giovedì 31 marzo 2022

La Praga di Maurizio Fantoni Minnella


 


                                                                                               ph carlozanzi


Il ventinovesimo libro di Maurizio Fantoni Minnella, varesino classe 1959, è stato presentato ieri, giovedì 31 marzo, in Sala Morselli a Varese. Si intitola 'In Praga - romanzo di una città' (Castelvecchi editore). Con l'autore erano presenti lo scrittore Antonio Armano e il giornalista Mario Visco. Se andiamo in quarta di copertina, scopriamo chi è Maurizio, un intellettuale che probabilmente i varesini conoscono meno di quanto meriterebbe: scrittore, critico cinematografico, saggista, studioso di letteratura di viaggio e di cinema documentaristico, filmmaker, fotografo, pubblicista, conferenziere...Ma la lista andrebbe avanti. Il 12 ottobre del 2021 è stato nominato Ambasciatore di Genova nel mondo, per il contributo da lui dato alla conoscenza della città ligure. E anche questa volta Minnella non si sofferma sulla sua Varese ma, cittadino del mondo, un po' apolide, forse troppo curioso per accontentarsi delle nostre Prealpi, eccolo arrivare a Praga.
"Conosco Praga da quarant'anni" racconta Minnella al nostro microfono. "Ci sono andato decine di volte, mi sono anche fermato un anno intero, insegnando letteratura italiana all'Istituto italiano di Cultura. Ci sono tornato di recente, dopo venticinque anni di assenza."
Ha quindi sentito il bisogno di ricapitolare questa sua esperienza in un nuovo libro.
"Sì, affronto un discorso a me caro, quello della cultura urbanistica. Il romanzo è diviso in tre parti: la Praga tardo comunista, quella che ho conosciuto la prima volta, nel 1982. Poi la Praga post-comunista, quella del governo Havel. Infine la Praga di oggi."
Il sottotitolo è 'romanzo di una città': in che senso romanzo?
"Il mio non è un romanzo in senso classico, in senso lato, è un romanzo che scrivono i personaggi, è una autorappresentazione dei personaggi, che sono tutti reali."
Quindi niente fantasia.
"La fantasia è tutta nella scrittura, nella lingua letteraria, una lingua attenta allo stile, che definirei molto poetico. E' una forma narrativa complessa, non romanzesca. Si potrebbe pensare che il mio sia un reportage sulla città, ma non è così: è un lavoro molto più letterario, da scrittore e non da giornalista. Io sono anche pubblicista, ma qui sono in altra veste, da scrittore." 
Come definirebbe la Praga attuale?
"Purtroppo Praga è diventata un luogo comune, cosa che Venezia, altra città che amo, non diventerà mai, nonostante i milioni di turisti. Il turismo di massa si è preso la città vecchia."

Pietro Arese al 'Bellorini'


 

Di ritorno dai recenti Campionati Mondiali di atletica leggera indoor di Belgrado, dove è arrivato ottavo nella finale dei 1500, Pietro Arese è tornato ad allenarsi al 'Bellorini' di Calcinate degli Orrigoni. Eccolo con un gruppo di promesse della Varese Atletica. Arese (che non è parente del grande Franco Arese, ma corre veloce come lui) è allenato da Silvano Danzi e fa parte del College del Mezzofondo dell'Università dell'Insubria.

mercoledì 30 marzo 2022

La poesia di Arnaldo


 

Tempo feroce

di Arnaldo Bianchi


Questo tempo feroce

e immacolato

nel medesimo istante

lacrime che dissetano,

come acqua di sorgente,

chi esule fugge

dalla terra addolorata.


30 marzo 2022

martedì 29 marzo 2022

E' tempo di guardare il cielo

                                                                                         ph valentina zanzi


Sì, è tempo di guardare il cielo. Ai primi di aprile, regolarmente, a Varese tornano le rondini. Guardate il cielo, soprattutto all'alba e al tramonto. Non resterete delusi.  
 

lunedì 28 marzo 2022

Una Regina a 12 euro


 

Chi è interessato ad avere una copia cartacea del mio blogbook 'Regina delle Prealpi - L'atletica leggera a Varese' a 12 euro può prenotarla qui:

c.zanzi56@gmail.com

338.6806423

Ciao Maurizio


 Ciao, Maurizio

domenica 27 marzo 2022

Alessandro Frè


 


Tante le presenze storiche l'altra sera in Salone Estense, alla presentazione della storia dell'atletica leggera a Varese. Ma la più storica di tutte corrisponde al nome di Alessandro Frè.

