venerdì 31 marzo 2023

Silvano Contini secondo Paolo Costa


 

Profuma di stampa fresca il libro che Paolo Costa (giornalista in Regione Lombardia) ha dedicato a Silvano Contini, ciclista varesino di fama nazionale e anche di più. E allora parto dalla fine, cioè dal parere che di Contini ha espresso Marco Pastonesi, giornalista alla Gazzetta dello Sport: “Silvano Contini potrebbe tirarsela: in 13 anni da professionista, oltre alle 14 maglie rosa (e a quella bianca di miglior giovane al Giro ‘79), ha vinto una quarantina di corse, le ha vinte di tutti i generi, giri e tappe, classiche italiane e classiche-monumento, cronoprologhi e crono coppie, cronosquadre e cronoscalate, e le ha vinte in tutti i modi, in volata e in fuga, in gruppetto e da solo. Invece Contini ricorda, racconta, spiega come se quei primati, quelle vittorie appartenessero a un altro corridore. Più che modestia, semplicità. Più che umiltà, realismo. E nessun rimpianto, nessun rammarico, nessuna polemica.”

Ecco allora un volume che ci regala un personaggio varesino che ha accettato la pubblicazione purché diventi strumento di beneficenza, occasione per aiutare chi ha avuto meno fortuna di lui. Classe 1958, da Leggiuno, Silvano ha le caratteristiche del ragazzo prodigio, tanto che a 19 anni è già ciclista professionista, alla Bianchi Faema, alla corte di Felice Gimondi; come se un giovane scrittore trovasse, per il suo romanzo d’esordio, le porte aperte alla Mondadori o alla Einaudi. Un paio d’anni di gavetta, poi gli anni Ottanta con il periodo d’oro di Silvano, quarto incomodo fra Moser, Saronni e l’inarrivabile Bernard Hinault. 1980-1981-1982, tante vittorie, tante maglie rosa e tutti si aspettano il botto: il varesino esploderà. La favola è bella ma non ci sarà il gran finale: Contini alternerà altre vittorie ma anche sconfitte e cali di forma, naufragi clamorosi, risalite, nel 1984 il matrimonio, l’ultimo anno alla Bianchi e forse la consapevolezza che si pedalerà ancora, ma non più ad altissimi livelli: dalla Bianchi alla Ariostea, e poi alla Gis gelati, alla Del Tongo, alla Malvor Bottecchia, infine alla Gis Benotto: è il 1990, ultimo anno da pro, Contini appende la bici al chiodo, sul muro della falegnameria di famiglia, che da quel momento sarà la sua nuova vita e la sua fonte di sostentamento.

Oggi il campione leggiunese (patria anche di Gigi Riva, rombo di tuono) è padre felice di tre figli, marito contento, nonno soddisfatto, pedalatore occasionale della domenica, con i vecchi amici, su tutti Beppe Saronni, che fu suo rivale ma anche compagno di squadra.

Bene ha fatto Paolo Costa a regalarci questo libro, edito da Sunrise media, arricchito da un corposo apparato fotografico, volume che completa la terna di testi che Paolo (ciclista lui stesso) ha voluto dedicare ai corridori di fama: Binda, Bartali e ora Contini, che ci sta bene fra i due, non è di troppo. 

Si tratta di un libro a tappe più che a capitoli, frutto di molte chiacchierate di Costa con Contini, di citazioni di interviste rilasciate a suo tempo dal campione, completato da alcuni testi di giornalisti del settore, varesini e non: Gabriele Tacchini, Dario Ceccarelli, Riccardo Prando, Sergio Gianoli, Angelo De Lorenzi, Luciana Rota. Un grazie particolare l’autore lo rivolge a Felice Magnani, Giordano Azzimonti e Giovanni Baranzini.

Le pagine scorrono come i palmer di una bici in discesa dallo Stelvio; gli appassionati delle due ruote troveranno spunti per divertirsi, per ricordare e per imparare che la fatica è come il sale, indispensabile per chi non si accontenta di una vita insipida.


giovedì 30 marzo 2023

Interessante



Interessante incontro stasera a Caldana. Fra i relatori anche il mio amico e collega Francesco Codecasa. 

mercoledì 29 marzo 2023

I quattro rumori


Sono quattro i rumori principali che accompagnano le mie ricorrenti salite in bici al Campo dei Fiori: il rumore dei copertoncini sull'asfalto, soprattutto quando passo sopra la ghiaietta sottile che si trova sul bordo della strada; il rumore caratteristico della catena; il rumore del mio fiato; il canto degli uccelli, sempre più intenso ora che è primavera. 

