Raimondo Fassa, già ‘borgomastro’ di Varese negli anni Novanta, Parlamentare
europeo, docente dentro e fuori l’Italia, intellettuale colto, affabulatore
nato, si è distinto anche ieri sera, giovedì 4 settembre, chiamato da
VareseNews a presentare il suo ultimo libro, ‘Lettere a Robespierre’.
Sottotitolo: Giacomo Casanova all’ombra della Rivoluzione francese. Ha fatto
gli onori di casa Marco Giovannelli, mentre ha intervistato l’autore Ferdinando
Giaquinto.
Di che parla il libro? Ecco una sintesi, un copia e incolla da internet:
Che cosa accade quando un libertino in esilio, affezionato all’ancien régime come Casanova, decide di scrivere al più intransigente dei rivoluzionari
come Robespierre, ormai scomparso, ma ancora vivo come spettro del secolo? In
queste dodici lettere immaginarie, un uomo disilluso ma lucido - ironico,
sensuale, filosofo dell'esperienza - si rivolge all’Incorruttibile,
interrogando il suo ideale di purezza, la sua sete di giustizia, e le ombre che
la ghigliottina ha lasciato dietro di sé.
Ne nasce un dialogo impossibile tra due visioni del mondo: l’una radicata nel
piacere, nell’individualità e nell’arte di vivere; l’altra dominata dall’Idea,
dal dovere e dalla fede assoluta nella Storia. Ma a scrivere è l’uomo che ha
attraversato l’Europa del Settecento prima che questa crollasse, figlio di
attori, amante del teatro, testimone di un’epoca che si spegne.
Un romanzo epistolare, filosofico e drammatico, che mette in scena il confronto
tra l’io e il secolo, la maschera e il volto, l’ideologia e la verità.
Il personaggio di Giacomo Casanova deve interessare molto a Fassa. Pur
non diventando un ‘casanovista’, legge tutto ciò che c’è da leggere su di lui,
compresa la Histoire de ma vie (Storia della mia vita). E così immagina.
Siamo negli ultimi anni della vita del celebre seduttore (1725-1798). Scappato
da Venezia, senza soldi, Casanova trova accoglienza come bibliotecario dal
Conte di Walastein a Dux, in Boemia. Anziano, acciaccato, mal visto dalla
servitù, non ha altra via di fuga che il ricordo. Scrive la storia della sua
vita, la sua opera più importante. Qui inizia la non certezza storica. Si narra
infatti che interruppe la stesura del memoriale per scrivere una lettera di 120
pagine a Robespierre, uno dei padri della Rivoluzione francese. Non esiste
copia di tale scritto, né abbiamo la risposta dell’Incorruttibile, anche perché
ghigliottinato nel 1794. Che fa Raimondo Fassa? Si mette nei panni di Casanova
e scrive 12 lettere indirizzate a Robespierre, lettere che verranno consegnate
ad un sacerdote e da lui al Conte di Walastein.
Per chi ama la filosofia di vita di Casanova (“non bello ma alto quasi
due metri”), per chi non crede più di tanto nella purezza della Rivoluzione
francese e delle rivoluzioni in genere (“che spesso hanno come esito una
dittatura”), per chi ha avuto modo di conoscere l’ex sindaco della Città
Giardino e apprezza la sua scrittura, la sua carica vitale e il suo
coinvolgente sorriso, bene, un nuovo libro è servito.
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