Ieri si diceva che è facile raggiungere la sede di Materia, dove martedì 14 ottobre, ore 18, presenterò il mio romanzo 'Corpi imperfetti'. Già, ma perché uno dovrebbe comunque scomodarsi? La mia scrittura vale tale viaggio? Come autore mi verrebbe da dire: "Sì, ne vale la pena!" ma sarei poco credibile. Ecco allora sopra il prologo del mio romanzo, e qui aggiungo il testo del risvolto di copertina, che spiega la trama.
Nel recente tempo del Covid si slabbrano due sipari, che pendono su due palchi diversi. Nel primo vanno rivelandosi i pensieri di Mauro, grande vecchio che si lascia andare ad un monologo, cronaca della sua decadenza e manifestazione del suo vissuto più profondo. Nel secondo palcoscenico, in terza persona, lo spettatore scopre la storia di Claudia, Marcello e Tommaso. Claudia e Marcello sono due giovani innamorati che vivono la potenza e la vulnerabilità del sentimento amoroso. Tommaso è un uomo maturo, in bilico davanti al baratro della vecchiaia incombente, che si guarda alle spalle cercando un appiglio per resistere ancora un poco nei giorni che lo hanno reso felice. Tutti i protagonisti di queste due vicende parallele hanno corpi imperfetti, che esigono, che accontentano e che tradiscono. Carlo Zanzi nella sua narrativa non poteva non lasciare traccia dei mesi della pandemia, così indimenticabili, ma il virus malefico, con le sue vittime e le sue restrizioni, resta di sottofondo. E’ una minaccia inattesa ma i protagonisti vivono le storie di tutti e di sempre, alla ricerca della serenità, accettando l’imperfezione dentro e fuori di sé, affidandosi anche ad un Dio che appare e scompare. In ‘Corpi imperfetti’ ritroviamo i temi ricorrenti di questo autore, che sin dal suo primo romanzo, ‘La Comune di Barbara’, dell’ormai lontano 1989, ha fatto delle domande esistenziali le sue risposte più vere
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