Raramente passa qualche auto.

Ancor più raramente trovo qualcuno con cui parlare.

Sempre c'è il 'rumore' dei miei pensieri. 
 

Premi a Carlo e Vittore


 Ricevo ora una bella notizia, che mi rallegra soprattutto per ciò che riguarda il mio amico Carlo Meazza, fotografo, con il quale ho avuto il piacere di collaborare. Molto bene!

martedì 28 marzo 2023

Il traditore, il soldato, la peccatrice


 




Serata interessante ieri in Sala Kolbe a Varese, presentazione del libro di Riccardo Prando 'Il traditore, il soldato, la peccatrice' (Macchione editore). Pubblico numeroso e attento, bravissima Aurora Scarpolini, che ha letto alcuni passaggi, cantando e suonando l'arpa. 
Ecco l'introduzione all'incontro:

Riccardo Prando è un docente di lettere, in pensione da qualche tempo. Un docente di quelli che tengono la porta aperta perché non hanno nulla da nascondere, e che all’inizio dell’anno salutano i ragazzi con la chitarra in mano, cantando ‘Ciao ragazzi ciao’ di Adriano Celentano, uno dei suoi cantanti preferiti.

Prando è un giornalista, esordi al settimanale cattolico Luce negli anni Ottanta e Novanta e quindi al quotidiano La Prealpina, dove si può vantare di essere ormai uno fra i collaboratori storici, con oltre trent’anni di articoli scritti. Da qualche tempo collabora anche al settimanale online ilsussidiario.net.

Riccardo è un narratore. Non vuol essere chiamato scrittore, destinando quell’attributo solo ai grandi, Manzoni, Tolstoj e naturalmente al suo amato Giovannino Guareschi. Ha pubblicato diversi libri. Qui cito solo Campo dei Fiori (con Roberto Fassi), ‘Varese in grigioverde’, cioè Varese e la Grande Guerra, la raccolta di racconti Giuda e, l’ultimo pubblicato prima di questo, il saggio critico ‘Contro la scuola’.

Prando è uno sportivo, soprattutto ama la bici e lo sci da fondo. E ama la luce particolare delle prime ore del giorno, la luce speciale dell’alba, mentre non ama il buio e la sera si corica molto presto.

Che dire di questo nuovo lavoro letterario di Riccardo Prando?

Cominciamo col dire che sceglie l’argomento religioso, e questo è in linea con il suo cammino esistenziale. Prando è un uomo di fede, crede nel Dio di Gesù Cristo, viene da un’esperienza di comunità, di Chiesa che va al di là del precetto della Messa domenicale. Una fede che si ritrova nei suoi scritti, nella sua raccolta di racconti Giuda e qui in modo più esplicito e totalizzante. La sua è una fede che non ignora il dubbio e anche la critica, non sempre velata, rispetto a talune scelte ecclesiali e alla poco credibile testimonianza di taluni preti e laici. Prando è uno che dice la sua, anche in modo diretto. Più che il cristiano dell’obbedienza, è il cristiano della ricerca, anche appassionata. E si aspetta dal Padre che è nei cieli quella giustizia finale che sulla terra è merce rara, qui dove spesso vince chi non merita e ha gloria chi non vale.

Prando è uno che salta sulla sedia quando nota un’ingiustizia, una falsità, una incoerenza: non è uno che lascia correre. Gli prudono le mani e la lingua, prende a cuore la vicenda umana. Si lascia coinvolgere. Con un occhio di riguardo verso i perdenti, i peccatori, gli emarginati, gli sconfitti. Non è uno che tiene il microfono ai potenti, affinché possano cantare la loro canzone.

Non sorprende allora che abbia scelto tre personaggi forti, tre figure emblematiche di chi non si ritiene soddisfatto per ciò che ha fatto, non si vanta dei suoi meriti, non gongola nella soddisfazione della riuscita, ma al contrario di chi ha sbagliato, lo ammette, vuole essere perdonato ed è disposto a convertirsi. Si è fatto voce scritta di chi non si piace, di chi sogna una vita nuova, di chi ha bisogno di perdono.

Ecco allora Il traditore, il soldato, la peccatrice. Tre atti unici per la Passione, dice il sottotitolo. E a pochi giorni dalla settimana santa siamo perfettamente a tema.

