martedì 31 maggio 2016

Il mio Dio - 17



Nel settembre del 1978 partii per vivere l’esperienza militare, a Merano e poi a Malles Venosta. Lasciavo a casa una ragazza e tanti amici. Ricordo che appena arrivato a Merano, per il CAR, chiesi notizie del cappellano militare, e mi indicarono una piccola villa. Lì incontrai don Bruno Pontaldo, un don davvero speciale,  l’opposto di don Angelo, caratterialmente parlando. Una volta la settimana celebrava la Messa nel suo salotto: un tavolino, un bicchiere, acqua, vino e qualche pezzo di pane. Eravamo in quattro gatti, dentro una caserma con migliaia di reclute alpine. Proprio in quel periodo don Bruno, grande amante del canto e della musica, fece nascere il Coro della Brigata Alpina Orobica, ma io venni escluso perché partivo per Malles. Nel piccolo paese della Val Venosta la Messa era principalmente in tedesco, ma ogni tanto c’era anche la Messa in italiano. Feci amicizia con alcuni giovani della locale comunità parrocchiale, e con i pochi alpini che manifestavano pubblicamente la loro fede in Dio. Ricordo che spesso, in caserma, cercavo luoghi appartati per scrivere lettere e per pregare. Fu un anno non facile, ma la preghiera e la vicinanza degli amici della Comunità Shalom mi aiutarono. Vissi la licenza ordinaria, cioè una decina di giorni, con la comunità a San Martino di Castrozza. Nel mese di settembre del 1979 tornai da Malles, desideroso di iniziare la mia carriera di prof di ginnastica e di continuare la mia avventura con la Shalom.   

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Fano



Sarò lontano da Varese per qualche giorno, in vacanza a Fano. Se ci sarà campo darò segnali, altrimenti nessuno ne soffrirà. Ciao ciao.

Il mio Dio - 16



Don Angelo Morelli –bisogna riconoscerlo- credeva molto nella ‘sua’ comunità Shalom e ci metteva ogni energia per animarla, soprattutto sotto il profilo spirituale. A qualche anno dalla sua nascita, dopo la metà degli anni Settanta, don Angelo pensò di far nascere il cosiddetto Gruppo Voti, un gruppo ristretto che avrebbe preso ancor più sul serio quell’avventura ecclesiale, facendo un voto speciale ogni mese. Data la mia crescente passione verso la Shalom, entrai presto anche in questo gruppo. Ancora ricordo molto bene la formula che si recitava, nell’incontro che si teneva di solito la domenica mattina, dopo la messa della nove al Lazzaretto: ‘Io…..faccio voto per questo mese della mia purezza e del servizio all’oratorio e alla comunità, ad onore della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Maria Santissima e San Celso, patrono dell’oratorio, mi aiutino a mantenere questi santi propositi. Amen.’
Devo ammettere che ripetere oggi questa formula, a distanza di tanti anni, stante la mia attuale condizione spirituale, mi fa un certo effetto, che non saprei bene come definire. Per certo allora vivevo questo momento con grande intensità, ci credevo, l’autorità aveva un peso considerevole nelle mie scelte.

La foto risale alle vacanze invernali a Livo, nel 1976. In quegli anni nacque il Gruppo Voti Shalom. Non avevo alcun dubbio su Dio, il mio impegno, il mio servizio mi costava fatica (era sempre una lotta contro il desiderio di ‘divertirmi’) ma insieme mi gratificava. Capivo che don Angelo e gli amici apprezzavano la mia crescente dedizione a quell’ideale cristiano.  

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lunedì 30 maggio 2016

Auguri, Rossella



Felice compleanno alla mia amica Rossella. Il 25 giugno del 1975 apparve sul quotidiano varesino La Prealpina questa foto, a corredo di un servizio sulla piscina della Schiranna. La sedicenne Rossella (a destra) è immortalata con la sua amica del cuore. Questa foto fu molto apprezzata da noi ragazzi, suoi amici della comunità Shalom. Rossella era arrivata in quel gruppo parrocchiale l'anno prima, sempre insieme alla sua amica del cuore. In fondo sono passati solo 41 anni.  

Il mio Dio - 15



Questa immagine è della vacanza Shalom in Val Gardena del 1976: i miei vent’anni. La pubblico perché dietro a me c’è proprio don Angelo. E allora, dopo aver sottolineato nel precedente post alcuni suoi limiti caratteriali, ora mi sento di ringraziarlo perché devo soprattutto a lui (e alla mia famiglia) il mio grande amore per le dolomiti e la montagna. In quegli anni, il tempo delle nostre vacanze in Val Gardena e poi a San Martino di Castrozza e ancora in Val Gardena, il don corse anche alcuni rischi, accompagnando un così numeroso gruppo di giovani su sentieri niente affatto agevoli, convinto che quell’esperienza di vita comune potesse rinsaldare la nostra amicizia e farci incontrare Dio nella natura. Inoltre questa foto ha per me un valore particolare. Gli anfibi neri che ho ai piedi qualche giorno dopo si sarebbero distrutti causa una mia caduta nella discesa dal rifugio re Alberto verso il rifugio Vajolet. Una caduta spettacolare, frutto della mia imprudenza (scendevo di corsa), che avrebbe potuto causare a me ben altri guai, oltre agli scarponi rotti. Se esiste un angelo custode, quel giorno lo costrinsi a lavorare.     

