lunedì 27 febbraio 2023

Felice per Pier


 

Caro Pier, sono felice per te, il mondo del giornalismo varesino, diciamo i tuoi amici dai 50 anni in su, ti stanno rendendo omaggio con ricordi e plauso alla tua professionalità, generosità….Stamani, leggendo l’ennesimo pezzo a te dedicato (quello di Mario Chiodetti su VareseNoi) ho pensato alla tua reazione, vedendo ciò che succede in questa landa prealpina. Naturalmente ho visto il tuo sorriso birichino e la tua ironia, la tua prontezza di battuta, che il tuo compare Gaspare avrebbe poi sintetizzato e valorizzato con un disegno. Cosa avresti potuto dire, oltre al sorrisetto? Che so: “Grazie, ragazzi...troppo buoni...Però queste cose avreste potuto dirmele anche in vita. Forse vi avrei pagato da bere!”

Credo che con Pier Fausto si sia incorsi nell’errore che si fa quasi sempre, che commettono anche marito e moglie: dar per scontato. E così, per svariati motivi, certi complimenti non si fanno in vita e li teniamo post-morte. Mi sbaglio? Forse sì, forse con Pier siamo stati generosi nel lodarlo anche quando camminava fra noi...Non so, io il mea culpa lo faccio. 

domenica 26 febbraio 2023

Nonostante tutto: forza Varese!


 

Ammetto tutta la mia debolezza di tifoso. Oggi ho disertato il ‘Franco Ossola’ per ragioni di temperatura esterna. Ma non ho certo abbandonato il  Città di Varese, seguendo le sue sorti tramite la diretta di VareseNews. Città di Varese-Desenzano, sfida decisiva per non retrocedere, ritorno di mister Porro in panchina e purtroppo, dopo il primo tempo, avanti il Desenzano 1 a 0. Accidenti. Ma non dovrà finire così. Forza Vareseeeeeeeee!

Nooooo…..0-2. Niente miracolo, niente resurrezione, una nuova, pesante sconfitta in casa. Si vede che le squadre, abituate a giocare in campetti di periferia, quando arrivano a Varese, nello stadio che ha visto il Varese battere la Juve 5-0, si mettono le ali, si gasano, spesso vincono.

Tenuto conto che io tifo Varese ed Inter, e che l’Inter oggi ha perso a Bologna 1-0, non posso che scrivere: che domenica di…..

Forza Varese!

Ciao Pier...Grazie


 


A mio avviso Pierfausto Vedani sapeva valorizzare le persone, soprattutto i giovani. Non aveva avuto figli, trovava tanti ‘figli’ nei lettori ma anche in chi amava scrivere, sognava di fare il giornalista e in qualche modo si trovava ad incontrarlo. Probabilmente (nel mio caso credo sia stato così) valutava più l’entusiasmo che i talenti, più la passione che l’abilità, e comunque dava una mano, metteva in contatto, incoraggiava, consigliava.

