domenica 31 gennaio 2021

La fiòca


 

La fiòca

di carlozanzi

 

 

Stamatina dal ciel fiòca incànt,

öcc d’un fiö ca l’è prunt a stüpìs

se fa citu la tera e i so dagn,

ul candùur cascia via tutt ul piànt.

 

Ligerìn tal e qual ‘na carèza,

ricamà me la stofa d’un sciùr

vegnan giò, dasi dasi, dai nìul

tuchelìtt ca fan nass cuntentèza.

 

L’è ‘n pecà schiscià giò la cuèrta

bianca e nèta, geràva e perfèta;

l’è ‘n piasè caminà sul bumbàas

e di sögn mo la porta l’è vèrta.

 

Cunt ul nas cuntra ‘l frècc dra finestra,

me’n fiurèll cal cuntròla la nèev

vardi föra i farfàll in tempesta

e la vita surìd ma la dèev.

 

                                      

La neve

Stamattina dal cielo nevica incanto,

occhi di un bambino che è pronto a stupirsi

se fa silenzio la terra e i suoi danni,

il candore allontana tutto il pianto.

 

Leggerini come una carezza,

ricamati come la stoffa di un ricco

scendono, adagio adagio, dalle nuvole

pezzettini che fanno nascere contentezza.

 

E’ un peccato schiacciare la coperta

bianca e pulita, ghiacciata e perfetta;

è un piacere camminare sulla bambagia

e dei sogni adesso la porta è aperta.

 

Con il naso contro il freddo della finestra,

come un bambino che controlla la neve

guardo fuori le farfalle in tempesta

e la vita sorride come deve.

 

 

 

 

sabato 30 gennaio 2021

venerdì 29 gennaio 2021

Antonio Borgato terzo

                                                  VÉSPAR SÜL LAGH  

di Antonio Borgato


Quïètt barlümm da culùur, ‘mè ‘na gibigiàna,
ul sù, ‘drée a ‘nà gió, in sü l’aqua ‘l regàla,
indùa dàsi-dàsi ‘l sa möv in gran gàla.
l’ültim cign, cunt i sò àar da purcelàna.

 

Visìn a mi, la rìva i und la spécia,
ca la bràscian sü, cerùus, e la carézzan.
‘Mè murùus che sa ritróvan e sa bàsan.
Hinn tanti basìtt delicàa in l’ària frégia.

 

Fiurìss ‘n surìis intànt ca ‘l cöör ‘l tripìla,
stracüntàa da ‘l gran spetàcul d’ra natüra.
Lée la rézita ‘l sò cupiùn cun bravüra,
un cupiùn mai cumpàgn, sìra dòpu sìra.

 

Un suspìir in la pàas dul làgh incantàa:
l’è la vùus dul vént che ‘l cantà vèrs d’amùur,
balusétt, in la sò part da primm atùur,
e ‘l par ca ‘l spècia i batiman da ‘l creàa.

 

 

VESPERO SUL LAGO
Quieti barlumi di colore, come una gibigiana,
il sole, che tramonta, sull’acqua regala,
dove pian piano si muove in gran gala.
l’ultimo cigno, con le sue ali di porcellana.

Vicino a me, la riva aspetta le onde,
che l’abbracciano, festose, e l’accarezzano.
Come innamorati che si ritrovano e si baciano.
Sono tanti bacetti delicati nell’aria fredda.

Fiorisce un sorriso mentre il cuore trepida,
sbalordito dal grande spettacolo della natura.
Ella recita il suo copione con bravura,
un copione mai uguale, sera dopo sera.

Un sospiro nella pace del lago incantato:
è la voce del vento che canta versi d’amore,
birichino, nella sua parte di prim’attore,
e pare che si aspetti i battimani del creato.

 


 Completiamo il podio del Concorso Poeta Bosino 2020 con la terza piazza, che se l'è meritata Antonio Borgato. Il nostro Re Bosino è abituato alle premiazioni poetiche: ha già vinto un anno, terzo tre volte. Ecco la sua poesia.



giovedì 28 gennaio 2021

Giuliano Mangano sul podio


 Secondo classificato al Concorso Poeta Bosino 2020, indetto dalla Famiglia Bosina, è Giuliano Mangano (in arte Enea Biumi). Finalmente la Giuria premia il valore di questo poeta, narratore e musicista, docente e uomo di cultura sensibile.


‘MÈ BISBÀI

di Giuliano Mangano

‘mè bisbài sbrisigàa
in d’un cantùn
surbüissan in d’ur cò
panzànigh e canzùn
ca insarzìssan anmò
poarànim d’ur passàa.