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Auguri, Umberto

                                                                                         ph carlozanzi


Anche se manca ancora un'oretta al 31 maggio, domani non avrò tempo quindi anticipo. Felice compleanno al mio amico (nonché marito di mia figlia Valli e padre di mia nipotina Rebecca Zoe) Umberto detto Bu! Uomo dai molti talenti, ha saputo scegliere con oculatezza ciò che davvero conta, e cioè la squadra del cuore: l'Inter! 

Il mio Dio - 14



Dal 1975 al 1978, mentre cresceva la mia affezione verso la comunità Shalom, aumentavano le mie ore di studio e di pratica, come studente all'Isef presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano. Essendo alla Cattolica, avevamo anche l'esame di morale. Il prof. era don  Arrigoni, un prete sportivo, provetto sciatore, che ci propose come testo 'Ipotesi su Gesù', mi pare per tutti e tre gli anni, o per due, visto che il noto bestseller di Vittorio Messori uscì in prima edizione nel 1976. Ricordo che la lettura fu interessante, anche perché lì si parlava di ipotesi, non di certezza su Gesù. La fede in Dio come scommessa. Un primo passo verso l'invasione del dubbio? Non so, il libro in ogni caso non mi sconvolse la vita. Fui forse più colpito dalla presenza di non pochi studenti di Comunione e Liberazione, in particolare ammiravo una mia compagna di corso e amica, Carmen Giussani (un cognome che, per un ciellino, era un segno premonitore), che viveva la sua fede in modo assolutamente radicale.    

La copertina di Fabio



Per solito il destino dei libri fotografici è quello di essere 'ammirati' subito, sfogliati e apprezzati, poi vengono riposti in libreria e lì restano, magari per anni, raccogliendo polvere. A parte il fatto che questo 'Meteore su Varese' non è solo un libro fotografico, desidero con calma coccolarmelo un po', gustarlo, conoscerlo, anche perché non pochi fotografi non li conosco. Ecco un'occasione per fare qualche amicizia. Comincio dunque proprio dalla copertina, perché la foto scelta da Alberto Bortoluzzi, questa Varese vista dal Sacro Monte, è stata scattata da Fabio Maruti, un fotografo a me ignoto. Classe 1965, di Gavirate, scopro che ha molta pazienza e predilige le foto panoramiche. Aspetta ore ed ore prima di scattare.  Qui colpisce soprattutto l'effetto dei fumi dei camini, credo illuminati dal sole al tramonto. Ricordo che il libro, al prezzo di 28 euro, si trova nelle librerie varesine e al Castello di Masnago, dove si può visitare la mostra fotografica.

domenica 29 maggio 2016

L'ora del codice?



Organizzato dall'Associazione Genitori Vidoletti e da Codeng, è in programma lunedì 30 maggio, ore 18, aula magna Vidoletti, un incontro dal titolo intrigante: 'L'ora del Codice'. E che sarà mai? Si tratta di un movimento globale, presente in 180 nazioni e che ha coinvolto decine di milioni di studenti. Per Varese l'esperta è Derval O'Neill, che insegna questa per me nuovissima materia alla Manfredini e che ha inventato il metodo 'Codeng Varese-Learn to Code, practise your English'. Io sarò impegnato negli scrutini, sempre alla Vidoletti, ma chiederò lumi su questa novità. 