Il traditore è Giuda, e qui l’ambientazione è precisa, la decima cappella della Madonna del Monte, quella della morte in croce di Gesù, la più ricca di statue, la più monumentale. Ma fra le statue manca Giuda e lui se ne lamenta con Bussola, lo scultore. “Perché non hai scolpito anche me?” Il traditore soprattutto ha bisogno del perdono di chi ha tradito per trenta denari, il perdono che non ha ottenuto nella vicenda storica, quello che non si legge nel Vangelo.

Il soldato è uno dei soldati romani deputati ad inchiodare il Cristo sul legno della croce. Ma gli occhi del Maestro lo fissano mentre alza il martello, uno sguardo che lo chiama per nome, che lo paralizza, che gli impedisce di portare a termine il suo lavoro. E non gli basterà vincere ai dadi il mantello rosso di colore e di sangue, perché dopo la vittoria ai dadi il cielo si oscurerà, la terra tremerà e da quel momento sarà terrore, paura e domande sul perché di quegli occhi puntati su di lui, semplice soldato che obbedisce agli ordini.

Infine la peccatrice, cioè Maria di Magdala, la Maddalena, alla ricerca di sostantivi importanti scritti con la lettera maiuscola, a partire dalla parola Amore. La donna, che è di tutti e di nessuno, incontrerà il Salvatore, lo seguirà, lo amerà onorandone la persona a partire dai suoi piedi, che cospargerà di olio profumato, di vero nardo, assai prezioso, asciugandoli con i suoi lunghi capelli ramati, e da Lui otterrà ciò che tutti sperano, il perdono e la forza per ricominciare, meglio, per cominciare una vita nuova, diversa dalla precedente, più ricca, felice e carica di senso.

E proprio alcuni passaggi da questo terzo racconto verranno letti stasera da Aurora Scarpolini.

Aurora è figlia di Luisa Oneto, attrice, e di Silvio Scarpolini, cantante al teatro alla Scala di Milano. Figlia d’arte, quindi, attrice, cantante, musicista. La lettura sarà intervallata da brani musicali, eseguiti all’arpa.

Essendo un testo destinato anche alla rappresentazione teatrale, l’autore si augura e spera di poter invitare tutti noi a teatro, dove la sua opera sarà rappresentata nella sua completezza. Stasera, quindi, è solo un assaggio.

Si avvicina


 

Come molti di noi, anch’io sogno spesso la maturità ed è un incubo, la sensazione di non essere affatto pronto, di non sapere nulla, di assaggiare l’amaro della bocciatura. Perché questo sogno ricorrente se, soprattutto in questo momento, non ho situazioni che mi turbano e che potrebbero giustificare una simile ansia? Perché il vissuto di non essere all’altezza? Cosa c’è nella mia vita, ora, di fallimentare per me se non l’avvicinarsi inesorabile della morte, maturità che nessuno può affrontare con adeguata preparazione? 

lunedì 27 marzo 2023

53: forse qualcuno ricorderà


 

Forse qualcuno ricorderà che qualche annetto fa avevo la mania dei tiri liberi a basket, mi allenavo costantemente nella mia amata palestra alla Vidoletti ed arrivai a 53 tiri liberi di fila. Poi la pensione mi ha allontanato da quel regno di sport e - un poco - ne ho sofferto. Ma grazie ad un regalo delle mie figlie (il canestro più il pallone) e all'ottimo lavoro del mio amico Carlo Alberti (che ha realizzato il supporto smontabile per il balcone)  posso tornare ad allenarmi in versione domestica, tentando di raggiungere il record che mi sfuggì allora: tanti canestri di fila quanti sono i miei anni. Impresa praticamente impossibile (qui poi non ho nemmeno il tabellone), oltre ogni logica (con il passare del tempo il compito si fa più complesso anziché semplificarsi) eppure mi darò da fare, con quel po' di passione, medicina contro i difetti della pensione.    

