giovedì 2 gennaio 2025

Il viaggio di papà Mario - 39


 

Domenica 8 settembre 2019. Aspettavamo mio papà Mario per mezzogiorno, come ogni domenica. Lo aspettavamo in arrivo in via Vico con la sua Punto bianca tutta acciaccata. Sarebbe passato prima a prendere Anita in via Oriani, insieme avrebbero pranzato da noi, poi lui come d’abitudine sarebbe tornato a casa, in viale Belforte, per il riposino, che a volte durava anche un paio d’ore. Ma il campanello suona verso le 11. Chi sarà? E’ papà Mario, da solo. Ha posteggiato l’auto al solito posto, ma non è bene allineata con il marciapiede, un posteggio malfatto e sbilenco. Come mai così in anticipo? Sul volto i tratti di alcuni piccoli tagli, come di chi si è rasato senza molta cura. Il collo della camicia è malmesso. Mio papà cerca di dire qualcosa ma è confuso, le parole zoppicano, non si capisce il significato. Ma noi capiamo subito che la situazione è seria. Lo facciamo distendere sul letto, chiamiamo l’ambulanza, inizia così la parabola discendente di una vita che, da questo momento e per oltre cinque anni, non si risolleverà più.

E qui interrompo il viaggio del Mario. Saranno anni di prove, sofferenza e davvero rari momenti forse sereni, sino alla morte, il 20 novembre 2024.

Chi vuol bene a mio padre potrà sapere ancora qualcosa di lui. Nel mio nuovo romanzo, ‘Corpi imperfetti’, che uscirà in primavera, ho immaginato due storie parallele, e una racconta ancora del Mario, di ciò che (forse) ha provato da quell’infausto 8 settembre alla primavera del 2023. Un racconto in prima persona.

Papà mi manca, ma è spesso con me: nei sogni, nel ricordo, nella scrittura che incide solchi sul terreno della dimenticanza, nelle foto, nei video, nella preghiera.

Lascio un’ultima foto, scattata da mio fratello Paolo durante la permanenza del Mario nella RSA di Induno Olona. E’ il tempo del Covid. Papà Mario saluta.

 

39 - fine

 

   

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