giovedì 7 febbraio 2019
Sono ancora quello
A 5 anni (foto in alto) ero un bimbo monello, vivace e con l'argento vivo addosso. A otto anni (foto qui sopra) quel bimbo era già stato zittito, in qualche modo soffocato, costretto dai sensi di colpa e dal senso del dovere a diventare un bravo bambino. Chi sono veramente? Di quella prima versione è rimasta certamente la poca propensione alla parola orale, perché anche il Carlo monello parlava poco e soprattutto agiva. Credo che l'opera di 'redenzione' sia stata piuttosto profonda in me, e quel bambino riflessivo, con un sorriso timido venato di malinconia, poco abile nei festeggiamenti da Carnevale, silenzioso, appartato, che si accucciava in qualche angolo ad osservare il mondo, pronto a soffocare la rabbia sino ad illudersi di non arrabbiarsi mai, ecco, quel bambino sono ancora io, nonostante sia 'vecchio' e la parabola della vita discendente.
I tanti anni spesi a modificarmi hanno modificato ben poco.
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