Ma
se il Dio che aveva permesso la morte di mia madre andava salvato, in qualche
modo giustificato, il Dio che aveva permesso la nascita della mia prima figlia,
Valentina, il 16 gennaio del 1985, a pochi mesi dalla morte di mamma Ines, era
invece un Dio benevolo, amante della vita, un Dio che stupiva e che mi regalava
il bello, così consono alle nostre aspirazioni, alla nostra essenza, che non
prevede la morte. La morte di mamma Ines e la nascita di Valentina furono in quel
tempo eventi così forti che mi allontanarono per un attimo dal mio impegno
verso il futuro di una Comunità Shalom tutta da inventare. Ma non abbandonai
certo il campo. Non solo: visto che il mio servizio all’oratorio di Biumo era
terminato con la partenza del don, cominciai a prendere contatti con la parrocchia
dove risiedevo dal 1981, Sant’Ambrogio, ed in partcolare con il parroco don
Umberto Zerbi, una mia vecchia conoscenza, visto che era stato lui a darmi lo
schiaffone quando, da chierichetto, avevo rovesciato sull’altare un’ampollina.
Cominciai a fare catechismo ai ragazzi, feci nascere un gruppo di
preadolescenti, insistetti perché anche lì venisse eletto il Consiglio
parrocchiale, mi impegnai nei canti per animare la Messa, suonando la chitarra,
fondai un giornalino parrocchiale, ‘Sul Sagrato’. Nel 1986 andai con un gruppo
di adolescenti (foto) in vacanza estiva a Santa Caterina Valfurva. Osservare
oggi quella foto, che mi vede impegnato a spiegare la Parola di Dio ai ragazzi,
mi desta un certo imbarazzato stupore.
21-continua
Nessun commento:
Posta un commento