Il nostro incontro agli inizi degli anni Novanta. Lo vedevo spesso a Villa Cagnola, avevamo un amico in comune, Mons. Adriano Caprioli. Era il mio direttore spirituale, forse anche il suo. Pier era fra gli organizzatori di una serie di incontri sulle professioni. Venni a sapere che si trattava di uno fra i decani dei giornalisti varesini. Poi vennero le elezioni amministrative, dopo tangentopoli. Lo aveva chiamato la Dc per aiutare a realizzare uno stampato, capace di trovare parole e immagini convincenti, dopo il disastro dello scandalo. Lì ci incontrammo e notai la sua abilità nel mestiere. Seppi che era già in pensione ma che non aveva certo deposto la penna. E infatti lo ritrovai al settimanale ‘Luce’, dove teneva una rubrica, ‘Cara Varese’. Capitò che quella rubrica fosse nel taglio alto della pagina che anch’io occupavo, seguendo il Consiglio comunale. Lui il tetto, io stavo nel locale sottostante. Quando venne eletto il sindaco della Lega Raimondo Fassa si fece il suo nome come assessore alla cultura, non seppi perché non venne scelto, forse non era gradito al Carroccio. Comunque lo vedevo, oltre che al Luce, anche a Rete55, dove collaborava tenendo fra l’altro la rassegna stampa. Più volte ebbe parole incoraggianti rispetto alla mia cronaca da Palazzo Estense. Quando pensai di scrivere un libro su Roberto Maroni andai subito da lui per un parere, e lui mi disse che facevo bene. Molti anni dopo disse che fu un mio peccato di gioventù! Grazie a lui, che insieme a Max Lodi aveva fatto nascere il Premio Chiara, entrai in contatto con Gino Montesanto, che con lui era nella giuria del Chiara. E se Vedani tenne a battesimo e gratificò i miei primi passi da giornalista, Montesanto non mi tagliò le gambe come narratore. Nel 1994 venne a presentare la mia raccolta di racconti ‘L’ultimo nemico’. Eccolo nella foto, con Dino Azzalin, Luciano Frigerio e Annalina Molteni. In quegli anni andavo spesso a trovarlo nel suo appartamento di via Vela, conobbi la dolcissima moglie Maria Concetta. Un giorno (finivano gli anni Novanta), notando che avevo cominciato a collaborare con La Prealpina, mi disse: “Se ti propongono un’assunzione, accetta subito!” La proposta non venne mai, non credo avrei accettato, amavo troppo il mio lavoro di prof. di ginnastica, ma comunque mi avrebbe fatto piacere. Apprezzavo molto la sua vitalità, la sua voglia di scrivere nonostante il correre degli anni e la salute non sempre ottimale. Seguii la sua generosa collaborazione a VareseNews, eccolo in foto con il direttore Marco Giovannelli; anche lì ebbe modo di incoraggiare più di un giornalista, era aperto alle novità, disposto al dialogo. Sincero e generoso. Grazie a lui conobbi il suo caro amico Gaspare Morgione, che collaborò con la ‘mia’ Agenda Varese. E fu firma autorevole anche del Calandàri dra Famiglia Bosina, e proprio come coordinatore di questo annuario ebbi modo di sentirlo le ultime volte. Ha scritto sul Calandàri sino a pochi anni fa. Lo sentivo al telefono, il fiato sempre più corto, ma non così corto da non salutarmi con il suo classico ‘Ciao, pirata!’ Sì, lo diceva anche a me come a molti altri, sebbene non avessi alcuna caratteristica del pirata. L’ho sempre considerato un complimento, non so perché: di per sé un pirata non è propriamente un galantuomo.

Pur non essendo un varesino, si deve a lui la proposta, avanzata a Natale Gorini, di riportare in auge la figura di Re Bosino. Amava il nostro dialetto.

Che dire? Probabilmente la recente morte della cara consorte ha dato il colpo di grazia ad un uomo che si è trovato solo. E forse per lui è stata una grazia chiudere gli occhi per sempre: 90 anni sono una bella età, e lui certamente la vita l’ha vissuta a pieno. La fede in Dio certamente lo ha aiutato, e spero che aiuti anche me ad accettare la morte inevitabile di tanti miei amici più anziani. Mi ha aiutato ad avere fiducia in me stesso: grazie Pier.


Digiuno verde


 

Don Adriano ieri in predica ha suggerito, come digiuno quaresimale, anche un po' di rinuncia dalla dipendenza digitale. Al solo pensiero, a questo signore sono diventati i capelli verdi!

sabato 25 febbraio 2023

Giù la maschera



 siamo in quaresima...giù la maschera...ognuno cerchi la sua bellezza...

30 Carnevale bosino


 







Dopo tre anni di quaresima anticipata, cioè senza Carnevale in centro a Varese, senza carri e sfilate, in questo 2023, che segnava la trentesima edizione del Carnevale bosino, è tornata la festa, sebbene con qualche modifica. Non è stato facile per la Famiglia Bosina riprendere la tradizione, ma l’entusiasmo del regiù (mascherato ad arabo) Luca Broggini e dei suoi collaboratori hanno permesso di riunire un bel numero di gruppi, non molti carri allegorici (che sono rimasti posteggiati in piazza) ma soprattutto hanno radunato tanti varesini, lieti di lasciarsi andare alla innocua follia del Carnevale. E, come sempre, la gioia dei più piccoli ha ripagato le fatiche degli organizzatori. Il tragitto dei gruppi è stato ridotto rispetto al passato, il raduno si è concluso in piazza Monte Grappa, cuore di Varese, e non più in piazza Repubblica, ora occupata dal mercato. Il nuovo percorso e soprattutto la nuova collocazione hanno prodotto un certo assembramento nella ex piazza Porcari, dove fra l’altro stazionava il carro della Famiglia Bosina, carro che è stato il pulpito del tradizionale discorso alla città di Re Bosino (alias Antonio Borgato), che dopo aver riconsegnato le chiavi della città al legittimo proprietario (cioè al sindaco Davide Galimberti) ha detto la sua. Fra le autorità era presente anche il vicesindaco Ivana Parusin, e per il resto tutto come da tradizione: Pin Girometta (alias Loris Baraldi) a fare da presentatore, donne bosine in abiti tradizionali, e poi la premiazione del concorso mascherine, premiati i gruppi, qualche bimbo che ha smarrito i genitori (subito ritrovati), un malinteso con un gruppo che ha voluto riproporre la sua performance durante il discorso del Re e la constatazione (ma non  una novità) che il sud del mondo ha il Carnevale musicale nel dna, e lo si è visto nelle esibizioni dei gruppi, molti dei quali extraeuropei. A cominciare proprio dalle ballerine brasiliane, che aprivano la sfilata, subito dietro il vessillo della Famiglia Bosina. Un plauso agli organizzatori. 