Il mio Dio - 13




La Shalom diventava sempre più un luogo ‘bastante a se stesso’, che si arricchiva di persone e di attività, riempiendo le prospettive di un futuro giovanile. C’era la Messa della Shalom nella piccola chiesa del Lazzaretto, da animare con i canti, le letture... C’era una corale, che provava il sabato sera, per anni diretta da mia mamma Ines. C’erano gli spazi sportivi, persino un torneo di pallavolo, sfide a calcio e a basket, gli incontri formativi, le opere di carità, le iniziative benefiche (penso ad esempio alle raccolte carta…), c’erano i più piccoli da ‘curare’ in oratorio, soprattutto in estate, gite, vacanze comunitarie estive, momenti musicali (ecco in foto l’edizione 1976 del Befanino d’Argento, con presentatori il sottoscritto e l’amica Rossella), un complesso dell’oratorio, un giornalino….per farla breve, oltre alla scuola (e per i più grandi già il lavoro) esisteva solo la Comunità, luogo privilegiato dell’incontro con Dio e con i fratelli. E un po’ privilegiati cominciavamo a sentirci, fortunati e ‘protetti’ da quell’incontro con un prete e tanti amici. Nascevano ovviamente (e per fortuna) amori, che non potevano permettersi granché in quanto a spazi di intimità. Il tutto era rinviato all’avvenire matrimoniale. E c’erano gli impegni spirituali, rispetto ai quali don Angelo era assai esigente e bacchettava i renitenti. La direzione spirituale, ad esempio: obbligatoria, cadenzata, e se non si rispettavano i termini il don si presentava con l’agendina, richiamando all’ordine. Del Gruppo Voti parlerò più avanti. Era chiaro il concetto: l’autorità, cioè il don, era stato messo lì da Dio, era un segno potente della Sua benevolenza nei nostri confronti, quindi ciò che l’autorità decideva, per il nostro bene, andava rispettato. Don Angelo era un’autorità ‘lunatica’, non sempre esplicita nelle sue richieste, che manifestava apertamente le sue crisi personali, facile al cambio di umore, che sosteneva noi ma insieme andava sostenuto dalla forza del gruppo. Per certo in quegli anni aumentò la mia, la nostra pazienza, virtù essenziale per sopportare gli sgambetti della vita, allora assai promettente.

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Passata la festa....



Di solito si dice: 'Passata la festa, gabbato lo santo...'...la festa dell'inaugurazione di 'Meteore su Varese' è finita, ma la 'festa ' continua...Mostra aperta sino al 31 agosto. Il Castello di Masnago vi attende.




La propria città di origine è una sorta di madre, a volte capita di litigarci ma alla fine, indipendentemente dai suoi pregi e difetti, le si vuole bene. Il bicentenario della nascita di Varese è allora il momento giusto per dedicarle un tributo. In questo caso un tributo speciale, perché corale. Un tributo che ha coinvolto 102 persone con immagini e testi, per cercare di darne una visione a trecentosessanta gradi sia del passato, che del presente.
Vediamo ora come si è sviluppato questo progetto. Vista la vastità del nostro territorio, si è cercato di restringere l’aria di interesse ad alcuni luoghi simbolo: la città, il lago e il Sacro Monte, cui è stato annesso il Campo dei Fiori, per motivi orografici ma soprattutto per la presenza dell’Osservatorio Geofisico Prealpino, che si desiderava facesse parte di questa iniziativa.
Qualche curiosità ora su come si è sviluppato questo lavoro del quale ho avuto il privilegio di essere l’ideatore e il coordinatore.
Per quanto riguarda le immagini, si è sviluppato prevalentemente su Facebook, con una galleria aperta a tutti, professionisti e no, dove le immagini ritenute interessanti erano pubblicate giornalmente in un ‘work in progress’.
Per i testi, redatti da giornalisti, personaggi di spicco, imprenditori e da chiunque avesse spunti di rilievo da proporre, sono stati individuati argomenti interessanti e insoliti, con unico comune denominatore: quello di suscitare emozioni.
Il titolo invece: METEORE SU VARESE fa pensare alle tante stelle presenti in questo progetto, sia come autori che come protagonisti, e alla luce che hanno saputo irradiare qua e là su importanti momenti di vita varesina.
Spero che sfogliare questo libro e leggerne i preziosi contributi possa essere un valido stimolo per il futuro per creare una città ancor più bella. 


Hanno partecipato per testi e immagini:

