Correvo stamani nella foschia nebbiosa della pianura padana. Cosa può esserci di interessante in tale pratica? Nel freddo, nell'umido, con i campi poveri di novità, solo gli scarti dei raccolti, qualche verdura per le bestie, un trattore che ferisce la terra dura, acqua ferma nei canali, visuale ridotta...ecco sì, le simmetrie dei pioppi, una bella visione, ma per il resto? Mi sono venute alla mente le tre C del Mantegazza (leggere 'La spartizione' di Piero Chiara). Dunque: carezze, caldo, comodo. Per me niente carezze, a meno di considerare carezze quelle gelide della nebbia. Caldo e comodo invece sì. Perché, adeguatamente coperto, il mio corpo lentamente si scaldava sino a regalarmi una piacevole temperatura, quindi la comodità dell'esistere in quello stato, corsetta a ritmo di fatica riposante.
"Un genio quel Mantegazza" direbbe Emerenziano Paronzini.
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