martedì 31 gennaio 2023
Analfabeta
lunedì 30 gennaio 2023
Il nuovo presidente
Mauro Vitiello, imprenditore nel settore dell’information technology, è stato eletto Presidente di Camera di Commercio Varese per il mandato quinquennale 2023-2027. La nomina è avvenuta oggi pomeriggio (lunedì 30 gennaio, ndr.), durante la seduta d’insediamento del nuovo Consiglio Camerale, svoltasi nelle sale del Centro Congressi Ville Ponti.
Titolare e Amministratore Delegato della Copying Srl di Caronno Pertusella, Mauro Vitiello - nato a Milano il 21 febbraio 1979 -, dopo aver conseguito il diploma in informatica, si è specializzato attraverso un master alla SDA Bocconi in digitalizzazione dei processi documentali per poi diplomarsi in Gestione e Strategia d’Impresa alla Business School de "Il Sole 24 Ore".
È Amministratore Delegato della Copying Srl di Caronno Pertusella, impresa attiva da 45 anni, che fornisce competenze e tecnologie IT nella gestione documentale in outsourcing a PMI e grandi imprese. Nel campo dell’evoluzione digitale, Copying Srl ha anche sviluppato servizi innovativi (“Sartorie digitali” e “Indacolab”, attiva nel campo del videomapping) di accompagnamento alla digital transformation delle imprese. È anche Consigliere Delegato di Leviathan Srl, startup nata a gennaio 2017 che fornisce servizi di formazione in ambito IT e nella trasformazione dei processi di vendita da analogici a digitali e offre consulenza in marketing strategico.
Dal 2017 al 2019 Mauro Vitiello è stato Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Varese, dal 2019 è Vice Presidente di Confindustria Varese e dal 2018 è Consigliere di Camera di Commercio Varese e Presidente di Promovarese, società che gestisce le attività congressuali e fieristiche del Centro Congressi Ville Ponti e di MalpensaFiere, strutture di proprietà camerale.
Mauro Vitiello è, dunque, da oggi il nuovo Presidente della Camera di Commercio di Varese. Con i suoi 43 anni, è il secondo tra i più giovani presidenti di un ente camerale in Italia.
domenica 29 gennaio 2023
Manuel...non è Raga ma che ragazzo!
Manuel Zanini, ex alunno Vidoletti, dopo aver stabilito nel 2022 il record italiano allievi sui 1500 (3'51"51), ieri a Padova ha bissato con il primato indoor (3'55"81).
Manuel, allenato da Silvano Danzi, è certamente un talento che Varese si cullerà con piacere. Avanti così!
Un punticino alla volta
Non che per solito il pubblico del Città di Varese calcio abbondi allo
stadio, ma vedere il ‘Franco Ossola’ del tutto vuoto (salvo pochi addetti ai
lavori) fa sempre una certa impressione. Città di Varese-Casatese a porte
chiuse questo pomeriggio, causa comportamento scorretto dei tifosi ultras la
scorsa domenica a Seregno. Tifosi nerovestiti che si sono fatti sentire
comunque, e per tutta la partita, intonando fuori dallo stadio cori poco carini
verso il presidente Stefano Amirante e altri, tipo ‘Varese siamo noi…’ Ma
veniamo alla partita. Il Varese è affamato di punti, vaga nei fondali della
classifica di serie D e deve, dovrebbe vincere ma battere la Casatese, meglio
messa come punti, non sarà facile. E poi ci sono problemi di formazione, molti infortunati
(ad esempio l’affidabile difensore Boni) e quindi il mister è costretto ad una
difesa sperimentale, con Piccoli (che è un centrocampista) e addirittura un
2005, Baldaro. Il Città di Varese parte un po’ impacciato ma dopo una decina di
minuti prende vigore e allora le migliori occasioni sono proprio dei
biancorossi (in verità con maglia verde Padano), che ci provano con Rossini,
Foschiani e Candido. Un brivido quando un pallonetto sta finendo nella nostra
porta e allora ci pensa Piccoli (foto) a deviare in angolo di testa. 0 a 0 dopo
i primi 45 minuti. Nella ripresa nessuna sostituzione per il Città di Varese
che attacca subito gagliardo, continue incursioni di Pastore sulla sinistra,
regge la difesa sperimentale, l’assenza di pubblico valorizza ciò che si sente
in campo, continue urla da parte dei mister ma anche dei giocatori, un fitto
dialogo, incoraggiamenti e soprattutto una levata di scudi quando, intorno al
20°, da azione concitata arriva un tiro del biondo Mecca, para Merelli della Casatese,
ma è dentro o fuori? In serie D non c’è il Var, non c’è l’instant replay,
quindi tutto è affidato all’occhio, anzi, agli occhi svelti della terna
arbitrale, che non fa doni ai nostri. E mister De Paola si prende pure il
cartellino giallo. I verdevestiti non se la prendono più di tanto e continuano
a sperare nel gol, che purtroppo non arriverà, quindi 0 a 0 finale, un
punticino che non è molto ma può servire. Bene un po’ tutti, compreso capitan
Gazo, sempre generoso anche a curare i compagni (foto).