Claudio Aletti, Dino Azzalin, Antonio Bandirali, Marco Barbieri, Vanni Belli, Stefano Benvegnù, Lisa Berg, Sabrina Bignardi, Gaetano Blaiotta, Riccardo Blumer, Floriana Bolognese, Maurizio Bonetti, Maurizio Borserini, Alberto Bortoluzzi, Arturo Bortoluzzi, Emilio Bortoluzzi, Giuseppe Bortoluzzi, Claudio Bossi, Maniglio Botti, Claudio Bozzini, Antonio Bulgheroni, Francesco Caielli, Franco Canziani, Walter Capelli, Donato Carone,Claudio Castiglioni, Cesare Chiericati, Mario Chiodetti, Mirko Costantini,Giuseppe Cozzi, Emiliano Crespi, Elena Danelli, Mauro della Porta Raffo,Gabriele di Nardo, Attilio Fontana, Giovanni  Nello Franchi, Lorenzo Franchini, Antonio Franzi, Alberto Frigo, Roberto Genuardi, Pasquale Gervasini, Robertino Ghiringhelli, Ernesto Giorgetti, Marco Giovannelli, Valerio Crugnola, Marco Guariglia, Gianni Ilardo, Matteo Inzaghi, Giorgia Ivone, Vittorio Keleuyan, Alberto lavit, Mario Leutner, Massimo Lodi, Luigi Manco, Vanessa Martini, Fabio Maruti, Stefano Matta, Paolo Mazzo, Carlo Meazza, Enrico Minazzi, Angelo Monti, Gaspare Morgione, Guido Nicora , Romano Oldrini, Laura Orlandi, Ettore Pagani, Dario Paini, Giuseppina Panza, Raffaele Parasci, Enrico Maria Pavesi, Jacopo Pavesi, Eugenio Pigato, Claudio Piovanelli, Rosy Pirola, Andrea Plebani, Antonio Pontiggia, Eligio Pontiggia, Umberto Pozzi, Francesca Ranza, Riccardo Ranza, Michele Riva, Giulio Rossini, Fabio Santini, Sandro Sardella, Enrico Scaringi, Franco Segre, Stefano Simeone, Roberto Sivieri, Gigi Soldano, Gianni Spartà, Suore Romite del Sacro Monte, Greta Tamburini, Sergio Tenderini, Carla Tocchetti, Emanuele Toscano, Antonio Triveri, Maurizio Turato, Marisa Turri, Pier Fausto Vedani, Carlo Zanzi, Daniele Zanzi, Paolo Zanzi.





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Il poema di Andrea e Riccardo



Causa malferme condizioni di salute e altre incombenze familiari, ieri sera ho dovuto rinunciare alla 'prima' del poema sinfonico 'Una notte a Punta di Mezzo', scritto dall'organista e compositore Andrea Gottardello. Omaggio a Varese e al Campo dei Fiori. Io non ho mai passato una notte su alla Punta di Mezzo del Campo dei Fiori, ma a volte ci sono arrivato nel buio, con la torcia luminosa, per fotografare l'alba. Direttore d'orchestra il mio ex alunno Riccardo Bianchi, soprano Mariachiara Cavinato, figlia della mia compagna di liceo Graziella Buzzi. Insomma, un poema in musica con alcuni miei amici, ex alunni...Ho sentito in video solo l'ultimo minuto, un finale travolgente. La basilica di San Vittore era colma. Molto bene. Auguro a chi compie l'ardua scelta di vivere di musica e per la musica, in particolare a Riccardo e ad Andrea, di poter continuare in questa avventura. Bravi!

Il mio Dio - 12




Nel 1975 iniziai a scrivere un diario personale, partenza della mia ‘carriera’ di scrittore, che oggi mi aiuta a rivivere quel tempo. Fra le prime cose scritte, ecco un richiamo alla minivacanza Shalom a Livo (foto), che descrivo come un bellissimo momento di crescita nell’amicizia. Se ripenso a quel tempo, non trovo alcun dubbio su Dio, sulla sua esistenza e sul fatto che la Chiesa cattolica (incarnata per me soprattutto nella comunità Shalom) sia il luogo della mia crescita e della mia vita. Trovo (leggendo nel diario e nella mia memoria) soprattutto la richiesta a Dio, nella preghiera, perché mi aiuti a superare i miei limiti caratteriali, soprattutto egoismo, chiusura in me stesso. Trovo nella preghiera la richiesta di aiuto a capire i miei sentimenti, a trovare il coraggio per scelte definitive (il lavoro, la ragazza…), ad accettare le indicazioni dell’autorità (cioè don Angelo) anche se a volte incomprensibili. Trovo l’obbedienza ad una scelta di servizio verso gli altri, di attenzione agli altri, così in contrasto con la mia voglia di pensare ai fatti miei. Dio diventava l’aiuto per aderire ad una linea di condotta che appariva troppo esigente, rispetto a ciò che noi potevamo notare al di fuori del cancello dell’oratorio ‘Molina’. In quegli anni 1975-1976-1977 la mia fede venne poi messa alla prova dalla malattia di mia mamma Ines e da un problema di salute mio, ampiamente descritto nel citato diario verde. Una sofferenza familiare e personale che entrava con violenza nella mia vita, insinuando i primi dubbi e le prime, assai velate proteste verso il Creatore.

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sabato 28 maggio 2016

Alberto ce l'ha fatta

                                                                                             ph carlozanzi

Apertura in grande stile questo pomeriggio, sabato 28 maggio, al Castello di Masnago, per la mostra 'Meteore su Varese', pensata, coordinata e infine portata a compimento da Alberto Bortoluzzi, che aveva in animo di festeggiare alla sua maniera i duecento anni di Varese città. Alla sua maniera, cioè con un progetto ambizioso e collettivo, un canto corale alla bellezza e al positivo della Città Giardino, canto in foto e testi scritti. "Perché criticare è facile" ha detto oggi un emozionato Albert, "mentre ho pensato che descrivere il bello di Varese sia importante per il suo futuro." Presenti il sindaco Attilio Fontana, l'assessore alla cultura Simone Longhini, presenti molti dei fotografi e narratori-giornalisti coinvolti nel progetto. Mario Chiodetti ha letto uno dei testi, quello di Emilio Bortoluzzi. E poi taglio del nastro, visita alla mostra e rinfresco, con abbondanti libagioni. Tornerò sull'argomento, perché la mostra resterà aperta tutta l'estate. 
Bravo Albert! 

