La
mia narrativa di quel periodo, anni Novanta, aiuta a comprendere il mio cammino
religioso. Soprattutto nella raccolta di racconti ‘L’ultimo nemico’ (e in
particolare nel racconto lungo che dà il titolo al libro) è forte la domanda
sul senso del male, del dolore, del soffrire, della morte e di un Dio che tace.
A poco a poco però lascio da parte questi temi, attratto dall’uomo e dall’amore,
dalla fedeltà e dal tradimento, dai mille volti di questa parole (amore), che
va dal massimo del’egoismo al massimo dell’altruismo (come nella raccolta di
racconti ‘Fax d’amore’). La mia esperienza come giornalista mi porta anche a
soffermarmi sulla cronaca, sulle vicende diciamo ‘sociali’ (come nel romanzo ‘Luzine’).
I mille impegni che caratterizzano le mie giornate di quel tempo (lavoro,
famiglia numerosa, passione per il giornalismo e la scrittura, che diventano
davvero un secondo lavoro, e poi il ritorno allo sport…) mi lasciano poco tempo
per la riflessione teologico-filosofica. Dio resta nella preghiera (sempe
presente), nella fedeltà alla Chiesa cattolica (almeno come partecipazione alla
Messa e ai sacramenti) ma sono ‘distratto’ o obbligato a pensare ad altro. I
giorni corrono rapidi dall’alba al tramonto, forse sin troppo pieni di vita, a
tratti ore cariche di ansia, con il timore di non riuscire a portare a
compimento gli impegni presi. Per il settimanale cattolico ‘Luce’ faccio
cronaca del mondo cattolico, della vita della Chiesa, seguo ad esempio le
Missioni a Varese, ma con un certo ‘distacco professionale’. Scrivo del
servizio di altri, non sono più impegnato in prima persona nel cammino della
Chiesa locale. La collaborazione anche con ‘La Prealpina’, la nascita della
rubrica Pensieri & Parole non fanno che aumentare il mio ritmo. E le
preoccupazioni per le figlie che crescono, che mostrano le prime crisi
preadolescenziali, che mettono in discussione l’efficacia del mio ruolo di
padre sono altri momenti che mi portano a ‘disperdere’ l’ottimismo giovanile di
un futuro senz’altro carico di buone cose. E quella dispersione coinvolge,
naturalmente, anche Dio, Padre buono, ma forse non così generoso come mi sarei
aspettato. A meno di assolverlo, regalando ad altri certe responsabilità.
27-continua
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