Forza Varese!
Ps I pochi presenti si sono presi un gran freddo!
sabato 28 gennaio 2023
Sofferenza vittoriosa
Contro Brescia bisognava vincere. Sarà molto probabilmente nostra
avversaria per meritarsi i play-off, e poi dovevamo vendicare la sconfitta in
quella che è la capitale della cultura. Ma che se la cava molto bene anche col
basket. Ma l’inizio di Varese è disastroso: non entra nulla, palle perse, 0 su
2 nei liberi di Brown, 4 a 14 e l’impressione che Brescia Germani faccia di noi
un sol boccone. Ma la OJM non cala le braghe, una tripla di Wolde suona la
carica e un roboante 9-0 ci porta sotto. Il primo quarto finisce 15-16. Si
ricomincia ma la Germani scappa di nuovo e sul 17-25 coach Brase chiama il
time-out, che pare salutare perché al rientro comincia lo show delle triple. La
mano si aggiusta e allora Brown, Johnson, Wolde e ancora Brown e ancora Wolde
cannoneggiano e così si va al riposo lungo in vantaggio: 44-38. Il terzo quarta
conferma il buon momento per i nostri e Brescia comincia a mostrare mano
tremula e meno sicurezza, ci si mette anche Reyes, i nostri lunghi si fanno più
efficaci e andiamo all’ultimo riposino con un punteggio confortante: 71-55.
Sedici punti di margine non sono pochi. Ma il basket è il basket, si sa, 16
punti non sono una garanzia. Così il quarto periodo comincia male, con errori a
raffica di Brown, per fortuna Reyes ci mette una bomba, Brescia si avvicina
soprattutto con Gabriel, con il coriaceo Nikolic, con il solito Della Valle,
Odiase ci punisce con un gancio alla Flaborea mentre Brown fa pure passi.
Quando mancano due minuti siamo 77-72, il fiato della Germani è sul collo,
qualche errore di troppo nei liberi per la OJM, Reyes (foto) è in panchina ma
Brescia non completa la rincorsa e un numero spettacolare della coppia
Ross-Owens, il solito lancio della sfera nel cielo con schiacciata al volo (con
una mano) di Tariq decreta la nostra vittoria: 80-72. Fatta anche questa. Nuovo sold-out, pubblico caldo e una squadra
che spesso, alla fine, vince: il che non guasta. Forza Varese!
Le donne di 'donna Carla'
Lidia Munaretti: medaglia d'argento
Lidia Munaretti, seconda al Poeta Bosino 2022
PENSÉER
‘Mè ‘na góta d’àqua in sü ‘na föia,
scarlìgan i mè penséer cunt la vöia
da
turnà indré e pö vugà luntàn
quand
la sperànza la gh’éva nómm “dumàn”.
Quanti
“dumàn” trasàa, par ingenüità,
ciapàa
sótt sèla sénza nànca pensà,
parchè
‘l dì dòpu, già, sa po mai savé,
al
portarà, ‘l füss véra, ’n quai belée!
Ma ‘l
témp, par disprées, al cùrr ‘mè ‘na spìa,
‘l sàlta,
‘l pìrla, ma pö ‘l sa ferma mìa.
