In
via Carrobbio 2, centro di Varese, sede della Società ciclistica Alfredo Binda
(che organizza la Tre Valli Varesine) Fausto Coppi, il grande Fausto, è tornata
d’attualità, grazie al libro di Luciana Rota, ‘Fausto, il mio Coppi’,
presentato stamani, sabato 25 ottobre. Fausto, il mitico pedalatore, moriva nel
1960, a 40 anni, ma in realtà non è morto mai, e ci sono oltre 120 libri a
ricordarcelo. E allora perché un altro volume? Perché questa storia romanzata
non è mai stata scritta, meglio, mai scritta così, perché in verità il diario
segreto di Bruna Ciampolini, moglie di Coppi, tradita perché l’eccelso
pedalatore se ne andò con Giulia Occhini, la Dama Bianca, lasciando anche la
bimba Marina, venne pubblicato dopo la morte di Fausto, a puntate su una
rivista che oggi non esiste più. Ma qui l’autrice, figlia di Franco Rota,
addetto stampa ante litteram di Coppi, amico di famiglia, amplia il diario, lo
rende romanzo. E così sappiamo dalla viva voce della scrittrice (intervistata
stamani dal giornalista e scrittore Paolo Costa) che Fausto e la moglie si
incontravano di notte, in auto, e che Coppi, uomo buono (non certo uno con il
pelo sullo stomaco, come si direbbe oggi) visse la sua storia d’amore con
Giulia (che portò anche alla nascita del figlio Faustino) con sensi di colpa,
incertezze, sofferenze e non solo gioie. Dalle pagine scritte da Bruna, una
donna che morirà giovane, triste, mai dimentica del suo unico sposo, che non
tradirà, abbiamo l’immagine di Fausto che non riesce a risolvere, in cuor suo,
una cosa più grande di lui, e che addirittura pensa al suicidio. Coppi non è
dunque, nel privato, un campione invincibile, ma un uomo se vogliamo fragile,
sensibile, incerto, deciso a rischiare per un amore nuovo, ma nello stesso
tempo consapevole dell’alto prezzo che avrebbe dovuto pagare, e che pagò, senza
mai riuscire a trovare la serenità, la gioia che certamente gustò sulla sua
amata Bianchi. Presenti stamani, oltre al padrone di casa Renzo Oldani
(presidente della Binda) un ex gregario di Coppi, Alfredo Bonariva, che fu con
il campionissimo nel 1957/1958. Classe 1934 Bonariva, a 91 anni, conserva una
lucidità sorprendente, e ha arricchito la mattinata con aneddoti davvero
interessanti (vedi altro post).
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