L'atletica Biumense, prima società di atletica leggera della città di Varese, nata nel dopoguerra come costola della Biumense calcio, era quattro nomi: il presidente Renzo Capanna, i factotum Alfredo Broggini e Alessandro Frè, l'allenatore Gianni Bellorini. Nella foto in alto siamo negli anni Sessanta, vediamo in piedi a sinistra Frè, al suo fianco Bellorini, seduto a destra Broggini. Dei quattro nomi, l'unico rimasto è Frè, che ci ha onorato della sua presenza. Classe 1937, capace nel 1954 di saltare in lungo 6.74 e di correre i 100 in 10"9, dirigente appassionato alla Biumense, ha rincontrato dopo decenni Cadonà, Pinzin, Bronzi, Cantoreggi, Balsamo, Gervasini...Un abbraccio commovente.

Peccato per l'assenza di Luisa Magnaghi, molto più giovane di Frè, prima donna tesserata alla Biumense.

sabato 26 marzo 2022

Una Regina di carta


Facendomi una gradita sorpresa, le mie figlie ieri sera mi hanno regalato una copia cartacea del mio libro 'Regina delle Prealpi - L'atletica leggera a Varese'. Come già ricordato in un altro post, il libro è un blogbook che può essere letto gratuitamente all'indirizzo: reginadelleprealpi.wordpress.com. Per gli amanti della carta stampata, è quindi possibile avere una copia cartacea (al prezzo indicativo di 12-15 euro) del libro di quasi 200 pagine, con foto. Chi è interessato lo può prenotare da me: c.zanzi56@gmail.com    338.6806423
 

venerdì 25 marzo 2022

Una Regina in Salone Estense


 





In tanti sono venuti ieri sera, venerdì 25 marzo 2022, in Salone Estense a Varese, perché in tanti amano l'atletica leggera, la Regina degli Sport. Buona accoglienza per la presentazione del mio blogbook 'Regina delle Prealpi'. Ha portato i saluti l'assessore alla Cultura del Comune di Varese Enzo Laforgia, per la Fidal il vicepresidente provinciale Carmine Pirrella, per il Coni Marco Caccianiga, sono stati premiati dall'assessore allo Sport del Comune di Varese Stefano Malerba i campioni Andrea Macchi e Marco Re Calegari, il cantautore Saul (accompagnato da Guido Zanzi e Marco Caccianiga) ha presentato 5 brani del suo nuovo album 'The Infinite Inside'. Un'ora diversa dal solito, fuori il buio di una dolce notte primaverile, in sala le calde luci che hanno accompagnato le strette di mano di vecchie glorie dell'atletica varesina e di giovani talenti. 
Un clima familiare, come piace  a me.   

Reginadelleprealpi.wordpress.com


 


Chi è interessato, può leggere gratuitamente il mio libro 'Regina delle Prealpi - L'atletica leggera a Varese' andando su un motore di ricerca (google...) e scrivendo: reginadelleprealpi.wordpress.com

Buona lettura

Da Fatima al Campo dei Fiori


 

Papa Francesco oggi ha pregato la Madonna di Fatima, perché finisca la pazzia della guerra. Questa non è la Madonna di Fatima, ma la Madonna del Campo dei Fiori. La guardo tutti i giorni. Prego tutti i giorni. 

Il picchio rosso maggiore

 



Come ho già scritto qui, non sono ancora riuscito a fotografare un picchio. Ho visto un picchio nero (il più grande) e anche il picchio verde (piccolo, caratteristico il suo canto che pare una risata), mai visto il picchio rosso maggiore, che ora mi arriva in regalo dal mio amico Lorenzo, compagno d'avventura nel Coro Vidoletti, ottimo fotografo. Era alla Rasa e dopo una lunga attesa, un adeguato teleobiettivo e parecchie foto mosse ("Continuava ad agitarsi" mi dice Lorenzo) è riuscito ad immortalarlo. 

Grazie Lorenzo. Ora tocca a me 'immobilizzare' un picchio.