Quèll ca
gh’hémm da fa, ‘l va fai ai nòstar dì,
prìma da
truvàss vöi, stràcch e invegìi.
Però in
fùnd al cöör gh’ho anmò ’n quaicóss ca ‘l rüga,
ca’l dà la
mösta a ricugnóss dabun,
che ‘l mè
santée, fin chì, l’ho buzzàa:
mò podi
‘na innànz, dasìn, cun dignitàa.
PENSIERI Come una goccia d’acqua su di una foglia, scivolano i miei pensieri, con la voglia di tornare indietro e poi volare lontano quando la speranza aveva una nome “domani”. Quanti “domani” sprecati, per ingenuità, sottovalutati senza neanche pensare, perché il giorno dopo, già, non si può mai sapere, potrà portare, fosse vero, qualcosa di grazioso! Ma il tempo, per dispetto, corre velocemente, salta, piroetta, ma non si ferma. Quello che dobbiamo fare, deve essere fatto senza perdere tempo, prima di trovarsi vuoti, stanchi, invecchiati. Però in fondo al cuore ho ancora qualcosa che rimescola, che sprona a riconoscere, davvero che il mio sentiero, fin qui, l’ho tr
Suor Simona e Josh
Il mio amico Josh con sua sorella, suor Simona, che opera a Zooti, nel Togo, in un centro per malati mentali. Qui la comunità Shalom ha contribuito a realizzare una struttura di accoglienza, dedicata a mio fratello Mock, che è stato esempio di attenzione ai fratelli nel bisogno.
Carlotta Fidanza Cavallasca: Poetessa bosina
UN DI’ DA PÜ
Dopu ‘na nott scüra
là in fund
dadrè du la culina,
al sa s’ciariss ul ciel
cun penelaa leger da lüüs…
Gh’è tanta paas…
dorman i fracass dul dì…
Sü la porta di ur
‘na giurnava növa
l’è lì ca la specia…
Adasi adasi
turnan a cumparì
sagum e culur
e sa sent l’incant
ca ta dà quaicoss
ca sa ripet,
ma ca l’è sempar növ.
L’è ‘l dì ch’al riva
tra vugh e cantà da üsei,
cul so cavagn da pensà,
da rop bei, da dispiasee.
Un dì da pü da viv
da matina a sira,
bun da fa rinass chi speranz
ca parevan mort
giò in fund al cöör.
UN GIORNO IN PIU’
Dopo una notte buia
là in fondo,
dietro la collina,
si schiarisce il cielo
con pennellate leggere di luce…
C’è tanta pace…
dormono i rumori del giorno…
Sulla porta delle ore
una giornata nuova
è lì che aspetta…
Pian piano
tornano a comparire
sagome e colori
e si sente l’incanto
che ti dà qualcosa
che si ripete,
ma che è sempre nuovo.
E’ il giorno che arriva,
tra voli e canti di uccelli,
col suo cesto di pensieri,
di cose belle, di dispiaceri.
Un giorno in più da vivere
da mattina a sera,
capace di far rinascere le speranze
che sembravano morte,
giù in fondo al cuore.
venerdì 27 gennaio 2023
Federico Bianchessi Taccioli: medaglia di bronzo
Il giornalista e scrittore Federico Bianchessi Taccioli, terzo classificato al Poeta Bosino 2022.
Amur d’un furestee
Amore di un forestiero
Mi sunt mia nassù propri chi, bel Varés Non sono proprio nato qui,
bella Varese
vegnù da ben fora, ‘n àsen furestee; venuto da molto
lontano, un asino forestiero;
Bubià, Masnagh, Casluncio, Camairagh Bobbiate, Masnago, Casluncio,
Camairago
ghe sto apena da ‘na brencava d’ann, ci sto soltanto da qualche
anno,
sa sent, sa ved, che in sto mè parlà busin si sente, si vede, che in questo
mio parlare bosino
scarlighi anmò e và, intend, scusèm un bott, scivolo ancora e via, capisci, scusami
tanto,
se te vorat cureg mi saress cuntent, se vorrai correggermi,
sarò contento,
semm semper a temp par indurà la ment, siamo sempre in tempo ad
arricchire la mente,
st’asen g’ha voja da cantà en tà lengua quest’asino ha voglia di
cantare nella tua lingua
ol tò dialett ch’al sona inscì alègher il tuo dialetto che suona
così allegro
ch’in pee sott’al bongbong del Bernascùun che in piedi sotto allo scampanio del
Bernasconi,
well, Varés, ma senti finalment a cà. well, Varese, mi
sento finalmente a casa.
