Dopo
aver già vinto un Campionato del Mondo l’anno prima, nel 1968 Eddy Merckx,
giudicato un giovane più che promettente ma adatto solo alle corse ciclistiche
di un giorno, vinse alla grande il suo primo Giro d’Italia. Per una decina d’anni
il grande Eddy dominò la scena del ciclismo mondiale e catturò indelebilmente
la mia ammirazione, facendomi ancor più appassionare al ciclismo. Non ho mai
pensato seriamente di praticare ciclismo a livello agonistico, ma dai tempi di
Merckx ho sempre amato pedalare, soprattutto in salita. Dovrò attendere dieci
anni prima di possedere anch’io una bici da corsa, ma nell’attesa sommerò molti
chilometri, utilizzando soprattutto la vecchia Gloria di mio padre, che era
senza cambi, ma io fingevo di cambiare lo stesso, anche se il rapporto restava
invariato…e piuttosto duro in salita. Fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio
degli anni Settanta vedevo alla tele ogni tipo di sport. Allora c’era un solo
canale, ma noi di Varese avevamo anche la Svizzera e Capodistria. Poi
arrivarono Rai Due e poi Rai Tre. Le Olimpiadi che ho seguito meglio sono state
Messico 1968 e soprattutto Monaco 1972. Guardavo ogni tipo di sport, con rare
eccezioni. Non ho mai amato l’automobilismo né il motociclismo, mai il
pugilato, la pallanuoto e altri sport minori, ma per il resto ore ed ore alla
tele e poi via, per mettere in pratica ciò che vedevo.
14-continua
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