Una Messa per Maurizio


 

Domani, martedì 28 marzo, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore verrà celebrata una Messa in ricordo del mio amico Maurizio.

domenica 26 marzo 2023

Varese vincente


 


Altra partita tiratissima, altro match di alti e bassi, con Verona che non molla, che scappa e poi riscappa e così sin quasi alla fine. Altro Palazzetto stracolmo di varesini che amano questa squadra e sono disposti a pagare e a soffrire. Inizia male, molto male per noi. Con un bel 0 su 5 da 3 per Varese e Verona che scappa, che si fa coraggio, che mostra subito quello che sarà il suo gioco: giropalla veloce e preciso, perforazione della difesa di Varese che cede, molti canestri sotto la tabella e noi che tiriamo e sbagliamo. 6-20, un meno 14 che fa paura. Una tripla di Wolde ci porta al primo intervallo un  po’ meno sotto: 15-27. Nel secondo quarto abbiamo il Woldeshow: tripla+schiacciata+3 su 3 dai liberi + altra tripla + una cavolata e poi un’altra tripla. Tutto ciò, al netto che Ross non pare in giornata, ci fa stare a galla e non naufragare. Arriviamo persino ad un 30-34 poi Verona scappa ancora un po’ e si va all’intervallo lungo 43-49. Brown non pare in giornata, e così il play folletto. Nel terzo quarto Ross comincia a carburare, anche se da par suo monopolizza un po’ troppo il gioco, un paio di triple di Johnson ci fanno bene, Brown non fa meraviglie, si arriva al 62-62 ma Verona mette in retina un paio di triple e riparte di nuovo. Numero della coppia Ross-Owens, si va all’ultimo intervallo 73-76. La Tezenis che porta i colori della grande Ignis, gialloblu, è tosta, autorevole in campo, fa il suo gioco e ci castiga appena ci avviciniamo. Molto bene Taylor Smith ma anche Anderson, il coriaceo Cappelletti, Bortolani. Ultimo quarto, altro numero della coppia Ross-Owens(foto) e, finalmente, si sveglia Brown quando più ci serve. E se Wolde ci aveva salvato all’inizio, ora Markel mette due triple che sono ossigeno puro. Finalmente il sorpasso. E mentre Caruso (bravo anche lui) ci lascia per 5 falli Ross tiene bene il campo e così De Nik e così Owens e tutto sommato anche Johnson che caccia una tripla in un momento importante...il nostro vantaggio cresce sino al 98-88 quando mancano un paio di minuti. Verona non muore mai, ci crede sino allo stoppone finale di Owens (dopo errore di Brown) che chiude la partita: 98-94.

Che dire? Che siamo a 26 punti, vicini ai play-off (una parola non più proibita), che la OJM ha rischiato di perderla (per merito di Verona, si capisce) ma che alla fine – anche grazie ad un pubblico favoloso – l’ha vinta. Per cui: forza Varese!


sabato 25 marzo 2023

Sulle orme di Angelo


 

Angelo Monti amava il nostro Sacro Monte. Che le nuove generazioni possano seguire il suo esempio. 

Il nostro caro Angelo


 

A 91 anni è morto oggi, sabato 25 marzo, Angelo Monti, che qui in foto vediamo lo scorso anno, premiato dalla Famiglia Bosina per il suo multiforme impegno nel bene comune, per la sua amata Varese. Ho avuto modo di conoscerlo, lui, sua sorella Rina, il fratello Antonio, figli di una grande famiglia varesina, dedita al servizio della città e della Chiesa locale. Nel 2008 Angelo mi regalò la sua gentilezza, partecipando alla presentazione di un mio libro e leggendo alcuni passaggi. Leggeva come un attore.

Lo voglio ricordare con ciò che scrissi più di un anno fa, in occasione dei suoi novant'anni.

Ciao, Angelo.

  

