domenica 27 febbraio 2022

Un triplo applauso a Stefano


 

Triplo applauso al varesino Stefano Magnini, portacolori della Varese Atletica. Ieri, ad Ancona, ai Campionati italiani assoluti di atletica leggera indoor, ha strappato una meritata medaglia di bronzo nel salto triplo, nonostante i suoi 34 anni. Classe 1988, Magnini ha un personale di 16.55 all'aperto e di 16.08 al coperto, risultati ottenuti qualche anno fa. Eccolo a destra, durante la cerimonia di premiazione. 

Auguri, Alessandro


 

Felice compleanno a mio nipote Alessandro detto Alle. Eccolo con suo padre Cesare detto Cè. 

Alè ad Alle & Cè!

sabato 26 febbraio 2022

Daniele Zanzi, il signore delle camelie



 




Grande festa floreale questo pomeriggio, sabato 26 febbraio, nel parco delle Ville Ponti a Biumo Superiore. Grazie alla collaborazione della Camera di Commercio, Daniele Zanzi, fondatore e anima della FitoConsult ha potuto far festa per i 40 anni della sua impresa, fiore all'occhiello della Città Giardino, anzi (come dice lo Zanzi) della 'Città in un Giardino'. E cosa ha regalato Daniele alla sua amata Varese? Quaranta piante di camelia, una per ogni anno di attività della FitoConsult. "E ogni anno ne pianteremo una nuova" ha detto l'agronomo ai molti presenti. "Sì, la camelia, una pianta bellissima, ogni giardino di Varese ne possiede una. Una pianta che annuncia la primavera, oppure, nella sua specie invernale, che resiste fiorita anche in inverno. Una pianta dai molti colori, che ama la potatura, dai fiori stupendi." Ecco allora l'elenco delle 40 camelie donate alla città, tutte diverse: rosso, rosa, bianco, sfumata, variegata, screziata...Particolare brillìo negli occhi di Zanzi alla presentazione (lui, grande tifoso del Milan) della varietà Night rider, rosso-nera, appunto (vedi foto in alto). Melius abundare quam deficere, quindi omaggio a tutti i presenti di una pianta di camelia.
Le Ville Ponti da oggi hanno un bosco di camelie: grazie a Daniele, ai suoi figli (che ora collaborano con lui), a tutti gli operatori della FitoConsult. Varese è sempre più green.

venerdì 25 febbraio 2022

Attenti ai settantenni


 

Se non ricordo male, Vladimir Putin è del '52, quindi quest'anno compie settant'anni. Bisogna stare attenti ai sessanta-settantenni. Perché? Perché in genere sono ancora in buona salute, qualche acciacco ma non troppo debilitante; buona salute ma la consapevolezza che resta loro poco tempo, la morte s'avvicina, è prossima, potrebbe essere imminente, quindi bisogna giocarsi le ultime carte. Ecco i colpi di coda, i tentativi in extremis, gli ultimi treni che si prendono: uno, in pensione, fa nuove esperienze, rischia qualcosa perché adesso o mai più...Sarà anche il caso di Putin? Avrà azzardato, con il pensiero che per passare definitivamente alla storia avrebbe dovuto fare qualcosa in più? Qualcosa di eclatante?

La paura della morte rende tutto lecito.   

Auguri a Giovanna e Adriano


 

Felice anniversario di nozze agli amici Giovanna e Adriano, grandi camminatori.

giovedì 24 febbraio 2022

Nuova mail

 Il mio nuovo indirizzo mail è:

c.zanzi56@gmail.com

Dove il mondo finisce


 


In questi giorni, segnati dalla follia della guerra fra Russia e Ucraina, evocare la fine del mondo può persino far pensare a qualcosa di possibile. In realtà qui per fine del mondo si intende la Patagonia, estremo sud dell'Argentina, raggiunta nel 2005 da Lorenzo Franchini e una ventina di amici, in sella ad una Vespa. Viaggio di 5000 km, 1800 dei quali su strade sterrate (simili a quella che si vede nella bella foto di copertina), da Buenos Aires  al sud del mondo, dove (appunto) la terra finisce.

Avventura che è stata riassunta e raccontata con abilità nel libro 'Dove finisce il mondo - In Vespa lungo la Ruta 40', volume presentato ieri in Sala Moselli alla Civica Biblioteca di Varese, nell'ambito degli interessanti 'Incontri con l'autore'. Insieme a Franchini un altro vespista varesino doc, Alberto Albert Bortoluzzi, che ha intervistato il motociclista, classe 1963. "Mai avrei pensato di fare un viaggio così in Vespa" ha raccontato Franchini. "Passione che era iniziata male. A 18 anni ho comprato la Vespa ma allora per avere il patentino non si facevano guide, vi era un esame solo teorica sulla segnaletica stradale. Quindi sono salito in moto per la prima volta con la Vespa nuova di zecca e dopo 4 km ero già a terra." Inizio stentato, acciaccato, ma 25 anni dopo ecco Franchini programmare l'avventura. "Prima del giro in Argentina del 2005 mi ero già allenato in viaggi sia con la Vespa che con una moto di enduro, vacanze - memorabile una all'Isola d'Elba - e tour per l'Europa. Certi percorsi non si improvvisano, ma pur con una buona organizzazione gli imprevisti non sono mancati." 