Serata dei Talenti


Questa sera, sabato 28 maggio, ore 20.30, palestra della Vidoletti
SERATA DEI TALENTI
Alla Vidoletti i talenti non vengono sotterrati!

Il mio Dio - 11



Amo mettere dei paletti, appuntare delle date significative, e allora ora rimarco in rosso e blu il 1974, per svariati motivi, che hanno a che fare anche con Dio, l’argomento di queste mie parole scritte. Se ripenso soprattutto alle due vacanze estive in Val Gardena della Shalom, 1974 e 1975 (foto), duramente guadagnate con lavoretti estivi, non posso non notare un crescendo di affezione verso questa comunità giovanile…e non solo per la presenza delle ragazze, e soprattutto di una. Il venir meno a poco a poco dell’illusione di diventare un campione dello sport trovò in quel tempo il conforto di una nuova idealità, che andava ad invadere il mio spazio di idealismo giovanile. Lo spazio dei sogni. Don Angelo, quel prete all’apparenza poco carismatico, stava diventando importante per me, aiutato in questo dal fatto che il gruppo di amici, sempre più folto, confortava i dubbi e regalava la forza di un’idea condivisa, di una partita da condurre insieme. E’ questa la straordinaria forza di un gruppo.  E come dieci anni prima, il ‘bravo ragazzo’ era ora pronto a mettere in pratica le indicazioni di quella comunità, che aveva regole, impegni, un servizio da compiere, una testimonianza da portare in parrocchia e fuori. Ed ecco tornare Dio. In verità non mi ero mai allontanato totalmente da Lui, ma ora si faceva largo, si imponeva. Ma sotto quale veste? Del dubbio, della ricerca, dell’approfondimento, della critica? Direi di no. L’incontro Shalom di approfondimento settimanale era soprattutto una meditazione della Parola di Dio e dei documenti della Chiesa. Si dava per scontato che noi fossimo una comunità cattolica, e si rimarcava il fatto che bisognava mettere in pratica quella ‘linea’, aderire con sempre maggior convinzione alla radicalità del messaggio evangelico, che imponeva attenzione agli altri e rinuncia di sé. Gli eventuali dubbi, tipo perché tante religioni, perché meglio i cattolici dei protestanti, perché tanti fratelli non credono e vivono bene, dimostrando un quoziente di umanità superiore a chi va in chiesa….tutto ciò non trovava spazio, e don Angelo si guardava bene dall’aiutarci a porci anche queste lecite domande e a trovare una risposta che non fosse preconfezionata. E su tutto e sopra tutto, il carisma dell’autorità….

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venerdì 27 maggio 2016

Il grande giorno



Ecco il fotografo e organizzatore di eventi Alberto Bortoluzzi detto Albert, con la sua creatura, il libro 'Meteore su Varese'. E' giustamente raggiante. Se volete abbronzarvi alla sua luce e insieme visitare la mostra fotografica da lui coordinata, nonché acquistare il volume, potete venire al Castello di Masnago oggi, sabato 28 maggio, dalle ore 17.30. Ingresso libero, rinfresco assicurato, ottimi vini, tanta bella gente e un Albert stellare! 

Il mio Dio - 10



Non ricordo se la vacanza estiva della Comunità Shalom del 1972, in Val Gardena (foto), per la prima volta ragazzi e ragazze insieme al Wolkenstein, me la pagarono i miei o se dovetti fare qualche lavoretto estivo per meritarla, ricordo che ci andai con più entusiasmo rispetto a quella a Rapallo, anche se l’ideale comunitario proposto da don Angelo Morelli era ancora una parola piuttosto astratta per me, preso dalle prime cotte e dalla passione sportiva. Ricordo invece con più particolari l’estate del 1973, iniziata molto male, cioè con l’esame di greco a settembre, meritato in prima liceo. Fu un duro colpo, una bella botta alla mia autostima, uno spazio di riflessione e di revisione della mia adolescenza. Niente vacanze in Val Gardena ma vacanze familiari in montagna, in Val Veny. Nelle foto di quelle vacanze compaio sempre con il viso tirato, in piena crisi adolescenziale, malinconico per natura e per necessità, visto lo studio che mi attendeva a casa (foto). In un certo senso avvenne ciò che era capitato dieci anni prima, con il passaggio fra la prima e la seconda elementare e la mia trasformazione da un bimbo monello ad un bravo ragazzino, obbediente e studioso. Là la goccia era stata una marachella combinata alla maestra di prima elementare, Buizza, punita con violenza da mio padre, qua un esame a settembre ‘ingiustamente’ appioppato (era il solo esame e avevo il 5 e mezzo di media!). Passai l’esame con un misero 6 ma la seconda e la terza liceo contribuirono al mio riscatto, che completai con un brillante 48/60 alla maturità, quarto della classe.   

