Stando
agli anni delle scuole medie, devo introdurre anche lo sport del nuoto, visto che
in terza media, anno scolastico 1969-1970, passammo (mio malgrado) un trimestre
o forse due in piscina. Mio malgrado perché non ho mai amato il nuoto, ma il
prof. Secchia decise così, anche perché era da poco stata inaugurata la Piscina
Comunale di via Copelli, e attendeva utenti. Ricordo che fui fra i pochi che,
verso la fine del corso, si azzardarono ad entrare nella piscina grande. I più
sguazzavano come piccoli tonni nella ‘tonnara’ di quella piccola. Ma ricordo
che a me piaceva sostanzialmente il tuffo, non nuotare. E parlando di nuoto
allora dobbiamo rinverdire i fasti dei primi bagni in colonia (Lavagna, Alassio,
Milano Marittima, Gatteo a Mare) e dei bagni al lido della Schiranna. Ricordo
che mi immergevo nel lago di Varese ad occhi aperti, fra alghe e gobbini.
Evidentemente (parliamo della metà degli anni Sessanta) gli scarichi che
andavano accumulandosi soprattutto nella zona di Comerio non erano ancora
arrivati alla Schiranna, o quanto meno i loro effetti (che in seguito saranno
disastrosi) erano ancora relativi. L’acqua del lago di Varese, allora, non era certo
cristallina, e non so se l’Ufficio di igiene effettuasse controlli, fatto sta
che di malattie non ne presi. Nella foto sono in colonia, con mio fratello
Guido, a Lavagna, nel 1961 o 1962. Più che altro arrostivamo al sole, perché in
acqua ci si stava poco, vigilati da severe suore o poco accomodanti signorine,
tenuti a bada da bagnini sul pattìno, bagni agognati e presto finiti, regolati
dal fischietto che non concedeva sconti a nessuno. Cercai di imparare a nuotare
dignitosamente più avanti, durante le vacanze familiari all’Isola d’Elba, a
Grado, a Riva di Trento.
11-continua
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