domenica 10 novembre 2024

Dori: "Il mio Fabrizio ha sempre 58 anni"


 



"Cosa ricordo di Fabrizio?" chiede Dori Ghezzi, rispondendo alla domanda del giornalista Vittorio Colombo. "C'è una sola cosa positiva nella sua morte prematura: che per me Fabrizio ha sempre 58 anni." Questa una delle tante risposte che ieri, domenica 10 novembre, in una bella serata in sala Napoleonica (strapiena) alle Ville Ponti di Varese, la cantante Dori Ghezzi ha regalato ai fan di Fabrizio De Andrè. Forse qualcuno si è seduto sulle eleganti poltroncine perché amante delle canzoni del duo Wess-DoriGhezzi, ma ho ragione di credere che la stragrande maggioranza fosse lì, a rincorrere le note e le suggestioni del mito di Faber, morto 25 anni fa, ancora presentissimo. Certo, non erano presenti i giovanissimi, ma qualche giovane sì e soprattutto i cinquanta, sessanta, settantenni che sono cresciuti cantando (e i più stonati solo ascoltando) le indimenticabili canzoni del cantautore genovese. A partire da quella 'Canzone di Marinella', che diede il la alla sua carriera, grazie all'interpretazione televisiva di Mina. La qual cosa lui, Fabrizio, non gradì, tanto da rispondere alla domanda: 'Lo sa che lei deve molto alla Canzone di Marinella?' E lui: 'Purtroppo sì.' Gli stava stretta, forse non l'amava così tanto (quella storia cantata presa dalla cronaca, una sedicenne prostituta che finisce nel Tànaro o nella Bormida), o forse gli scocciava ammettere che senza quell'interpretazione di altri forse Fabrizio non sarebbe decollato mai. Comunque decollò, e alla grande. Gran bella serata ieri alle Ville Ponti, con il Festival del racconto-Premio Chiara 2024 che omaggia Faber con il premio (alla memoria), 'Le parole della musica', già ricevuto anni fa da Guccini, De Gregori, Nannini, Ligabue, Vecchioni, Paoli, Conte eccetera. 
Per chi era assente c'è sempre la possibilità di rimediare acquistando il libro (foto) che, guarda caso, inizia con lui, cioè De Andrè, poi arriva l'io, cioè Dori...infine il noi, una bella coppia, costretta a vivere anche il dramma di un sequestro, in quella Sardegna che avevano adottato come seconda patria.
Io sono fra coloro che, negli anni Settanta, imbracciava la chitarra, suonava e cantava, no, la Canzone di Marinella no, non mi piaceva, ma La guerra di Piero, La Ballata dell'eroe, Geordie, Amore che vieni amore che vai, La canzone dell'amore perduto, il Chimico, la mia amata Via del Campo eccetera eccetera eccetera. 

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