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Mario & Bob


Festa ieri sera a casa di Gabriella, per i novant'anni di papà Mario. Presenti intorno al 'vecchietto' anche due cari amici di Mock, Bob Wall e sua moglie Christine. Bob, avvocato del Connecticut, classe 1958, aveva conosciuto Marco e la sua musica grazie al gruppo internet 'Acoustic Harmony', e da allora è fra i maggiori sponsor della PBB negli Usa. In vacanza in Italia, è venuto a trovare Gabriella, che lo ha ospitato e ha preparato anche la torta per il Mario. Mock era con noi anche grazie ad una sua canzone inedita, che Gabriella ci ha fatto ascoltare come regalo finale.

Il mio Dio - 9



Scritto degli anni del Liceo, torno al 1970 e a don Angelo Morelli, giovane coadiutore all’oratorio ‘Molina’ di Biumo Inferiore. A tre anni dal suo arrivo, dopo tre anni di studio del territorio e di analisi delle caratteristiche del curato, don Felice Guglielmetti, (noto nella zona per le sue simpatie verso il preconcilio e la rigidità dogmatica) don Angelo decise di fondare una comunità giovanile, unendo per questa esperienza –attenzione alla esagerazione!- ragazzi e ragazze, per solito divise nei due oratori. Maschi e femmine avrebbero avuto qualche momento insieme canonico e programmato: un incontro formativo la settimana, la domenica pomeriggio, una messa comune, le vacanze estive e qualche uscita. E così, proprio nel 1970, nacque la Comunità Shalom. Per la verità le prime due vacanze estive, quella del 1970 a Brigels e quella del 1971 a Rapallo, furono per soli maschi, e bisognerà attendere sino al 1972, in Val Gardena, per trovare ragazzi e ragazze insieme. Si entrava in Comunità, se non erro, in prima superiore, ma i primi anni io non frequentai più di tanto, perché la sera della riunione avevo l’allenamento in palestra alla Varesina. Ricordo che il mio caro amico Gigi Alberti, la mattina successiva all’incontro, andando insieme  a scuola mi faceva una breve sintesi di ciò che aveva detto il don, e ancora lo ringrazio quella sua dimostrazione di amicizia. Io non frequentavo più di tanto ma c’era mio fratello Guido che era infervorato in quegli anni, andò a Brigels, mi fu di esempio. Nel 1971 andai in vacanza a Rapallo (foto), su insistenza soprattutto di mia madre, che aveva probabilmente intuito una mia propensione alla chiusura. Di quella vacanza ricordo la ridicola spiaggetta di sassi, la faticaccia per salire all’alberghetto sulla collina, ma ricordo soprattutto i gustosissimi spaghetti al pesto; sono però convinto che quella vacanza abbia contribuito a non farmi allontanare da quell’ambiente, in anni cruciali per me.    

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Il mio Dio - 8

Gli anni 1970-1975 sono stati gli anni del mio liceo classico, al ‘Cairoli’ di Varese. Di primo acchito mi verrebbe da scrivere che la scuola superiore non ha in alcun modo contribuito a farmi appassionare a Dio, o disamorare di Lui. Forse sono un po’ troppo radicale o ricordo poco e male, ma questo è l’attuale quadro della situazione di quegli anni. Per ciò che riguarda il prof. di religione, quello cui spettava per ‘contratto’ di farmi conoscere meglio Dio, di avvicinarmi a Lui, il mio è stato Gianfranco Garancini (foto), mi pare per tutti e cinque gli anni. Allora studente in legge, o forse da poco laureato, il ricordo che ho di lui è il seguente: lui entrava  e parlava, chiarendo che chi voleva ascoltare aveva il diritto di farlo, chi non voleva aveva la libertà di ‘fregarsene’, conservando la decenza (nel rispetto della libertà altrui) di fare silenzio, o quanto meno un rumore soffuso. Parlava, parlava…la favella non gli difettava ma non è mai riuscito ad appassionarmi. Parlava di tutto un po’, era disposto ad assecondare le nostre richieste, ma non ho mai colto anche nei miei compagni un interesse spiccato per quegli argomenti. Del resto in quegli anni il mio dio era soprattutto lo sport, come ho già scritto in altra sede. Né posso dire che il prof di filosofia, il mitico Cesare Revelli, abbia contribuito ad avvicinarmi al mistero di Dio. Come pretenderlo da un comunista vecchio stampo? Non so nemmeno se ci ha spiegato Sant’Agostino e San Tommaso, ma se lo ha fatto certamente non si sarà soffermato a lungo, e lo ha fatto alla sua maniera. Non so, vista la mia dipendenza dalla trascendenza, forse qualcosa degli anni liceali è rimasta, a mia insaputa, fatto sta che forse ciò che ho in mente maggiormente –di religioso- è la ricerca su Ignazio Silone, realizzata in terza liceo. La lettura dei suoi romanzi, soprattutto ‘L’avventura di un povero cristiano’, non è passata come acqua sulla pietra, e Silone (“comunista senza partito e cristiano senza Chiesa”) forse qualche influenza in me l’ha avuta.     