Ci sarà anche il Mario


Purtroppo stasera, venerdì 25 marzo, alle ore 21, in Salone Estense a Varese, non sarà presente mio papà Mario, che nella foto (è il 1949, stadio di Firenze) sfreccia veloce e vincente in una gara di velocità. Classe 1926, non è più in grado di assistere alla serata, che gli avrebbe fatto molto piacere. Ma lui è presente: in copertina, all'interno del blog-book e nei miei pensieri. Devo anche a lui il mio amore per lo sport. Soprattutto a lui.

 

giovedì 24 marzo 2022

Elisabetta degli Oleari - Strega


 


Chiara Zangarini, docente e storica, nel 2009 ha scoperto il piacere della scrittura. Meglio, ha dato forma scritta ad una sua passione: scavare nel passato. E’ partita con le Confraternite di Varese, si è dedicata alle Leggende del Varesotto, ha poi approfondito i rapporti di Gianni Rodari con il nostro territorio, ha sommato molti titoli (sempre per Macchione editore), ma questa volta ha sentito il bisogno di scrivere un romanzo. Incontriamo la professoressa proprio alla presentazione in Salone Estense, a Varese, di questa sua nuova opera, ‘Elisabetta degli Oleari – Strega’. Con lei l’editore Pietro Macchione, il giornalista Mario Visco, l’attrice Serena Nardi e l’attore Pier Valerio Tognoli.

“Nel 2012, mentre andavo raccogliendo materiale per il mio libro sulle leggende del Varesotto” racconta la Zangarini “ho scoperto la storia delle streghe di Venegono, una vicenda che molti varesini non conoscono. Gli atti del processo alle streghe erano già stati pubblicati da Anna Marcaccioli Castiglioni, materiale essenziale per avvicinarmi a questa storia del 1500. Da qui l’idea di un romanzo storico, che mi ha impegnata tre anni, con ulteriori ricerche negli archivi parrocchiali e altrove, letture che mi hanno avvicinato alla vita del Cinquecento, soprattutto alla dura esistenza delle donne di allora.”

Quanta la fantasia e quanta la realtà nel suo romanzo?

“Da storica” precisa la scrittrice “non mi sono permessa di modificare una virgola degli atti del processo, anche se ho reso la sintassi adatta allo stile di un romanzo moderno. Ho invece elaborato la storia delle sette streghe, ma immaginando intrecci e avvenimenti verosimili. Teniamo presente il contesto: c’è la lotta fra Francesi e Impero per la conquista del Ducato di Milano, guerre fra Visconti e Sforza, fra i Castiglioni, alleati dei francesi, e i Pusterla, alleati dell’impero. C’è la miseria per la maggior parte degli abitanti delle nostre terre: fame, soprusi, scorribande dei mercenari, stupri e saccheggi.”

Eccolo allora questo romanzo. Si legge in quarta di copertina: “La mattina di venerdì 20 marzo 1520, alla porta della chiesa di Santa Maria di Venegono Superiore, viene affisso l’Avviso Generale dell’inquisitore, frate Battista da Pavia. Gli abitanti hanno tre giorni per denunciare ‘gli eretici’, cioè le streghe. Pena la scomunica e la perdita dei beni. Ci sarà indulgenza e perdono per tutti, solo se collaboreranno. Poche ore dopo si presentano al castello tre uomini. Sotto giuramento, depongono che Margherita e Caterina dei Fornasari, Maddalena del Merlo, Elisabetta degli Oleari e Tognina del Cilla sono streghe, malefiche e donne di malaffare. Sono giorni terribili. In paese si scatena la caccia alle streghe e ha inizio il processo…”

Il romanzo è un alternarsi fra la cronaca del processo e la storia delle streghe, in particolare di Elisabetta degli Oleari, colei che è considerata la principale imputata, e Caterina dei Fornasari. La scrittura è scorrevole e chiara come il nome dell’autrice, che ha saputo sintetizzare il notevole lavoro di ricerca dentro una storia che scorre veloce sotto gli occhi del lettore. Mi piace immaginare questo romanzo come la parte emergente dell’iceberg, che si regge sul grande corpo dello studio dei testi, invisibile sotto il pelo dell’acqua. E mi piace immaginare la sorpresa del lettore, nel leggere una vicenda incredibile avvenuta ai piedi delle nostre Prealpi, dove cinque secoli fa si condannavano al rogo, ad una morte atroce, donne desiderose di una vita felice, affamate di amore.  

