lunedì 21 febbraio 2022

Marisa e Raffaella

 

Paolo Pozzi è un mio amico alpino. Classe 1935, abbiamo (oltre al cappello alpino) altre cose in comune: l'amore per la montagna, l'amore per la poesia dialettale... Lui se ne intende assai di dialetto bosino ma anche di dialetto friulano, perché sua moglie Marisa è una profuga istriana. Ammiro e stimo chi, come Paolo, è costretto a subire il torto della morte della moglie e soprattutto della figlia. La moglie di Paolo, Marisa, è morta nel 2015 a 76 anni, la figlia Raffaella è morta nel 2021, e di anni ne aveva 52. Un destino ingiusto e drammatico, per chi lo subisce in prima persona e per chi osserva impotente e affranto. Paolo ha scritto una poesia in dialetto friulano, dedicata alla figlia Raffaella. Eccola:  


 

 

 


Raffaella

 

Quanto dolor che dentro al cor me provo

 nel vederte si tanto sconsolada

 per el mal duro, tristo, e ancora novo

 che Te devi sopportar...tant malamente

 che la stria té fa lusir i oci...

E iò te vardo... e no  podo fare gnente!

 

Voraria che anime lontane

te desse aiuto, e a forza

de farte superar queste dosane

de male ore che te se lege in viso.

Anco se ti te provi, con gran sforso,

méterghe sempre l’ombra de un suriso                            


ore 16,52 -28 .12.2020 -Vedasco

 


Erano i miei auguri per il nuovo anno, ma ho avuto il coraggio di consegnargliela solo il 26 marzo 2021, e ai primi di aprile le ultime sue parole a me furono  “papa guarda se sono fioriti ciliegi...”

 

 

 

 

 




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