lunedì 25 novembre 2024

Ciao, Ezio


 

Apprendo in  questo istante che è morto il mio amico, collega e coscritto, giornalista Ezio Motterle. Sapevo che era malato, ma certamente non così grave. Puntuale come sempre mi aveva fatto avere il suo contributo per il Calandàri dra Famiglia Bosina 2025. Mi diceva che ero il suo ultimo direttore, e questo mi faceva sorridere ma insieme mi inorgogliva, io, giornalista pubblicista, di fronte a lui, professionista. Ci siamo scambiati l'ultimo messaggio il 16 novembre. Gli ricordavo la presentazione del Calandàri il 15 dicembre, e lui così rispondeva: 'Sono in ospedale per un'infezione agli occhi. Speriamo di rivederci presto.'

Se penso a Ezio penso al suo piccolo ufficio, di fronte al Tribunale di Varese. Anche lui Cairolino come me, Ezio era nel corso B, io in C. Ma non ci siamo conosciuti al Classico. Ci siamo incontrati negli anni Novanta, quando ho cominciato a pubblicare libri. Allora andavo regolarmente a portargli una copia, 'implorando' un suo pezzo su Il Giorno. Lui era il responsabile delle pagine di Varese. E lui mi accontentava. Poi ha cominciato a dire: 'Ma ancora? Un altro libro?' E comunque mi accontentava lo stesso. Quando ho cominciato a lavorare per il Calandàri, una decina di anni fa, ho chiesto anche la sua collaborazione, e non ha mai saltato un numero. Poi è venuta fuori questa storia del direttore. La foto che vedere me l'ha data pochi mesi fa, chiedendomi di cambiare quella che si trova in copertina al Calandàri. Non gli piaceva più quella che lo ritraeva con la sua immancabile pipa. Ci si vedeva spesso il sabato mattina, al Bologna. Lì trovavo lui, Franco Tettamanti e Robertino Ghiringhelli. Io accompagnavo mia moglie al lavoro, loro dialogavano seduti al caffè. Un saluto veloce, le ultime novità, le solite considerazioni sull'età, sul tempo che passa (sì, anche i giornalisti sono banali nei loro dialoghi), sul fatto che fossimo entrambi del '56 eccetera. Pochi mesi fa, quando gli chiesi al solito il pezzo, mi disse che non stava bene, qualcosa ai polmoni, ma che mi avrebbe ancora una volta accontentato. E il pezzo è arrivato. Poi l'ultimo messaggio. 

Ciao Ezio.

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