 


mercoledì 23 marzo 2022

Tartan e nostalgia


 


Questa sera la pista in tartan del campo 'Gianni Bellorini' ha ospitato il mio test primaverile sugli 8 chilometri. Di per sé ho corso più chilometri sulla pista in Rubcor del 'Franco Ossola' di Masnago che a Calcinate, ma amo molto la pista che porta il nome del grande prof Bellorini (IL PROF) soprattutto perché lì ho accompagnato decine e decine di volte i miei alunni, per le gare distrettuali dei Giochi della Gioventù di atletica leggera. Ecco in foto la fase distrettuale ragazzi prima media della primavera 1991, una delle prime gare scolastiche nel nuovo impianto. Correndo questa sera rivivevo le tante gioie provate grazie ai miei alunni, rivedevo il loro impegno, la loro gioia e l'inevitabile delusione, sorrisi e qualche pianto. E quelle entusiasmanti staffette 4x100 finali...e sullo sfondo le Prealpi...innamorato come sempre della Regina delle Prealpi.

L'ultimo nemico di Gabriele


E' l'ultimo nemico di tutti...è stato l'ultimo nemico di Gabriele Gazo, e le consolanti parole di San Paolo sono state lette questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore, durante i funerali di Gabriele detto Lele. "L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte" scrive Paolo di Tarso, parola consolante per due motivi: la morte è un nemico, quindi con ciò scagiona Dio dal sospetto che abbia a che vedere con il passaggio finale; ma soprattutto la morte è annientata, come ha ricordato don Carlo, il celebrante, per noi che abbiamo sete di felicità, di eternità. 

Non è facile crederlo. E' consolante sperarlo.
 

martedì 22 marzo 2022

Ciao Gabriele


 

Gabriele Gazo era soprattutto amico di mio fratello Guido, classe 1954 come lui, ottimo giocatore di basket come lui. Infatti eccoli insieme alla fine degli anni Settanta, la squadra è la Hydra, il campionato non so quale fosse, Gabriele è il numero 12, di spalle, e sta bevendo (foto Antonio Quattrini). Io lo ricordo quando entrava in oratorio, a Biumo Inferiore, lui e il fidato amico 'Lotta', e qualche volta ci ho giocato insieme, in quelle partite di basket sul campo di cemento dove Cocquio giocava in giacca e cravatta, Pontiggia litigava sempre con mio fratello, Gabriele l'ho in mente come una specie di Rivera, quieto, non si scalmanava troppo, movimenti quelli indispensabili, però segnava.

Gabriele è morto, non aveva nemmeno settant'anni.

I funerali domani, mercoledì 23 marzo, ore 15.30, chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore. 

lunedì 21 marzo 2022

Grazie a La Prealpina


 

Grazie al giornalista Riccardo Prando e al quotidiano la Prealpina.

La canotta di Luisa


Ecco solo un piccolo esempio delle molte foto che potrete trovare nel mio blog-book 'Regina della Prealpi - L'atletica leggera a Varese' che verrà presentato venerdì 25 marzo, ore 21, Salone Estense, via Sacco, Varese. Questa è la canotta della prima ragazza tesserata per la Biumense negli anni Settanta, e precisamente di Luisa Magnaghi. Le gloriose canotte azzurre della Biumense, prima società di atletica leggera della città di Varese.

 

domenica 20 marzo 2022

Pesaro stoppa la corsa di Varese


 