Il discorso del Re


Discùrs dul Re Busìn par ul carnavàl 2023

 

Donn e tusàn, óman e fiö, gént da Varées,

di tücc i Castelànz, dul céntro e di paés:

Busìtt, mi va salüdi! L'è mia 'na busìa:

ma piàas pròpi da vèss in vòstra cumpagnìa

e fà 'n pù da baldòria cun tücc i 'mè busìtt,

sia giùin e sia vécc, sia grand che piscinìtt.

 

Finìi du la pandemìa 'sto gran turmént,

sémm finìi in 'na vàca da guèra, sachfurmént!

Ma incöö ancabèn in regìm da cunumìa

tütt i paür, tütt i arlìi gh'hèmm da trà vìa.

Ancabén ghe sìa ul busìlis d'ra energìa

pódum anmò divertìss in bóna armunìa.

 

Ul vòst Re Busìn 'l s'è truàa in dificultàa,

par i discüssiùn, ul malumùur süscitàa,

parchè l'è mia cumè 'na volta 'l carnavàal

e tütt i ròbb hinn stài ridótt a l'esenziàal;

bürucrazìa, sicürézza gh'hann un cóst:

i disgràzi hinn sémpar lì, prunt 'mè i tàul di òst!

 

L'ann passàa hinn stài cumpletàa di bèi laurà:

ul palaghiaccio, ul Bernascùn desquatàa.

Mundiài da canutàgg, ul dì dul Presidént,

hann dài lüstar al nòstar paés certamént.

Ma gh'hinn tànti àltar laurà, in gìir, a vèss sincér

e sa spécia da vidén sarà sü i cantiér.

 

Cambiamént da prugètt, tànta bürucrazìa

cumpeténz rimbalzàa, danée ca rìvan mìa.

Per vidé la caserma finìda, Diu vuréss,

che 'l Re Busìn 'l póda vèss anmò quéll da adèss!

Cerchée da fà 'n quaicòss, par piasée, vöri mìa

da vèss regurdàa 'n dì par quésta prufezìa!

 

L'è impurtant ca 'l 'sa tìra drizz e pésg che in prèssa,

parché di àltar ròbb da fà ghe n'è 'na rèssa!

Punt di staziùn, larg Flaiano, che cunfüsiùn!

Ul tràfich in Varées l'è sémpar 'n'ussessiùn.

La funiculàar, saràda sü da cinq ann

(patrimòni da l'UNESCO...): gnànca parlànn!

 

Sa pó mia dagh tütt i tòrt a chissessìa

se da nünch, chichinscì, gh'è 'n quaicòss che 'l và mìa.

Ann fa sa decantàva la nòstra cità

par cumè 'l sa pó vìiv e la sua qualità;

l'àltr'ann Varés l'è nàja püssée indrée,

in classifica, a dispètt di sò belée.

 

L'è véra che a Varés gh'hinn laurà e bundànza

g'ha naréss bè 'nca quésta! ròba da sustànza!

L'è pròpi véra: hinn mia tüsscòss i danée

quand àltar qualità dul vìiv hinn mia bun assée...

giuntàgh in sicürézza, ambiént e cultüra,

par la nòstra cità, l'è mia 'n gran vant, sücüra!

 

Dul Bobo Maroni sentirémm la mancànza:

omm istrüìi, irònich, a la man, da impurtànza.

Ma da gént d'ingégn e da bóna voluntà

ghe n'è sémpar, tra nost busìtt, 'na gran quantità.

Gent d'ra pulitiga: 'na volta fài i prumèss,

fö la pàja: di robb fài fée vidé 'l süccèss!

