giovedì 11 settembre 2025

Il pane non può aspettare




Complimenti al giornalista e narratore Pier Vittorio Buffa, che è stato in grado di riempire, ieri sera, il Salone Estense a Varese, impresa non facile trattandosi della presentazione di un libro, nello specifico del suo ultimo romanzo 'Il pane non può aspettare' (Neri Pozza editore). Già, Buffa può essere più che soddisfatto, anzitutto del successo del suo precedente lavoro letterario, 'La casa dell'uva fragola' (Piemme), e poi dell'attuale ottimo riscontro. Ma che mai avrà scritto Buffa, vista la difficoltà a vendere libri? Una storia ambientata a Castello Cabiaglio nel Novecento, quello della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza, una storia che è poi il seguito de 'La casa dell'uva fragola'. Come mai Cabiaglio? Perché Buffa, romano, giornalista, classe 1952, da parte di padre ha salde radici sulle nostre Prealpi, tanto che dal suo primo compleanno (e senza perdere un anno) l'estate lo trova nella casa varesina. E del resto ha raccolto a piene mani notizie, personaggi (in parte reali in parte d'invenzione), intrecci proprio a partire da Castello. Presenti al battesimo (anteprima nazionale) del suo nuovo romanzo il sindaco di Varese (Davide Galimberti) e quello di Castello Cabiaglio (Marco Galbiati), l'assessore alla cultura del nostro comune Enzo Laforgia, il docente universitario Gianmarco Gaspari. Fra i suoi estimatori anche il giornalista varesino Riccardo Prando (con Buffa nella foto), che ben conosce quelle terre (risiede a Brinzio) e che ama, al pari dello scrittore romano, una scrittura pulita, essenziale, intrecci coinvolgenti, un narrare che non cede alla parola volgare né al sesso facile. Evidentemente Pier Vittorio Buffa non ha bisogno di questi ingredienti per riempire una sala e assicurarsi ottime vendite. 

 

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