 

 

 

 

COME AVANZI
Come avanzi scivolati
in un angolo
fermentano in testa
favole e canzoni
che imbrogliano ancora
fantasmi del passato.

 

Ivana Piotti poetessa bosina


 


Poetessa Bosina dell’anno, prima al Concorso Poeta Bosino 2020 organizzato come sempre dalla Famiglia Bosina, è Ivana Piotti con Teme ‘na nuss.

Onore quindi alle donne nel giovedì della Giöbia.

 

 

 

TEME ’NA NUSS

Gramm me’n tòsich ul temp
quand al ta stràscia e al ta quàta
da rùgina cuerta.

Mi, speranzùsa, son teme ‘ na nuss.
Quand, nal pertegaà, ul guùss al marcìss
gh’è lì la giànda, da pudè schiscià
e la tò fàmm la rangia.

 

 

 

 

COME UNA NOCE

Cattivo e amaro il tempo
quando ti logora e ti copre
di una ruggine coperta.

Io, speranzosa, sono come una noce.
Quando, nell’abbacchiare, il verde marcisce
rimane la ghianda da poter schiacciare
e soddisfare la tua fame.

 

 

 

 


Banalità


 Una delle preoccupazioni maggiori dei narratori, degli sceneggiatori, è quella di non mettere giù dialoghi banali. Si dà il caso, però, che nella vita reale i dialoghi siano spesso banali, niente di tutto ciò che si sente nei film o si legge nei romanzi. Certo, si realizzano film e si scrivono romanzi proprio per non copiare alla lettera la vita, per sentire -che so- da una coppia il dialogo che vorremmo per noi e che non ci viene mai bene. Alla fine magari lo scrittore gongola perché è sceso in profondità, noi ci deprimiamo e ci addormentiamo insoddisfatti. O vegliamo sognando.   

Isacchi, il Messner di Cisano

 



Sto rivivendo sul mio blog l'anno di naja a Malles, 1978-1979. Un amarcord che mi ha permesso di rincontrare virtualmente Pietro Isacchi (eccoci insieme al corso sci alpino al Tonale). Ebbene, il simpatico alpino di Cisano Bergamasco mi ha sorpreso, raccontandomi della sua carriera alpinistica, interrotta purtroppo anzitempo da un  grave incidente in moto. Pietro si può giustamente definire il Messner di Cisano, perché ha scalato il Cho Oyu (8201 m slm), al confine fra Cina e Nepal, il Nun Kun (7135) in India, il Muztagh Ata in Cina (salita e discesa con gli sci!), l'Alpamayo, un seimila sulla Cordillera Blanca in Perù, considerata dall'Unesco la montagna più bella del mondo (vedi foto), e questo solo per citarne alcuni. Moltissime le cime raggiunte sopra i quattromila, Bianco e Rosa compresi. Come già scritto, era in partenza per il suo secondo ottomila quando la moto lo ha tradito: 15 giorni in rianimazione, ferite che ancora oggi lo segnano. 

Non posso che complimentarmi con Pietro, alpino doc, onore del btg Tirano, sempre sulle cime! E presto andrò a trovarlo a Cisano, dove è proprietario della Pizzeria Tonallo.

mercoledì 27 gennaio 2021

Per Camilla e nonno Gianni


 Camilla, figlia di un mio amico,  con problemi di invalidità al 100%, e suo nonno Gianni, per poter uscire di casa hanno bisogno di un ascensore esterno, che ha un costo di 30.000 euro. La famiglia non è in grado di sostenere la spesa. Le sorelle di Camilla, Cecilia e Sara, chiedono un sostegno economico per poter coprire almeno in parte le spese. Per ogni informazione e per poter partecipare alla donazione:

https://www.gofundme.com/f/un-ascensore-per-camilla-e-gianni

lunedì 25 gennaio 2021

Il blog di Enea


 

Enea Biumi è un interessante personaggio della cultura varesina. Docente, narratore, poeta, musicista... Suggerisco la visione del suo blog: eneabiumi.blogspot.com

domenica 24 gennaio 2021

Un Mario da copertina



Gli Zanzi amano apparire in copertina...meglio, sono io che non le disdegno, ma so da chi ho preso: da mio papà Mario. Eccolo infatti presente sul Calendario 2021 di Asfarm-Centro Polivalente Anziani, la sua nuova residenza ormai da alcuni mesi. Scherzi a parte (ma c'è del vero, come è vero che tutti vogliamo un po' apparire, anche se con modalità più o meno esplicite) pubblico queste foto di mio papà perché ci tiene a ringraziare i molti che gli hanno fatto gli auguri via fb per il suo onomastico e a far sapere che sta bene, benché mascherato. Purtroppo per ora non si può andare a trovarlo.  