E quand ch’el miri al gran cedar secular, E quando ammiro il gran cedro
secolare
in dul giardin cunt ul Rosa sul fundal, nel giardino con il Rosa
sullo sfondo
senti l’immens, e ‘l nient, e ‘l temp brusàa sento l’immenso, e il niente, e il
tempo bruciato
menter se dislengua al su in dul lagh durà mentre il sole si scioglie nel lago dorato
insiema a tucc i sogn d’un fiò cal spera, insieme a tutti i sogni di un
ragazzo che spera,
ma al po piov o tirà vent, al po fiucà, ma che piova o tiri vento, o
nevichi,
quand dervi la finestra e me riva su quando apro la finestra
e mi arriva
ul ciciarà di tusann dal prestinè il chiacchierare
delle ragazze dal panettiere
e ‘l meccanich ch’al discur de l’Emmevì e il meccanico che discute della
MV
cunt ul gommista centaur de la Vespa, con il gommista centauro della
Vespa
e al café l’avucàtt arringa al dutur, e al caffè l’avvocato
arringa il dottore,
bien, Varés, ma senti finalment a cà. bien, Varese, mi
sento finalmente a casa.
L’alter dì dal pugiò dra Maria dul
Munt, L’altro giorno dal
balcone del Sacro Monte
la man pugiada sura ul cartel da brunz con la mano posata sulla targa
di bronzo
dul Papa sant ca l’è vegnù su a pè, del santo Papa salito
qui a piedi,
l’istess che ‘n dì a basà giò ul me paes, lo stesso che un giorno baciò il
mio paese,
te vardavi là, burgh en pas, ul cor vert, ti guardavo là, borgo in pace, il
cuore verde,
e ma vegnuu da ringraziàtt, sunt sincer, e m’è venuto di ringraziarti, dico
davvero,
va’, che se m’ariva su anca ‘l magùn, guarda, che se mi sale anche
il magone,
l’è assee un cicinin al Burducan, mi basta un goccio
del Borducan
subit ma senti ul Re dul Carneval, subito mi sento il Re
del Carnevale,
ciapi la sbilenca e sota a pedalà, prendo la
‘sbilenca’ e giù a pedalare,
e vuli cont la grenta d’Ivan Basso, e volo con la grinta
d’Ivan Basso,
bueno, Varés, ma senti finalment a cà. bueno, Varese, mi sento
finalmente a casa.
giovedì 26 gennaio 2023
Giobia 2023
Giovedì di Giöbia il 26 gennaio 2023, e la Famiglia Bosina non ha certo dimenticato
le tradizioni. Se nel sud della provincia e in altre zone d’Italia si bruciano
cataste di legna, allontanando il freddo dell’inverno e le cose spiacevoli, da
noi ci si ritrova al calduccio di un luogo conviviale, per una buona cena. Ed è
occasione per rendere omaggio al gentil sesso, donne che un tempo, proprio
l’ultimo giovedì di gennaio, si ritrovavano per far festa senza gli uomini
(giöbia di dònn). Così l’uomo ha pensato bene di riconquistare le donne con
dolci e golosità, dolce che ha preso la forma di cuore. La Famiglia Bosina ci
ha poi aggiunto, da sessant’anni e più, anche il concorso Poeta Bosino, che
proprio la sera della giöbia premia i suoi protagonisti. E così, dopo le
restrizioni pandemiche, in questo inizio 2023 il ristorante ‘Vecchia Riva’
della Schiranna ha ospitato la festa, che ha visto la presenza, fra gli altri,
del sindaco di Varese Davide Galimberti, del vicesindaco Ivana Perusin, dell’ex
assessore alla cultura Simone Longhini.
