sabato 4 giugno 2016

Il mio Dio - 26



E che scrivere della Comunità Shalom? Il suo destino ormai era segnato. Una parte di amici avrebbe fatto la scelta di Comunione e Liberazione, un’altra avrebbe continuato con la presenza in parrocchia, e qualcuno avrebbe fatto e l’uno e l’altro. Si passò da un incontro la settimana a uno ogni quindici giorni, poi uno al mese, mantenendo però le vacanze insieme e altri momenti comuni. Non intendevo affatto andarmene, per vari motivi: l’amicizia con quei compagni di viaggio era molto forte e non volevo privarmene; inoltre speravo sempre che potessero essermi di aiuto. Sapevo bene che io avrei potuto dare ben poco a loro, se non dubbi, che preferibilmente tenevo per me, lasciando filtrare solo di tanto in tanto qualche nota stonata. Quindi -a parte le vacanze- ho sempre cercato in quegli anni di mantenere i contatti, ma non posso nascondere che ero in difficoltà, mi sentivo una voce fuori dal coro, un pesce senz’acqua, un po’ imbarazzato e me ne stavo silenzioso, ad ascoltare gli amici. Io non li aiutai, loro non aiutarono me. Naturalmente nessuno ha colpa, la colpa semmai è di questo Dio misterioso, che non si fa trovare ma resta necessario.

26-continua

Nessun commento:

Posta un commento