venerdì 15 gennaio 2016
Lidia, Stefano e i misteri della mente
Stamattina presto una gran ressa alla Questura di Varese: folla di giornalisti. Lì dentro Stefano Binda, vicino ai 50, di Brebbia, filosofo, accusato di essere l'assassino di Lidia Macchi, morta a 21 anni, nel gennaio 1987, 29 pugnalate e prima la violenza carnale. Il caso pareva chiuso dopo 29 anni di indagini senza colpevoli, e ora la svolta. Si aprirà il processo, Stefano per ora è presunto colpevole e presunto innocente. Tanti pensieri, ma ne seleziono uno solo. Nel caso Binda fosse davvero l'autore di quel delitto, rifletto sul mistero della mente dell'uomo, capace di una simile crudeltà, e insieme capace di starsene 29 anni non dico tranquillo ma comunque abile ad una vita definita (da chi lo conosceva) normale. Rifletto sui sensi ci colpa: c'è chi è in grado di annullarli. C'è chi si fa annullare dai sensi di colpa per colpe ridicole, e chi digerisce omicidi. Un grande, insondabile mistero.
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