Carlo Meazza, una vita dedicata alla fotografia, oltre 80 libri pubblicati, ieri sera, nella sala del Risorgimento a Villa Mirabello, è stato definito dal prof. Enzo Laforgia (assessore alla cultura del comune di Varese) 'un fotografo di paesaggi'. E Laforgia ha poi spiegato cosa intende con tale definizione, che potrebbe apparire riduttiva per un fotografo che spesso ha messo al centro dei suoi volumi l'uomo. Paesaggio non solo come veduta, come panorama, ma come costante presenza anche dell'uomo che, pur non dovendo necessariamente apparire nell'immagine, quel paesaggio ha contribuito a modificare, nel bene e nel male, un paesaggio stratificato, un libro di storia a cielo aperto. Laforgia ha, da par suo, regalato molte citazioni letterarie, come del resto ha fatto Meazza, che ha mostrato un documentario, foto sue e citazioni da Chiara, Sereni, Orelli, Hesse, Fogazzaro e Manzoni, autori che ci hanno regalato pennellate sui territori di Luino, del lago Maggiore, di Bellinzona, di Lugano col suo lago, della Val Solda e del lago di Como. Quindi si è parlato dell'ultima 'fatica' di Carlo, fatica perché ha dovuto anche camminare per risalire le sue amate montagne, in questo caso il Monte Rosa. 'Monte Rosa', quindi, ad oltre trent'anni dal precedente volume sul Rosa, edito da Publinova edizioni Negri, con testi di Luigi Zanzi, Barbara Zanzi, Marzia Verona, Teresio Valsesia, Enrico Rizzi e Lucia Maggiolo. Devo scriverlo che potrebbe essere un libro strenna di notevole spessore? Non mi pare neppure il caso. E' evidente.
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