ph carlozanzi
Non
si appanna l’estro, la vena letteraria di Emiliano Bezzon (Comandante della
Polizia locale di professione, narratore giallista per ispirazione), che questo
pomeriggio in Villa Toeplitz ha presentato il suo nuovo romanzo: Il manoscritto
scomparso di Siddharta (Robin edizioni). Fra il pubblico quasi tutta la Giunta
di Palazzo Estense, il poeta editore Dino Azzalin e tanti estimatori di Bezzon,
che questa volta si troveranno di fronte a due storie parallele, una ambientata
nel 1922 e l’altra ai nostri giorni. Ma come mai Siddharta e quindi Herman
Hesse?
“Ero
in vacanza in montagna e pioveva” racconta l’autore, “quindi sono andato a
visitare la casa di Herman Hesse, notando fra l’altro un quadro della Valsolda,
un acquerello realizzato proprio dal noto scrittore, che dipingeva su consiglio
del suo psicoterapeuta. Ho quindi immaginato Hesse intento a dipingere, fatto
oggetto dell’inspiegabile furto del manoscritto di Siddharta.”
Fantasia
a ruota libera, il comandante-scrittore ha chiamato in campo, come sua
abitudine, molte donne, soprattutto nei panni di investigatrici, ambientando la
storia proprio in Valsolda.
Brindiamo quindi a questo nuovo giallo: con cin.
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