 

sabato 23 gennaio 2021

Auguri, Martino


 

Auguri, Martino, figlio di mia nipote Marta e di Fabio.

Il cammino è lungo ma la gamba è buona.

mercoledì 20 gennaio 2021

Auguri, mamma


 Oggi è Sant'Agnese. Felice onomastico a mia mamma Ines.

Per scrittori e lettori

                                                                    ph da google immagini
  

Ho recentemente scoperto un sito interessante per scrittori e lettori. Gli scrittori della provincia di Varese (in foto Michele Gazo) possono chiedere di far parte della 'squadra' e viene pubblicizzata gratuitamente la loro attività, mentre i lettori possono trovare notizie utili e scoprire nuovi autori.

Indirizzo: www.cvslibrionline.it

domenica 17 gennaio 2021

Il falò della verità

 Quest'anno niente falò di Sant'Antonio, solo una pira virtuale. Ripropongo questo mio raccontino, a me fa sempre sorridere...Ma sorrido un po' meno se penso al protagonista, allora sindaco di Varese, oggi -suo malgrado- in altre faccende affaccendato. Chissà cosa chiederebbe oggi al santo?


 

Il falò della verità

 

Il borgomastro di una ricca città del nord s’era vestito pesante, di lana e di flanella, sciarpa e scarponcini col pelo e una simil colbacco alla russa; barbetta lunga di tre settimane, mentre si avvicinava alla grande catasta di legna stringeva nella mano destra una grossa torcia fiammeggiante, nella sinistra un biglietto. Era lì convenuto per l’accensione del tradizionale falò di Sant’Antonio, un’usanza di quel borgo che vedeva in cerchio intorno alla collinetta il sindaco o borgomastro (per dirla alla nordica), il prevosto e altri notabili della città, fra i quali si distinguevano il capo degli organizzatori della pira (un ometto tutto bianco di capelli, di sopracciglia e pallido come una luna smorta) e una signora in età, con un mantello color porpora, a capo della Famiglia (con la F maiuscola) che si prodigava per tenere vive le tradizioni del luogo. La stretta via che infilzava la piazzetta era satura di cittadini, vogliosi di presenziare alla festa.

Era usanza lanciare nel fuoco biglietti recanti desideri, per lo più amorosi, nella speranza che il santo arrivasse dove fallivano la buona volontà, il fascino e i quattrini. Anche il primo cittadino aveva il suo breve scritto ma non chiedeva mogli, amanti o una botta di vita. Essendo prossime le elezioni di quella regione, domandava senza giri di parole che vincesse la sua parte, impegnata da tempo a far valere le ragioni del settentrione. Nella sua mente si figurava il sud come un diavolo che tirava il nord verso il basso, dentro il fuoco dell’inferno; o ancor meglio come una sanguisuga, che succhiava sangue ossigenato dal vento delle Alpi, ingrassava ai danni di un esangue settentrione, costretto a lavorare il doppio per sovvenzionare pigri fratelli, adusi a lunghe sieste pomeridiane, svuotati nelle forze da qualche grado in più di calore nell’aria. Mentre intingeva la torcia fra le cassette di legno lasciò scivolare il biglietto lì accanto, in attesa che bruciasse tutto, senza lasciare traccia delle sue speranze politiche, solo qualche brandello di cenere svolazzante nella rigida notte del sedici gennaio.

Avvenne un fatto inatteso: la fiamma attaccò subito ma il biglietto, avvolto dal fuoco, scappò fuori come per timore di scottarsi, si ritrasse intatto, volò, perse quota e finì proprio davanti allo scarponcino peloso del primo cittadino. ‘La fiamma avrà propiziato uno sbuffo’ pensò e si inchinò per raccoglierlo.

“Si sente male?” chiese la signora ammantata di porpora.

“Mai stato così bene” rispose lui. “Una gran bella festa. E il fuoco prende che è una meraviglia.”

Sant’Antoni dul purscèll… ghè da fidàss” disse la donna, nel dialetto del luogo.

Il sindaco rispose: “Già..l’è propri vera…” ma con la mente era al biglietto. Guardò. La prima facciata che lesse era la sua scrittura, tale e quale. Era già pronto per rilanciare il foglietto nel fuoco, quando notò che il retro non era intonso. Trasalì. Lesse.