Sono molti gli appassionati che amano sedersi su uno scooter (e la Vespa è lo scooter per eccellenza, insieme alla Lambretta), i vespisti più o meno per caso. Molti quindi apprezzeranno il libro di Franchini, che li condurrà, emozionati e forse desiderosi di imitarlo, dove finisce il mondo.   

martedì 22 febbraio 2022

Disilluso


La pandemia se ne sta andando ma non ha insegnato nulla. Non ha fatto capire che siamo fragili, bisognosi di aiuto reciproco. Non ha portato a mutamenti di ideali, di logiche politiche, di interessi. Infatti sta tornando la guerra. Guerra, cioè interessi economici, voglia di potere, vendette, rivendicazioni territoriali, nazionalismi, la legge del più forte, il dio denaro. 

In questo sono disilluso: la guerra c'è sempre stata e sempre ci sarà.

Mantengo la speranza nella capacità di cambiare in meglio del singolo. E' possibile la conversione personale, una 'piccola' rivoluzione...difficile ma possibile.  
 

La poesia di Arnaldo


 






ph carlozanzi



Questo breve sole

di gennaio

che bagna di luce

le nuvole.

Questo breve viaggio

dei pensieri

che accende di vento

le parole.


febbraio 2022    

Arnaldo Bianchi

lunedì 21 febbraio 2022

Bravi sì, fessi no


 

'Bravi sì, fessi no!': questa è la prima frase che mi viene in mente, se penso all'iniziativa varesina del monopattino-sharing. Già era stata fatta la prova con le bici gialle, ora abbiamo i monopattini azzurri abbandonati un po' qua un po' là per le vie della città. E' Varese una città maleducata, mentre in altri luoghi i monopattini sono rispettati e usati correttamente? Non credo. In ogni luogo c'è una minoranza maleducata, e qui non ci vogliono poi molte persone, basta una decina di 'incivili' che si mettono d'accordo: dajee al monopattino!!! Non vale la pena passare per fessi, immaginare le risate di chi si fa beffe di buone intenzioni ecologiche e viabilistiche. 

Ritiriamo i monopattini, prima di trovarcene un paio nell'Olona o nel Vellone!  

Troppe foglie e rami


 

Passata la prima Cappella del Sacro Monte il bordo strada della via asfaltata, salendo a destra, è stracolmo di foglie e  pezzi di rami secchi. Il canale che serve a contenere l'acqua piovana è del tutto ingombro. Fra poco arriveranno i monsoni prealpini e allora scenderanno i fiumi verso la città. Quel canale va pulito...ma non dopo le grandi piogge varesine.

Marisa e Raffaella

 

Paolo Pozzi è un mio amico alpino. Classe 1935, abbiamo (oltre al cappello alpino) altre cose in comune: l'amore per la montagna, l'amore per la poesia dialettale... Lui se ne intende assai di dialetto bosino ma anche di dialetto friulano, perché sua moglie Marisa è una profuga istriana. Ammiro e stimo chi, come Paolo, è costretto a subire il torto della morte della moglie e soprattutto della figlia. La moglie di Paolo, Marisa, è morta nel 2015 a 76 anni, la figlia Raffaella è morta nel 2021, e di anni ne aveva 52. Un destino ingiusto e drammatico, per chi lo subisce in prima persona e per chi osserva impotente e affranto. Paolo ha scritto una poesia in dialetto friulano, dedicata alla figlia Raffaella. Eccola:  


 

 

 


Raffaella

 

Quanto dolor che dentro al cor me provo

 nel vederte si tanto sconsolada

 per el mal duro, tristo, e ancora novo

 che Te devi sopportar...tant malamente

 che la stria té fa lusir i oci...

E iò te vardo... e no  podo fare gnente!

 

Voraria che anime lontane

te desse aiuto, e a forza

de farte superar queste dosane

de male ore che te se lege in viso.

Anco se ti te provi, con gran sforso,

méterghe sempre l’ombra de un suriso                            


ore 16,52 -28 .12.2020 -Vedasco

 


Erano i miei auguri per il nuovo anno, ma ho avuto il coraggio di consegnargliela solo il 26 marzo 2021, e ai primi di aprile le ultime sue parole a me furono  “papa guarda se sono fioriti ciliegi...”