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giovedì 26 maggio 2016

Papà Mario novantenne


E sono novanta, caro papà Mario. Avanti così!

Il mio Dio - 7



Nel 1967 arrivò a Biumo Inferiore, fresco di ordinazione sacerdotale, coadiutore di prima nomina, un venticinquenne proveniente da San Giorgio su Legnano: don Angelo Morelli. Ho rare immagini di quegli esordi: un giovane prete già con radi capelli, una Vespa, un sorriso stirato, un sacerdote che non metteva simpatia a prima vista. Di questo don Angelo parlerò diffusamente qui, perché è stato senza dubbio il prete che più ha condizionato anni decisivi della mia vita, del mio cammino religioso, soprattutto fra gli anni 1974-1984. Dieci anni cruciali, i miei 18-28 anni. Ma in principio, i primi anni, lo osservavo da una certa distanza, non influiva più di tanto sulla mia presenza in oratorio, dove andavo soprattutto per giocare a pallone. Non si parlava ancora, per me, di servizio all’oratorio e alla comunità. Salutavo con l’arrivo di don Angelo il precedente coadiutore don Vincenzo Cavenago e il suo mitico padre, il signor Luigi, che teneva un orto sulla collinetta del campo da calcio e ci sgridava urlando ‘animai! (animali!)’ quando ci beccava da quelle parti.  

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Greta d'argento



Medaglia d'argento per Greta Bulgheroni nel peso da 2 kg, con la misura di m 7.80

Il lungo salto di Camilla



Nel salto in lungo, Camilla Carlotti è arrivata seconda con m 3.64

4x100 super



Molto veloce la staffetta 4x100 delle ragazze Vidoletti, prima in 60"98, con Alice Alberti, Greta Bulgheroni, Emma Sommaruga e Camilla Carlotti. 

Alice delle meraviglie


Ottima prova per Alice Alberti, prima nei 60 in 9"00

Un ragazzo d'argento


Molto molto bene Federico Modesti, secondo nei 600 metri con il nuovo record Vidoletti: 1'52"76

Chiara d'oro



Molto molto bene Chiara Cottini, che ha vinto i 600 metri con il grande tempo di 1'57"46, nuovo record Vidoletti.

Primini Vidoletti




Come sempre, le gare di atletica leggera per i primini concludono, a Calcinate degli Orrigoni, la stagione sportiva scolastica 2015/2016. E come da tradizione, i ragazzi e  le ragazze Vidoletti hanno fatto bella figura. Bravi! 

mercoledì 25 maggio 2016

Il mio Dio - 6




Religiosamente parlando, gli anni delle scuole medie, cioè dal 1967 al 1970, non hanno molto da segnalare. Nemmeno ricordo il nome dei prof di religione, il che la dice lunga, sul carisma di quei sacerdoti ma soprattutto sulla mia ‘evoluzione’. Stando alla memoria del mia amico Dino Lorefice, un anno ci capitò un certo don Sangalli, parroco a Lissago e paesi limitrofi. In verità continuo con l’oratorio e con il catechismo domenicale, anche se in testa ho soprattutto lo sport e la pesca sportiva. Il chierichetto Carlo ha lasciato veste e cotta.  Ricordo quel catechismo. Alle 14.30 tutti in cortile, vicino alle scale che portavano alle aule di catechismo, divisi per classi d’età. Mezz’ora di dottrina e poi alle 15 in chiesa per la Compieta di don Felice Guglielmetti, il curato di Biumo Inferiore. Già più volte ho scritto (anche in forma narrativa) di quella Compieta meridiana, nel buio dell’antica parrocchiale, fra profumi d’incenso e parole italiano-latine, aneddoti che ci regalavano il buonumore, minacce di castighi divini, richiami alla sobrietà del corpo e alla vigilanza dell’anima. E proprio in quegli anni le mie prime disobbedienze, i primi scioperi verso Dio. Alle 15, dopo catechismo, attraversando la via, anziché prendere la via stretta della salvezza, io con altri inadempienti a volte preferivamo la via larga della ‘perdizione’, che voleva dire il bus verso lo stadio ‘Ossola’ (Varese calcio) e il Palazzetto Lino Oldrini (la grande Ignis di basket).  