Festa a sorpresa stamani, giovedì 27 gennaio, in Salone Estense e in Camera di Commercio a Varese per Angelo Monti, in occasione dei suoi 90 anni. Angelo Monti, molto più del suo essere stato sindaco di Varese per 13 giorni, quando tangentopoli faceva razzia: non a caso venne scelto lui, ragazzo d’oratorio, cattolico praticante, politico nella Democrazia Cristiana ed esempio indiscutibile di moralità, di affezione al bene comune, di serietà nel pubblico e nel privato. Una festa a sorpresa partita dai Monelli della Motta, che hanno in Monti un presidente onorario, mentre presidente effettivo (e anima della festa) è Giuseppe Redaelli, che ha salutato i presenti e ha ricordato il Monti ‘monello’ ma anche l’amico di famiglia, presente nel consiglio di ACI e in Camera di Commercio. Ma hanno parlato bene del canuto varesino, ottimo ciclista, anche il prevosto Mons. Luigi Panighetti, il presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi, l’assessore ai Servizi Sociali Roberto Molinari, e poi il regiù della Famiglia Bosina Luca Broggini, Luigi Barion di ‘Varese per l’Italia’, l’ex sindaco di Varese Giuseppe Gibilisco, Cesare Corti per la Robur et Fides, altri ancora. Era presente, anche se non ha preso la parola, l’ex Ministro Roberto Maroni. E poi ha parlato lui, Angelo, con la sua voce potente, la sua cadenza da attore, il suo latinorum: “Mi avete riservato un’accoglienza esagerata!” Dando prova di una umiltà che tutti gli riconoscono, ha ammesso di dover fare un mea culpa per quanto non è riuscito a fare nella sua lunga vita: “Avrei potuto fare di più, essere più significativo.” Dal Salone Estense la festa si è poi spostata in Camera di Commercio, dove Angelo Monti ha dimostrato per 35 anni la sua professionalità, il suo amore per Varese, la sua vasta cultura, la sua disponibilità ad ascoltare, ad aiutare. Varese ha quindi dato un abbraccio corale, meritato e doveroso a questo varesino d’eccellenza, che porta sempre due stilografiche nel taschino della giacca perché, se andate da lui, è pronto ad appuntare il vostro nome, la vostra richiesta, e a regalare promesse per lo più mantenute.

Il sorriso e la fantasia di Silvano Contini


 




La biblioteca di Gavirate ha ospitato stamani, sabato 25 marzo, la presentazione del libro che Paolo Costa (giornalista in Regione Lombardia) ha voluto dedicare a Silvano Contini, ciclista varesino classe ‘58 che è stato fra i professionisti più autorevoli delle nostre terre ondulate e ciclisticamente appetibili. Costa ha così chiarito le ragioni del suo impegno di scrittore: “Avevo già scritto un libro su Binda e uno su Bartali, dovevo completare la trilogia ed ecco il nome di Silvano Contini. La qualità di un ciclista non si giudica solo dal numero di vittorie, ma dai valori che ha saputo trasmettere in tanti anni di carriera.” Commosso Contini, oggi nonno felice, detto allora il piscinìn per la sua altezza e per la giovane età che lo ha visto professionista. “Sì” ha detto Silvano, “quando sono entrato alla Bianchi avevo 19 anni e mi chiamavano piscinìn, al cospetto di Gimondi che aveva 36 anni e di tanti altri corridori ormai al termine della carriera.”

Ospite d’onore, compagno di squadra e rivale, coetaneo dal palmarès invidiabile sedeva stamani in biblioteca anche Beppe Saronni, un corridore che ha vinto davvero tanto, compresa una Tre Valli varesine, quella nella quale Contini arrivò terzo.

Sergio Gianoli, giornalista e anch’egli ottimo ciclista dilettante, con una vittoria alla Varese-Campo dei Fiori, ha saputo trovare le domande adatte per regalare una mattina di sport, in una sala ricolma di appassionati delle due ruote.

Il volume, 180 pagine riccamente illustrate, ha come editore Sunrise Media, una casa editrice che fa dello sport il suo cavallo di battaglia.

Sulla qualità della scrittura di Paolo Costa non abbiamo dubbi. Lo leggeremo e torneremo sull’argomento.

Titolo: ‘Sorrisi e fantasia-Il ciclismo di Silvano Contini’. Sottotitolo: Storie e retroscena negli anni di Gimondi, Hinault, Saronni, Moser.

Sorrisi perché Silvano Contini è noto per il suo sorriso, per la sua visione ottimistica della vita; fantasia perché il ciclismo degli anni Settanta, Ottanta, Novanta utilizzava anche molta fantasia.

 Il ricavato della vendita del volume avrà una finalità benefica.


giovedì 23 marzo 2023

Ciò che conta


 

Chi entra alla Casa di Riposo 'Molina' di viale Borri, sulla sinistra, troverà questo gruppo di statue. Le ha scolpite il mio amico, già regiù della Famiglia Bosina, Augusto Caravati, imprenditore nel settore edile ma anche bravo scultore, morto qualche anno fa, un uomo che molto ha donato proprio a questo luogo che accoglie le persone al tramonto della vita. Avvicinandomi e fotografando l'opera facevo questa considerazione: quando Augusto ha scolpito i personaggi certo immaginava che, grazie all'opera, sarebbe stato ulteriormente ricordato. L'arte come occasione di memoria. Ma credo sia, per i più, una pia illusione. Così è per chi scrive, per chi suona eccetera. Salvo eccezioni, ciò che si è prodotto in vita se ne andrà insieme a noi. Ma non importa. Importante è l'illusione che accompagna il gesto artistico, è quella che dà soddisfazione e regge, in questo caso, lo scalpello. Come per la fede: che Dio davvero esista poco importa, basta crederlo quando ci serve.  