Il momento dell’antipasto è stato allietato dal gruppo Folk Bosino,
dopodiché si è passati alla prima premiazione che, data la festa, non poteva
non riguardare le signore. Donna dell’anno 2023 è Monica Poggio, masnaghese del
Faido, ex alunna Vidoletti, una laurea in Scienze Politiche alla Statale di
Milano, con tesi discussa con il prof. Robertino Ghiringhelli, quindi una
carriera di prestigio che l’ha portata ad essere oggi l’amministratore delegato
di Bayer Italia, con una predilezioni per tutto ciò che possa favorire la
promozione della donna in ambito lavorativo, sociale...Compagna di classe alle
medie del nostro regiù Luca Broggini (che ha ammesso: “Andavo a trovarla al
Faido e lei studiava sempre!!!!”), allieva di Robertino Ghiringhelli (ieri
commosso alla premiazione), la dottoressa Poggio ha ringraziato la Famiglia,
ricevendo diploma e un quadro, opera dell’artista Carla Pugliano (www.carlapuglianoartist.com).
Omaggio floreale toccato anche proprio a questa ‘printer’, che ha addobbato la
sala con i suoi lavori, tutti improntati alla rappresentazione del misterioso
universo femminile. Fiori a Carla Pugliano e fiori anche a Felicita Sottocasa
Barlocci detta Cicita, già ‘capofamiglia’ della Bosina prima di Luca Broggini.
Terminata questa prima premiazione la cena è continuata, per interrompersi una
seconda volta, pausa riservata ai poeti dialettali. E’ stata proclamata
poetessa bosina 2022 Carlotta Fidanza Cavallasca, la maestrina della Valceresio
già più volte fra i premiati, che ha sbaragliato il campo con la lirica ‘Un dì
da pü’. Al secondo posto un’altra donna, anch’ella già nota agli amanti della
poesia dialettale, e famosa anche perché ancora indossa gli abiti tradizionali.
Si tratta di Lidia Enrica Munaretti Borgato, che ha convinto la giuria con la
poesia ‘Pensèer’. Infine (e per fortuna!) anche un uomo, e qui abbiamo una
novità assoluta. Alla sua prima partecipazione il giornalista e scrittore
Federico Bianchessi Taccioli si porta a casa subito la medaglia di bronzo, con
una simpatica ‘Amùur d’un furestèe’.
La premiazione è stata condotto naturalmente dal regiù e dal segretario
del premio, Marco Broggini, davvero molto attivo, al quale vanno i
ringraziamenti dei poeti. Mantenere la tradizione del dialetto, almeno nella
poesia, è opera meritoria della Famiglia Bosina. Un grazie è stato rivolto
anche a Cristina Iotti, che grazie al suo lavoro sottotraccia rende possibili
gli eventi della nostra Famiglia varesina, ormai vicina ai settant’anni d’età.
E’ nata infatti nel 1955, grazie ad alcuni notabili e fra questi il commendator
Ermenegildo Trolli, del Calzaturificio di Varese.
Infine il brindisi, con l’invito ad essere presenti al prossimo appuntamento:
il Carnevale bosino.
Pana e magiòstar: al mio amico Leo
Pana
e magiòstar
Pana
e magiòstar, bianc e dulz e ross,
te
se regòrdett, Leo, amìis gulùus?
Dasi
dasi, ul cügiarìtt in man,
öcc
trasugnà, anima da balòss.
Pö
chela vòlta, sü par i capèll,
n’umbrèla
par bastùn, ross me’n tumàtis,
dasi
dasi anca lì, bufà e pregà
e
vardà giò la vall, rimirà ‘l bell.
N’ugiàda
a ‘na banchèta e te me dì:
“Ma
manca ‘l fiàa, sun stràcc, ma fermi chi.”
“A
l’è la me banchèta” ta rispundi.
“L’han
mesa chi, sa sa, dumà par ti.”
Al
pesa tròpp ul Leo par la rizzàva,
l’istèss
al vör salì sü a la Madòna,
par
scumèsa, chisà... par devuziùn,
un
pass, pö n’altar pass e ‘na bufàva.
“Va
inanz, mi resti chi pö rivi..pö.”
