Quel ciuffo rosso in testa

Non avrei mai creduto possibile correre nei campi della pianura Padana in luglio, e invece ciò è successo stamani, domenica 13 luglio, a Castelleone (Cremona). Alle 8 del mattino un sole debole, addolcito da un venticello più varesino che cremonese, mi ha accompagnato nella corsetta, una sorta di corsa su un litorale, dove il mare è fatto di granturco, per lo più alto come me, con le pannocchie abbellite da un ciuffo rosso, e la pianta che reca sul vertice un pinnacolo dorato, tanto che in alcuni scorci pare un mare di grano giallo e non di grano saraceno. Altri campi mostravano steli più corti, mezzo metro, una maturazione più ritardata, una raccolta successiva. Qualche campo di foraggio, tanta acqua nei canali, un trattore con idrovora che convogliava l'acqua nei campi di mais, poca gente in giro, la torre e i due santuari. Più avanti un altro campo di mais ancor più matura, con la triste visione: il bel ciuffo rosso non è caduto, niente alopècia, ma è diventato moscio e scuro, un marrone poco invitante, il ciuffo muore per dare spazio ai chicchi.
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