Tornando
agli anni delle scuole medie, non posso non soffermarmi sullo sport scolastico
alla media Righi, direttore d’orchestra il prof. Secchia, grande sciatore. Non
l’ho mai visto in tuta una volta, sempre in pantaloni di velluto a costa larga
e giacchetta di renna. Più o meno cinquantenne, insieme al vicepreside Ermoli detto
Paperino e al prof. Bianchetti di applicazioni tecniche era il decano della
scuola. Delle due ore di lezione la settimana, una si svolgeva nella palestra
piccola e l’altra nella palestra grande, in comune con le elementari Mazzini e
altre scuole. Sapendo che praticavo ginnastica artistica, faceva dirigere a me
gli esercizi di riscaldamento, richiamando la classe ogni tanto (“Guardate il
modello, quanto è bello!). Scusate per questo eccesso di narcisismo ma a quell’età
(e anche dopo) si è molto gratificati se qualcuno ti fa i complimenti. Ma il
prof. Secchia amava fare battute un po’ a tutti (“Giannelli, che bei capelli” e
via declamando). Sempre nella palestrina si praticava il salto in alto all’italiana
(arrivo in piedi), la salita alla fune e la pallavolo. Nella palestra grande
ricordo invece le partite a basket, il mio desiderio di non perdere tempo in
chiacchiere o fondamentali, perché era la partita l’attività più divertente,
dove poter dimostrare che stavo apprendendo l’arte del palleggio, del tiro in
sospensione e del terzo tempo. Mi allenavo all’oratorio, anche il basket stava
diventando una mia passione sportiva, perché sempre sul finire degli anni
Sessanta Varese saliva sul tetto d’Europa e del Mondo con la grande Ignis di Manuel Raga (foto).
10-continua
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