6-continua

martedì 24 maggio 2016

Il mio Dio - 5




Il primo maggio del 1965, esattamente sedici anni prima del mio matrimonio, nella antica parrocchiale di Biumo Inferiore, ricevetti la Prima Comunione (foto). Ancora con rito preconciliare: in ginocchio alla balaustra. Il 2 giugno dello stesso anno, padrino Giuseppe Zanzi detto Pinin, fratello di mio padre, fui segnato col sacro crisma della Cresima (foto). Un anno santo per me, quel 1965. Allora si usava così, Comunione e Cresima nello stesso anno, quello della Quarta elementare. Delle solenni celebrazioni ricordo poco. Certamente mi preparai con scrupolo. Ero un bimbo devoto. A catechismo mi distinguevo per lo zelo e la buona memoria. Partecipai in quegli anni a qualche gara di catechismo, forse al seminario di Venegono. Mi pare si chiamasse ‘Concorso Veritas’. Ciò che ricordo della Prima Comunione è invece la vigilia: osservavo con ammirazione il vestito nuovo, giacchetta e pantaloni a mezza gamba, all’inglese, che avrei indossato per la cerimonia. Ma conservo anche un ricordo triste. Probabilmente proprio la vigilia della solennità ci fu una discussione (abbastanza frequente in quegli anni) molto animata in famiglia, una scenata con pianti e urla. Mi rivedo solo, vicino a quel vestito, in uno stato (allora frequente per me) di vittimismo: non era giusto che proprio prima della mia Santa Comunione la vita portasse quella tempesta familiare, così poco cristiana. Ed io mi coccolavo quel senso di ingiustizia, quell’essere vittima che –come sa chi lo ha provato- regala anche un malinconico piacere.

5-continua 

Capelli al vento

                                                                                               ph carlozanzi


Capelli al vento: piacere sommo. Sanno di giovinezza, di estati al mare, di corse in moto, di amori, di sogni. I capelli al vento nascondono sempre un po' di salsedine. Capelli al vento: rimpianto lacerante per chi i capelli non li ha più. Ciò che non sapevo è che si potesse gustare il piacere di lunghi capelli al vento già a due anni e mezzo. Ma ciò che ancor più mi ha sorpreso, è notare che già a due anni e mezzo si può desiderare di rivivere il tempo (assai breve) passato.

Fervono i preparativi

                                                                                               ph carlozanzi

Precettato come nonno, non ho potuto far parte del team che sta allestendo, al Castello di Masnago -agli ordini di coach Alberto Bortoluzzi- la mostra 'Meteore su Varese'. Portando la nipotina al Parco Mantegazza, ne ho approfittato per un sintetico reportage. Vernissage: sabato 28 maggio, ore 17.30. Da non perdere.

Il mio Dio - 4



Fra la prima e la seconda elementare, in quell’estate-autunno, cioè nel 1963, a sette anni, in me si è verificata una piccola-grande rivoluzione. Non so ancora se giudicarla positiva o negativa, certamente in quel cambiamento ho lasciato una parte di spontaneità, di ‘immediatezza istintiva’, e ho indossato i panni del bravo bambino. Le continue sgridate e anche le botte (diciamolo), ricevute dai miei genitori, hanno logorato assai presto la mia resistenza alla ‘bontà’, sicché cedetti e mi imposi che sarei stato obbediente, studioso, servizievole…E naturalmente Dio, la religione, la Chiesa venivano a rafforzare, a convalidare le raccomandazioni, i desideri di mio padre e di mia madre. La religione divenne un nuovo, potente spunto per essere buoni. Fu in quel periodo che scelsi di fare il chierichetto (purtroppo non ho nessuna foto con veste e cotta bianca). Di quel mio servizio alla Chiesa cattolica ricordo soprattutto la sberla ricevuta da don Umberto Zerbi durante una Messa alla Madonnina (avevo fatto cadere non so se l’acqua o il vino) e le sere invernali, passate ad accompagnare il sacerdote nella benedizione delle case. Sere che terminavano spesso (lato positivo del credere in Dio), grazie alle mance ricevute, con un lussuoso cono di panna montata e cannella (costo Lire 50), acquistato nel piccolo negozietto Brenna, a Biumo Inferiore. E fu in quel periodo che mia mamma, notando il mio cambiamento e il mio viso alla Domenico Savio,  si mise in mente che in fondo un figlio sacerdote sarebbe stata una grazia per tutti. E un degno futuro per me. Ipotesi che –ringraziando Dio- non ho mai preso seriamente in considerazione. Nella foto sono in seconda elementare, già ‘rinnovato’.

4-continua