La città della magnolia


 Varese, la città delle magnolie

Un martedì di Passione


 


E dopo molti libri di storia locale, una raccolta di racconti e un saggio ‘critico’ sul mondo della scuola (che ben conosce, avendo insegnato lettere per quarant’anni), Riccardo Prando torna nelle librerie con tre monologhi. Titolo del libro: ‘Il traditore, il soldato, la peccatrice’ Sottotitolo: tre atti unici per la Passione (Macchione editore). E il libro non poteva uscire in un momento migliore, cioè a pochi giorni dalla settimana santa, da quel venerdì di Passione, lutto per i fedeli nel Cristo della croce. Di che si tratta è lo stesso giornalista e narratore a raccontarcelo: “E’ un libro che ho scritto negli ultimi due anni. Il protagonista del monologo si rivolge direttamente allo spettatore. Il primo ad entrare in scena è Giuda, che qui definisco il traditore. Ho preso spunto dall’omonimo racconto che si trova nella mia raccolta di racconti, che ha per titolo proprio Giuda, trasformando il testo tutto in prima persona. Abbiamo poi la seconda figura, il soldato, cioè uno dei centurioni romani intenti a crocifiggere il Messia. Il soldato, rapito dallo sguardo sofferente del Crocifisso, resta paralizzato. Infine la peccatrice, cioè la Maddalena: Gesù passa, lei ne è attratta, lo segue, bacia i suoi piedi e li lava con le sue lacrime. E proprio quest’ultimo testo vedrà la recitazione e l’accompagnamento musicale di Aurora Scarpolini.”

L’appuntamento è quindi per martedì 28 marzo, ore 21, Sala Kolbe di fianco alla chiesa parrocchiale in viale Aguggiari a Varese. Come sottolinea l’autore, il Vangelo è sempre attuale, tutti potranno riconoscersi in uno dei tre personaggi sulla scena. 

 


Ragazzo mio


 

E’ sbocciata la primavera della cultura del Premio Chiara, e lo ha fatto con una sala piena ieri sera, 22 marzo, la sala Ambrosoli di Villa Recalcati a Varese, che ha ospitato la presentazione del libro di Alberto Pellai, ‘Ragazzo mio – Lettera agli uomini veri di domani’ (De Agostini). Presentato da Bambi Lazzati, intervistato da Silvestro Pascarella (direttore del quotidiano La Prealpina), lo psicologo e psicoterapeuta con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle ha raccontato la genesi del libro, nato interrompendo un precedente lavoro perché troppo pressante era la sua esigenza di scrivere, “Un libro che, come maschio, avrei voluto leggere quando avevo quell’età” ha detto l’autore. Quale età? L’adolescenza, un’adolescenza stravolta da un episodio che ha coinvolto direttamente la sua famiglia: una compagna di classe del figlio, uccisa alle scuole superiori dal padre. Ecco allora il tema di ‘Ragazzo mio’: l’attenzione verso i giovani, in particolare i maschi, che vanno accompagnati, aiutati nel loro cammino di maturità affettiva, relazionale, sessuale. “Si trovano nelle librerie tanti libri dedicati alle ragazze” ha detto Pellai, “intenso è il dialogo fra madre e figlia quando arriva il tempo della prima mestruazione, mentre per il maschio non ci sono libri e spesso c’è solo il silenzio educativo.” Lo psicologo ha messo il dito nella piaga: i maschi sono lasciati a se stessi e alle loro domande, i padri non sanno come parlare ai figli, spesso lo fanno in maniera scorretta, si chiudono in silenzi imbarazzati. Questo libro è scritto per i ragazzi ma sta trovando grande consenso anche fra i genitori, soprattutto fra i padri.

 


mercoledì 22 marzo 2023

Da non perdere


 

Questa serata è assolutamente da non perdere.

Segnare in agenda.

Carla Pugliano a Gallarate


 

Incontro con la pittrice Carla Pugliano (a destra nella foto) a Gallarate il 26 marzo 2023, ore 18.30, allo Spazio 23 in via Luigi Riva 10. Con l'artista, che presenterà alcune sue opere, si esibirà il musicista Aco Bocina.

