San Martino’, ha vinto il Premio Chiara inediti, è stata pubblicata da
Macchione editore e ieri, venerdì 3 ottobre, nell’ambito del Premio Chiara
2025, è stata presentata alla libreria Feltrinelli di Varese, tenuta a
battesimo da Mario Iodice e Andrea Giacometti, mentre i saluti ai presenti sono
stati portati, per gli Amici di Piero Chiara, da Cesare Chiericati. Ma torniamo
al narratore, che illustra in sintesi la sua raccolta: “Sono sei racconti, nove
i protagonisti; il titolo, L’estate di San Martino, vuole essere, come si legge
in quarta di copertina, un invito a credere nel futuro. Esiste un’estate di San
Martino nel nostro destino? Cioè un cambiamento in positivo, breve o duraturo
che sia? Credo di sì. La vita dà sempre nuove opportunità, spazi di felicità
insperate. Certo, bisogna saperle cogliere.” Come ha fatto Rodolfo Nicodemi, al
quale diamo il benvenuto nel gruppo dei narratori varesini, che vedono in Piero
Chiara un punto di riferimento, un maestro che vale la pena seguire.
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