‘Diavolo d’un borgomastro, cosa pretendi? Che un eremita egiziano quale sono stato io appoggi la tua secessione? O forse hai sbagliato Antonio, e pensi a quello da Padova, nato un millennio dopo di me? Certo, Padova farebbe comodo alle tue mire nordiste. Ma sappi che lui a Padova è solo morto, i suoi natali sono di Lisbona. Rispedisco dunque il tutto al mittente. E vota bene!’ 

Il sindaco traballò.

“Lei non la conta giusta. Stasera non mi piace. La cera non è buona. Torni a casa” disse premurosa la capessa della Famiglia.

“Sarà stato il vin brulè” disse il borgomastro, con il volto trasfigurato dalla gigantesca fiamma, che crepitava a pochi metri da lui.

 

Certi errori si pagano

                                                                                             ph da google immagini
 

Io lo so, lo so che qualche giornalista birbone avrà già preparato il 'coccodrillo' (o lo farà prossimamente) e, incurante del rispetto dovuto all'evento, attaccherà così: "Il prof. Alberto Zangrillo è clinicamente morto!"

Auguri, Carla

 


Felice compleanno alla mia amica Carla. Eccola in foto col marito Paolo (in questo 2021 quarant'anni di nozze!) nella zona del rifugio Firenze in Val Gardena. Sullo sfondo Sassolungo e Sassopiatto. 

venerdì 15 gennaio 2021

Auguri, Valentina


                                                                                                     ph cibi   1995

Felice compleanno a mia figlia Valentina

giovedì 14 gennaio 2021

Corsa al ribasso


 

E' inutile che facciamo tanti i fighi: la vita è una corsa al ribasso. Crisi di governo, coronavirus, mal di spalla....e allora si abbassa l'asticella, ci si accontenta, si guarda a chi sta peggio, si evita di osservare chi sta meglio...Corsa al ribasso, in discesa non perché più facile della corsa in salita, anzi...perché si va in giù rispetto alle nostre aspettative. Si è 'costretti' a farlo.

E' inutile che facciamo gli americani, per i quali basta il duro lavoro e la tenacia, dare il massimo per vincere. 

La vita non è un film: inizia quando il film finisce. 

lunedì 11 gennaio 2021

Gioco


 

"Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l'adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di lui."

                                                                         Pablo Neruda

domenica 10 gennaio 2021

Auguri, Ilenia


                                                                                          ph angelo buttè



Felice compleanno alla mia ex alunna Ilenia. Ho pensato di dedicarle un breve post perché Ilenia fa parte di quel numero di miei alunni con i quali ho mantenuto un dialogo anche dopo le medie. Alcuni alunni sono riuscito a coinvolgerli in qualche mia iniziativa, come è il caso di Ilenia, ottima nello studio e nello sport. La foto risale al 30 marzo 2007, la ragazza stava tentando la carriera di attrice, venne a fare da presentatrice ad una serata dedicata al mio racconto 'Vicolo Canonichetta'. Oggi vive a Roma e fa soprattutto la mamma.

Auguri, Luigi


 

Nel giorno del suo compleanno, mi piace ricordare Luigi Orrigoni, Mister Tigros (in foto con la figlia Veronica). Varese deve molto a lui, non solo come imprenditore, ma anche come mecenate. Ha finanziato molti progetti legati soprattutto alla pubblicazione di libri, alcuni davvero preziosi. Il mio grazie è 'interessato' perché anche con me Luigi è stato generoso. L'ho fatto arrabbiare più di una volta, del resto aveva un carattere facilmente 'infiammabile'...poi con un sorriso tutto si sistemava. Ricordo i molti incontri alle Fontanelle, il suo quartier generale. E anche l'ultimo è avvenuto lì, quando gli proposi che era arrivato il tempo di pubblicare un libro sulla sua avventura. "Non c'è fretta...non c'è fretta" rispose a me e a Carlo Meazza, che mi aveva accompagnato. 

venerdì 8 gennaio 2021

Gli eclettici Toeplitz

 