“Ta
spèci, gh’è mia prèssa, ciàpa fiàa.”
A
l’è ‘n amìss ul Leo, l’è da spusà,
sa
trovan a fadìgha al dì d’incö.
E
alùra sun turnà sü a la rizzàva
fra
piogia, vent, regord, sü a la banchèta;
tela
chi, pasà la sètima capèla,
l’ho
vista, l’eva lì tüta bagnava.
L’è
mort ul Leo, partì cui prìmm castègn
e
mi so propri no indua le naj.
Barbèli,
pichi i pè, gho i man gerà,
ma
sèti giò anca mi, ma manca ‘l fiàa.
Panna
e fragole
Panna
e fragole, bianco, dolce e rosso,
ti
ricordi, Leo, amico goloso?
Adagio
adagio, il cucchiaino in mano,
occhi
trasognati, anima da furbetto.
Poi
quella volta, su per le cappelle,
un
ombrello come bastone, rosso come un pomodoro,
adagio
adagio anche lì, sbuffare e pregare
e
guardare giù nella valle, ammirare il bello.
Un’occhiata
a una panchina e mi hai detto:
“Mi
manca il fiato, sono stanco, mi fermo qui.”
“E’
la mia panchina” ti rispondo.
“L’hanno
messa qui, si sa, solo per te.”
Leo
è troppo pesante per la rizzata,
lo
stesso vuole salire su alla Madonna,
per
scommessa, chissà...per devozione,
un
passo, poi un altro passo e una sbuffata.
“Vai
avanti, io resto qui poi arrivo...poi.”
“Ti
aspetto, non c’è fretta, prendi fiato.”
E’
un amico il Leo, è da sposare,
si
trovano a fatica al giorno d’oggi.
E
allora sono tornato su alla rizzata
fra
pioggia, vento, ricordi, su alla panchina;
eccola
lì, dopo la settima cappella,
l’ho
vista, era lì tutta bagnata.
Leo
è morto, partito con le prime castagne
e
non so proprio dove è andato.
Tremo
dal freddo, picchio i piedi, ho le mani gelate,
mi
siedo anch’io, mi manca il fiato.
mercoledì 25 gennaio 2023
...e me ne vanto
26 gennaio 2023: prima giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini.
26 gennaio 1943-26 gennaio 2023: 80 anni dalla battaglia di Nikolajewka.
Sono un alpino e me ne vanto.
martedì 24 gennaio 2023
1997: è fatta, è fatta!!!
Oggi il mio amico Adelio mi ha fatto un gran regalo. Non pago di avermi donato i primi, rarissimi numeri del Calandàri dra Famiglia Bosina, ormai introvabili (soprattutto il numero 2), si è privato dell'annata 1997 pur di farmi completare la raccolta di questi storici annuari di Varese. E così li ho tutti, 68 volumi, il primo nato nel 1956, quando sono nato io. Ecco il momento della consegna ufficiale. Non siamo in tanti a possedere la raccolta completa. E' un onore e un privilegio.
Varese on ice
La straordinaria vittoria dei Mastini (Hockey Club Varese) in Coppa Italia spinge il futuro varesino sul ghiaccio. Varese on ice...Una nuova eccellenza della Città Giardino.
lunedì 23 gennaio 2023
La poesia di Arnaldo
Corrono le nuvole
di Arnaldo Bianchi
Corrono le nuvole
alternandosi al sole
invasione di luce ed ombra
sui prati scoscesi
della collina d'aprile,
nel silenzio dei passi
ritrovo la tua voce
sgranata e rapita nel vento
che racconta.
domenica 22 gennaio 2023
Con Mario
Questo pomeriggio è venuto a trovarmi l'amico Mario Chiodetti, giornalista, scrittore, fotografo, esperto di musica e altro ancora...e naturalmente abbiamo parlato di libri, di foto, di musica, della nostra amata Varese. Quando Mario ha visto i primi numeri della mia collezione completa dei Calandàri dra Famiglia Bosina ha avuto un 'mancamento'. Si è soffermato particolarmente sul numero del '59, il suo anno di nascita. I suoi occhi brillavano. Entrambi siamo 'cairolini', abbiamo passioni comuni e sempre una Canon a tracolla, una Moleskina, una biro, qualcosa da scrivere e da ricordare, progetti e una musica in testa.