 

Pócch dì dòpu Natàal, un pù da nascundùn,

in Varés sun 'nài a vidé l'inlüminaziùn.

Bèla e mudèrna in di stràa dul céntro cità,

ma quéla di giardìtt m'ha lassàa stracüntàa...

Ul primm pensée a vidéla l'è stai trequàal:

và!, mò la festa da san Vitùr l'è a Natàal...

 

Chichinscì a vuré 'nà inànz, finissarìa pü

però sun già stai lungh, l'è méi taiàla sü

Mò finìssi, va lassi in bóna cumpagnìa

di vòst da cà, di amìis, e par finìi in legrìa

mi va 'l racumàndi: bevì 'n bicér da vin

a la salüüt vòstra e dul vòstar…

                                               Re Busin!

 

 


 

Discorso del Re Bosino per il carnevale 2023

 

Donne, ragazze, uomini, ragazzi, varesini,

di tutte le Castellanze, del centro e dei paesi:

Bosini, io vi saluto! non è una bugia:

mi piace davvero essere in vostra compagnia

e fare un po' di baldoria con tutti i miei bosini

sia giovani che vecchi, sia grandi che piccini.

 

Finita della pandemia questo gran tormento,

siamo finiti in una brutta guerra, accidenti!

Ma oggi sebbene in regime di economia

tutte le paure, tutte le ubbìe dobbiamo gettare via.

Sebbene ci sia il problema dell'energia

possiamo ancora divertirci in buona armonia.

 

Il vostro Re Bosino s'è trovato in difficoltà,

per le discussioni, il malumore suscitato

perché non è come una volta il Carnevale

e tutto è stato ridotto all'essenziale;

burocrazìa e sicurezza hanno un costo:

le disgràzie son sempre lì, pronte come le tavole degli osti!

 

L'anno scorso sono stati completati bei lavori:

il palaghiaccio, il Bernascone (campanile) liberato dai ponteggi.

Mondiali di canotaggio, il giorno del Presidente (della Repubblica),

hanno dato lustro al nostro paese, certamente.

Ma ci sono tanti altri lavori in giro ad essere sincero

e ci si aspetta di vederne chiudere i cantieri.

 

Cambi di progetto, tanta burocrazia,

competenze rimpallate, soldi che non arrivano.

Per vedere la Caserma finita, Dio volesse,

che il Re bosino possa essere ancora quello di adesso!

Cercate di fare qualcosa, per piacere, non vorrei

di essere ricordato un giorno per questa profezia!

 

E' importante che si tiri dritto e in fretta,

perché di altre cose ce n'è una quantità!

Ponte delle stazioni, largo Flaiano, che confusione!

Il traffico a Varese è sempre un'ossessione!

La funicolare, chiusa da cinque anni

(patrimonio dell'UNESCO): neanche a parlarne!

 

Non si può dar torto a chicchessia

se da noi, qui, c'è qualcosa che non va.

Anni fa si decantava la nostra città

per come ci si può vivere e la sua qualità;

l'altr'anno Varese è scesa più in basso

in classifica, a dispetto delle sue bellezze.

 

E' vero che a Varese ci sono lavoro e ricchezza:

ci mancherebbe anche questo! roba di sostanza!

E' proprio vero: non sono tutto i soldi

quando altre qualità del vivere non sono buone abbastanza...

rimetterci in sicurezza, ambiente e cultura,

per la nostra città, non è un gran vanto, sicuramente!

 

Di Bobo Maroni sentiremo la mancanza:

uomo istruito, ironico, alla mano, importante.

Ma di persone d'ingegno e di buona volontà

ce n'è sempre, tra i nostri bosini, una gran quantità.

Uomini della Politica: una volta fatte le promesse,

fuori la paglia, di cose fatte fateci vedere il successo!

 

Pochi giorni dopo Natale, un po' di nascosto,

in Varese sono andato a vedere l'illuminazione.

Bella e moderna nelle strade del centro città,

ma quella dei giardini m'ha lasciato attonito...

Il primo pensiero a vederla è stato tal quale:

va'!, adesso la festa di san Vittore è a Natale...

 

Qui a voler andare avanti, non finirei più

però son già andato per le lunghe, meglio tagliare.

Ora smetto, vi lascio in compagnia

dei vostri familiari, amici e per finir in allegria

io vi raccomando: bevete un bicchiere di vino

alla salute vostra e del vostro... Re Bosino!