L'evento ha uno scopo benefico, l'acquisto di un cane guida per non vedenti.

martedì 21 marzo 2023

Silvano, Paolo e una bicicletta



Chi ama la bici non può mancare sabato 25 marzo, ore 11, presso la biblioteca di Gavirate in via De Ambrosis 11 perché lì verrà presentato il libro 'Sorrisi e fantasia - il ciclismo di Silvano Contini'. Autore del volume , edito da Sunrise Media, è Paolo Costa (nella foto), giornalista in Regione Lombardia e ciclista appassionato, che ci presenta le gesta e la vita del grande Silvano, ciclista che ha onorato la nostra provincia. Moderati da Sergio Gianoli, si alterneranno negli interventi Silvano Contini, Beppe Saronni e Paolo Costa. 

 

domenica 19 marzo 2023

Papà Mario

 


Festa del papà. Da tre anni mio papà Mario sta attraversando lo spazio meno gradita della vita, la tristezza inevitabile della parte finale della parabola discendente. Cosa posso augurargli? Di essere felice? C’è un’età che nega la felicità. Gli auguro di saper trovare lungo i suoi interminabili minuti l’unione di fede in Dio, carezza dei ricordi belli, incontri coi suoi figli, così da portare a termine un’altra giornata senza soffrire troppo. Ed io, suo figlio, gli devo il grazie per quanto ancora mi sta insegnando, e la speranza di non deluderlo.


Cucire


CUCIRE


Ti stringo al buio, immagino il tuo corpo,

giovane, incamminato verso il dopo,

che si macchia di segni e di bugie,

le stesse povertà che sono mie.

 

Ti cerco al buio e trovo oggi il tuo io,

affaticato, a caccia del tuo Dio,

sensi di colpa, rabbie, occhi sereni;

commosso striscio in cerca dei tuoi seni.

 

Si scrive al buio la storia vera e falsa,

rimodellando forme, nella farsa

che prevede di accendere la luce:

“Buongiorno, amore. Coraggio. Il tempo cuce.”

 

28 novembre 2018

 

 


 


 




Riccardo Garolla è un giovane pittore e scultore varesino emergente, con studi al liceo artistico ‘Angelo Frattini’ di Varese e all’Accademia di Belle Arti a Brera, Milano. Allievo fra gli altri – per ciò che riguarda l’artistico varesino – di Gabriele Scazzosi e di Renata Castelli (con lui nella foto), da una quindicina d’anni vive del lavoro d’artista, una professione che, a  suo dire, è ancora possibile: “Certo, è un lavoro rischioso, come tutti i lavori vocazionali, ma si può vivere d’arte.” Eccolo ora in mostra a Varese, alla galleria Ghiggini di via Albuzzi 17, con una personale dal titolo ‘Segreto abissale’. Vernissage ieri pomeriggio, 18 marzo, con ampio concorso di pubblico, anche giovane. Poiché l’artista Garolla sostiene che l’opera parli da sé, occorre venire in galleria per ‘toccare con gli occhi’ il suo lavoro, un lavoro circolare, alle pareti i quadri, all’interno le piccole sculture. Di che si tratta? “E’ un lavoro cominciato un anno fa” dice Garolla, “e sono molto lieto di questa collaborazione con Eileen Ghiggini e la sua galleria. Alla base c’è il mio interesse sui sogni, e qui ho voluto rappresentare una serie di figure mitiche, Apollo eccetera. Il ciclo di sculture ha per titolo Guardiani.” Le opere pittoriche sono per lo più lavori realizzati con pastelli ad olio, fusaggine e grafite su carta.

Sul retro del cartoncino che accompagna la mostra si legge: “Sogni d’oro, si dice. Come vi fosse una pietra di luce, nei sogni, un nucleo di scintille, un atomo che irradia energia e dilaga, nella mente e nel corpo dormienti. Cadere nel sonno, si dice. Come fosse un precipizio, il confine fra il giorno e la notte, come fosse un baratro la perdita di coscienza, un salto nel vuoto il distacco dal mondo sensibile. Il buio chiama la luce e l’altezza lo sprofondo. Coesiste il basso con l’alto e la tenebra con il fuoco. Un principio, questo, che ha risonanza col divino, eppure è umano, se si pensa al nostro essere miscuglio di carne e pensiero.” E’ un testo tratto da ‘Nell’abissale altezza’ di Francesca Garolla, autrice.  Ecco un indizio per interpretare il titolo della mostra, in galleria sino al 29 aprile, da mercoledì a sabato, 10-12.30/16-19. Ingresso libero.