Mare o montagna?
Preferisco il mare o la montagna? Alla fine probabilmente la mia preferenza va per i monti ma certo non disdegno il mare. Ho provato grandi emozioni al mare e in montagna, panorami stupendi qui e là, albe e tramonti indimenticabili sulle dolomiti e nel mare nostrum. Diciamo che nel mio caso il mare lo godo solo dalla riva, soprattutto dalla riva, lo ammiro più che partecipare attivamente alla sua bellezza, lo guardo più che immergermi, non vi è alcuna conquista nel mare, non amando la navigazione, amando poco il nuoto: sto sul bagnasciuga e osservo, penso, respiro, cammino bagnandomi i piedi, mi approprio del silenzio delle albe...Con la montagna è diverso: ci cammino dentro, ci cammino sopra, ho una cima da conquistare, un rifugio da raggiungere. E’ una bellezza più attiva, un godimento più prolungato. Del mare amo soprattutto due momenti: alba e tramonto. La montagna mi appaga ad ogni ora. Se vale il paragone con una donna, con il mare è amore platonico, con la montagna amore carnale. Potrei continuare ancora, ma ho cercato di spiegare perché, alla fine, prediligo la montagna.
Comunque è sempre una bella lotta.
sabato 21 gennaio 2023
Giornalisti appassionati
Interessante incontro stamani, sabato 21 gennaio 2023, in occasione
della festa di San Francesco di Sales, partono dei giornalisti. Incontro
organizzato da Radio Missione Francescana, con la presenza del sempre attivo
padre Gianni Terruzzi, del giornalista varesino Gianfranco Fabi e di due
ospiti, Riccardo Sorrentino (presidente dell’Ordine dei giornalisti della
Lombardia) e Andrea Tornielli (direttore editoriale del Dicastero della
comunicazione della Santa Sede). La sala conferenze della parrocchia di Masnago
ha tenuto a battesimo un momento di riflessione sul ruolo del giornalista. Dopo
i saluti del presidente Sorrentino il microfono è passato ad Andrea Tornielli,
classe 1964, una passione per questo mestiere nata a 14 anni, un lungo cammino
professionale in diverse testate e poi l’approdo, qualche anno fa, come
direttore di questo dicastero vaticano che riunisce ben 9 uffici diversi (Radio
Vaticana, l’Osservatore Romano…), qualcosa come 250 giornalisti di 69 paesi
diversi, notizie 365 giorni l’anno in 51 lingue, compreso un radiogiornale
settimanale in latino (l’unico al mondo). Tornielli, autore di svariati libri
(uno degli ultimi è ‘Vita di Gesù’, con commento di Papa Francesco) ha
dimostrato nel suo intervento carico di passione grande competenza,
accompagnata da quello che ha definito ‘relativismo cristiano’, lo stesso che
ha fatto dire a Papa Paolo VI ‘io sono una piccolezza, una nullità’. Una chiara
ammissione di fragilità e limite umano, la qual cosa non deve essere alibi per scansare
l’approfondimento, la serietà professionale, la ricerca della verità dei fatti,
nella consapevolezza che, per il cristiano, una sola è la Verità inconfutabile.
E a quella bisogna sempre fare riferimento. Molti i punti di riflessione, fra
questi l’importanza di internet, dei social media, e la necessità di ammettere
i propri errori quando si sbaglia, perché i giornalisti sono uomini e
sbagliano. “Bisogna entrare nella realtà con passione, farsi commuovere,
dialogare con l’altro cercando di mettersi nei suoi panni, disposti anche a
rivedere le proprie posizioni, cercare di descrivere la realtà nel miglior modo
possibile, sapendo che non saremo mai perfetti…”: ecco alcuni dei passaggi
dell’intervento di Tornielli. E’ stata poi celebrata una Messa nella chiesa
parrocchiale di Masnago, con il vicario episcopale Mons. Giuseppe Vegezzi, il prevosto
Mons. Luigi Panighetti e padre Gianni Terruzzi.