venerdì 3 giugno 2016

Il mio Dio - 25



Da questo momento, fine anni Ottanta, anche la scrittura testimonia i miei pensieri, sia quella in forma narrativa e poetica sia quella più esplicita, in forma di ‘saggio’ o di diario. Non starò a ripetere ciò che ho già scritto nella storia della mia scrittura, aggiungerò qui qualche annotazione. Nel mio primo libro ‘Papà a tempo pieno’ Dio appare solo come portatore di vita e di bellezza. Ma già nelle poesie della raccolta ‘Un anno’ e nel mio primo ‘romanzo’ (mettiamo fra virgolette, che è meglio) ‘La Comune di Barbara’, ci sono tracce del mio percorso. Il missionario che diventa protagonista della fine di quel romanzo di formazione termina la giornata con una domanda. E la malattia, il dolore, la morte fanno irruzione nelle mie tematiche. E’ di questo periodo anche un mio breve ‘saggio teologico’, mai pubblicato (In cammino con il Signore della Vita) che cerca di trovare una soluzione ad un Mistero che, col tempo, non farà che complicarsi, annodandosi nell’irrisolvibile. Con tutto ciò continuavo la mia presenza in parrocchia a Sant’Ambrogio, ma non la interrompevo soprattutto perché volevo portare avanti la rivista ‘Sul Sagrato’, che mi pareva un buon strumento di comunicazione e mi gratificava rispetto alla mia passione giornalistica. Partecipare al Consiglio Parrocchiale o ad altre riunioni era però di un peso mortale. Lasciai ogni altra forma di servizio in parrocchia, anche perché era nata Caterina, la famiglia si era ulteriormente allargata. Inoltre ora avevo impegni come giornalista. Il giornalismo, soprattutto seguire da cronista il Consiglio comunale, mi aprì il mondo della città, che avevo trascurato, dato che la Comunità Shalom era il luogo privilegiato delle mie giornate. I miei orizzonti si allargarono.  

25-continua

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