Www.ghiggini. com


Commovente


 



Le cose brutte si dimenticano, si sa, ed è un bene...ma anche un male, perché dal dolore si cresce, il dolore è l’altra metà della vita. Quindi ho fatto bene, ieri pomeriggio, 18 marzo, giornata nazionale a ricordo delle vittime della Pandemia, a salire sul colle di Villa Mirabello, a Varese, per vedere la mostra ‘Pandemia 2020-2022’ Intensive Care Shots, foto artistiche di tre internisti rianimatori, Silvio Zerbi (che ha curato l’evento), Davide Maraggia e Alessandro De Martino, medici che hanno operato nei reparti di cure intensive dell’Ospedale di Circolo di Varese, dove nel biennio 2020-2022 sono stati curati oltre 500 pazienti critici Covid positivi. Che dire? Che mi sono commosso. Sarà stata la musica di sottofondo, le immagini, i ricordi evocati, le lunghe file di automezzi che sulle strade della bergamasca ci hanno ricordato la nostra precarietà. La faccio breve. Salite a Villa Mirabello, sino al 29 marzo, da martedì a domenica (9.30-12.30  14-18). Ingresso libero...ma obbligatorio.


sabato 18 marzo 2023

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Il liceo artistico ‘Angelo Frattini’ di Varese ha aperto le porte, stamani, sabato 18 marzo, per un incontro davvero commovente e artisticamente importante. E’ stato presentato un volume, che racchiude i 225 contributi di artisti varesini, di ogni età, che celebrano i 225 anni del tricolore italiano, la nostra bandiera. L’iniziativa è a coronamento di un lungo percorso, coordinato da Antonio Bandirali,  (mostre, esposizione in luoghi pubblici delle opere…), instancabile presidente del Circolo degli Artisti Varesini, un fotografo-artista capace di coinvolgere le persone, le associazioni, le scuole, la politica. Del resto solo con un lavoro d’equipe è stato possibile questo libro e questa celebrazione, cammino di un percorso che non si è certo concluso. Ad aprile infatti…Ma ne riparleremo. Stiamo a stamani. Sarebbe lungo l’elenco di coloro che hanno preso parte alla manifestazione: autorità, rappresentanti dei corpi militari, studenti eccetera. Detto di Bandirali (anima dell’iniziativa), nessuno si offenderà se non mi dilungo in nomi e cognomi. Ma non posso certo non citare gli allievi del Liceo Musicale varesino (diretti da Marcella Morellini), che hanno arricchito la mattinata con tre toccanti brani musicali: il Cristo delle Marche di Marco Santini, l’Inno di Mameli (arrangiato sempre da Marco Santini) e la preghiera armena ‘Havun havun’. Un applauso dunque al primo violino Stefano Trotta, ai violini Lorenzo Cadario, Matilde Vaccaro, Valeria Bodnar, al violoncello Chiara Ferraresi, al contrabbasso Filippo Raviola. Né posso passare sotto silenzio la promozione da honorem nel Circolo degli Artisti del liceo artistico ‘Frattini’ di Varese e della Somsart, meritoria associazione rappresentata da Sergio Di Siero che, commosso, ha ricevuto la pergamena dalle mani dell’artista Nicoletta Magnani. Fra i vari discorsi, molto applaudito è stato quello di Giuseppe Armocida, presidente della Società Storica Varesina, che ha fatto un accorato appello ai giovani, invitandoli a fare politica, a non accontentarsi, ad impegnarsi per il bene comune, a non rinchiudersi nel privato. E proprio ai giovani guarda il Circolo degli Artisti, che non a caso ha scelto come luogo il liceo d’arte della nostra città, un Circolo che ha 103 anni di vita e che non vuole certo appendere il pennello al chiodo.  


venerdì 17 marzo 2023


 

Grazie per quanti ieri sono venuti a trovarmi in Salone Estense, per la presentazione del mio nuovo romanzo ‘La strada per le stelle’. Credo sia stata una serata piacevole. Per chi desidera il mio libro sono disposto anche a fare il postino purché mi incontriate (non me, ovviamente, ma la mia scrittura).  Basta chiamarmi al 338.6806423.