Me li immagino Jozef Toeplitz e la bella consorte Edvige Mrozowska, lui banchiere lei attrice, esploratrice e scrittrice, camminare gaudenti nell’ampio giardino della loro villa ai barù di Sant’Ambrogio Olona, fra il 1914 e il 1938 (quando Giuseppe morì), accogliere ospiti altolocati, raccogliere frutti, serviti da uno stuolo di camerieri, giardinieri, autisti…Ma ci aiuta in questo sforzo della memoria -e un poco anche dell’invidia per tanto ben di Dio- il varesino Bruno Belli. L’umanista, critico letterario e musicale, non nuovo a simili regali, ne ha confezionato un altro per chi ama la conoscenza approfondita (non solo per sentito dire) del passato. La novità è un libretto di 74 pagine. Titolo: ‘Villa Toeplitz di Varese: espressione d’eclettismo tra vita ed arte’. Il volumetto, con foto in bianco e nero, esce grazie alla sensibilità dell’Associazione mazziniana di Varese ‘Giovanni Bertolè Viale’, che ha sponsorizzato la pubblicazione di 150 preziose copie numerate. Io sfoglio la numero 34, a partire dall’indice. Si attacca con alcune considerazioni sull’epoca e sui soggiorni in villa a Varese, si prosegue con la descrizione dei personaggi principali, e cioè di Jozef e Jadwiga (italianizzati in Giuseppe ed Edvige), polacchi benestanti, innamorati della perla delle Prealpi, della Garden City. Ampia è poi la descrizione della loro proprietà, cioè della villa e del parco. Il tutto corredato da abbondanti note e dalla lunga bibliografia. Una storia che parte nel 1905, quando la famiglia Frey fece edificare l’abitazione, attorniandola con un grazioso giardino, che prosegue con la nuova proprietà, gli Hannensen (e siamo nel 1913), che si consolida l’anno successivo, 1914, con l’arrivo dei Toeplitz, che quella villa e quel parco amplieranno, abbelliranno, rendendolo favoloso. Morto il padrone, qualche anno dopo, siamo nel 1945, la proprietà passerà ai fratelli Mocchetti di Legnano, per arrivare all’ultimo acquisto, quello ben fatto del comune di Varese, che nel 1972 aprirà al pubblico la tenuta. Tutto il resto potrete leggerlo acquistando il volume (prenotazione via mail cirovar1949@libero.it). Qui aggiungo solo una breve nota personale. Mio padre Mario, classe 1926, ancora ricorda quando la bella padrona invitava, non so quante volte l’anno, i bimbi della scuola elementare ‘Canetta’ ad una merenda in villa, e allora il ragazzino strabuzzava gli occhi di fronte a tanta meraviglia.  


giovedì 7 gennaio 2021

Auguri, Silvia

          
                                                                                                     ph attilio aletti



Felice compleanno a mia nipote Silvia.

mercoledì 6 gennaio 2021

Ciao, Pino


 E' morto Pino Marzocchi, quasi cent'anni, bisnonno dei miei nipotini Tommaso e Sofia. Una vita intensa e laboriosa, tanto affetto intorno a lui. Ciao, Pino.

lunedì 4 gennaio 2021

Bruno Ravasi

 

                                                                                               ph vivi papi



Il 4 gennaio del 1978 moriva l'architetto, artista, uomo di cultura varesino Bruno Ravasi. Mio zio. Fratello di mia mamma Ines. Credo che Bruno Ravasi meriti un ricordo (e sono grato a Paola Molinari che lo ha già fatto sul gruppo La Varese nascosta) perché amava Varese e per la nostra città ha speso le sue energie, il suo tempo, la sua creatività. La città gli ha dedicato, anni fa, il largo che si trova vicino alla chiesetta di Santo Stefano a Bizzozero, luogo di culto che vide Ravasi promotore appassionato del suo restauro. 



sabato 2 gennaio 2021

Auguri, Michela

 


Felice compleanno alla mia ex alunna Michela, ottima cestista, qui ritratta alla mia ultima Festa dello Sport Vidoletti, giugno 2018.

venerdì 1 gennaio 2021

Tiziano svelato

                                                                                           foto google immagini



Ho visto un interessante documentario su Amazon Prime Video, la vita di Tiziano Ferro, 40 anni non facili, bullismo, problemi di bulimia, alcolismo...Merita di essere visto. Tiziano intorno ai vent'anni pesava 110 kg ed è stato vittima di bullismo per molto tempo. La musica lo ha aiutato parecchio. Consideravo che ho avuto una grande fortuna, non per mio merito: di fronte a ragazzi che venivano presi di mira per il loro aspetto fisico o le loro difficoltà psichiche ho sempre preso le distanze, non mi sono mai unito al gruppo. Mi sono trovato per carattere dalla parte della vittima. 
          

Demoni


                                                                                                ph da internet



"Nessuno mi fa fare qualcosa che non voglio. E' una mia decisione. Quindi il mio più grande demone sono io. O sono il mio miglior amico o il mio peggior nemico."

                                                        Whitney Houston