Gli
ultimi anni delle elementari e quelli
delle medie sono gli anni delle passioni: amorose, e non solo. Per questo è
triste vedere ragazzi che non hanno passioni. Ma può capitare. Non ero quel
tipo di ragazzo. La passione per lo sport andava crescendo, e per il calcio in
particolare. Scelsi di stare in porta, non so perché, forse perché all’inizio,
quando si fa bimbumbam, nessuno vuole andare in porta e io ho un animo
caritatevole. Poi mi sono appassionato, forse perché me la cavavo discretamente.
Ricordo, negli anni delle elementari, le partite nel nostro cortile: mi tuffavo
senza problemi sulle pietre levigate. Ero di gomma. Avessi oggi quel coraggio,
quell’incoscienza….sposterei le montagne. Ricordo grandi partite a pallone in
colonia, a Vilminore di Scalve. E naturalmente interminabili partite a balùn
all’oratorio ‘Molina’. In ogni angolo disponibile era in corso una partita. E
ogni tanto anche noi piccoli riuscivamo a giocare sul campo grande, il campo
della Cassiopea. E’ nata in quegli anni la mia passione per il Varese calcio e
per la grande Inter. Ricordo un Natale, ricevetti maglietta dell’Inter e
calzettoni del Varese (o forse il contrario e Guido, il maggiore, ebbe la meglio
sulla maglia nerazzurra), certamente non potevamo permetterci doppia divisa. E
poi un ricordo preciso: 30 luglio 1966, finale dei Mondiali di calcio a Londra,
Inghilterra contro Germania. Vinsero gli inglesi 4 a 2, dopo un match
rocambolesco. Vidi la partita all’oratorio, era una giornata dal sole
infuocato, appena finito l’incontro io con i miei amici (forse Canedoli,
Calaciura, Guarnieri, Salice….) partimmo come razzi sul campo di terra…dai
passa, io sono Bobby Charlton, io Bobby Moore (in foto, mentre riceve la Coppa
Rimet).
5-continua
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