Ogni partita ha la sua storia, e anche chi viaggia verso il fondo della classifica può dire la sua in un campionato di basket assai equilibrato. Pesaro ha detto la sua, a Masnago, stasera: eccome. Noi non abbiamo urlato, abbiamo steccato un po', privi di Ferrero e soprattutto di Keene. Pubblico numeroso e festante, la curva di nuovo vibrante, striscioni, ottime premesse, subito in cenere con un avvio spaccagambe della Libertas: 9 a 0 per loro. Del resto il nostro coach non cambia il quintetto d'esordio e Librizzi si trova a curare Delfino, che avrà pure 40 anni ma è grande il doppio. Entra Reyes, Woldetensae (che per comodità chiameremo W) mette una tripla e per fortuna recuperiamo un po': 17-21 dopo il primo quarto. Ce la possiamo fare. Si riparte bene: tripla di Reyes, ritripla di W, poi però l'ex Tambone ci punisce e quando finalmente scalda la mano Vene ci avviciniamo sino al 30-34. Poi la magia di Beane (foto): parte a razzo, vola come un falco e si abbatte sulla preda-canestro con una schiacciata che manda in visibilio il Palazzetto. Un gesto atletico che merita non il biglietto ma l'abbonamento annuale: 32-34. Pare fatta, ci si augura il tracollo psicologico di Pesaro. Andiamo al riposo lungo 36-40. Giro di boa: Beane pare in serata di grazia, subito una tripla assai probante, ma la Victoria Libertas (un nome che è una premonizione) non sta a guardare, ribatte con il lungo Jones e con le due guardie Lamb e soprattutto un ispirato Sanford. Sul 44-49 un errore clamoroso dei fischietti, che non puniscono un evidente sfondamento di Pesaro, ma come si sa San Giuàn fa mia d'ingànn e Pesaro fa 0 su 2 dai liberi. Potrebbe essere un altro momento favorevole per noi, il pubblico spinge la squadra ma in verità si attizza Sanford e si ammoscia W, che fa tre errori di fila, e quando sbaglia anche Vene mentre segna Lamb marchiando un 11 a 0 per gli avversari, per Varese suona la marcia funebre: 52 a 65 alla fine del terzo quarto. I più pensano: è finita! Ma c'è ancora un quarto e si può recuperare. Però non si parte bene, perdiamo una palla per errore da 24" e un'altra per passi di Reyes, poi il nostro coach  (che sa molte più cose di noi e avrà avuto le sue buone ragioni) tiene in campo Librizzi e lascia in panca Beane, Librizzi che deve curare Sanford, miglior realizzatore con 26 punti. Con tutto ciò a meno 4' dalla fine, canestro di Librizzi, siamo 69 a 76, teoricamente ancora in partita. Ma Beane non si alza dalla panca, Jones ci schiaccia in faccia, loro segnano e noi no e così finisce 76 a 87. Loro tirano con il 60%, noi con il 38%: tutto qui. Nessun dramma, i play-off si allontanano ma forse pensare ai play-off era un azzardo. Teniamo i piedi a terra. Abbiamo perso con Pesaro, magari si vince con Milano: chi può dirlo? Una cosa la diciamo con certezza: Forza Varese!

sabato 19 marzo 2022

Atletica e musica


 


Come è mia abitudine, ci sarà anche musica durante la presentazione del mio libro 'Regina delle Prealpi' venerdì 25 marzo. Saul, cantautore, presenterà alcuni brani del suo nuovo lavoro 'The Infinite Inside', accompagnato da Guido Zanzi e Marco Caccianiga.

Ecco chi è Saul:

Non si ferma la vena creativa di Saul Bertoletti, nome d’arte Saul. Dopo diversi progetti non ‘ufficiali’, ecco un nuovo cd, undici brani scritti (parole e musica) da Saul: ‘The Infinite Inside’. 

Ma rispetto ai precedenti lavori qui abbiamo almeno due importanti novità. La prima riguarda l’interesse che Saul ha suscitato verso l’etichetta discografica emiliana ‘Go Country Records’ che produce, pubblica e promuove un ampio spettro di musica americana, dall’Hillbilly & Roots Country al Bluegrass, dal Folk all’Americana

La seconda novità è che finalmente può partire il Tour di lancio del nuovo disco, con almeno tre date certe: il 27 novembre 2021, ore 17, al ‘Musicalbox’ di Besozzo; stesso giorno ma alle 21.30 al ‘Velvet Pub’ di Legnano e il 5 gennaio 2022, ore 21, a Castelleone (Cremona), da ‘Alice nella Città’. 

Il quarantenne cantautore luinese-scozzese (per oltre vent’anni è vissuto in Scozia) propone brani Folk-Rock e canzoni che richiamano con più convinzione il genere Folk-Country

Testi in inglese, musica di ottima fattura, grazie al contributo di Guido Zanzi (che è anche il produttore dell’album), Umberto Bellodi, Andrea Perino, Riccardo Cugnasco, Sara Mainardi, Gino Mancuso, Alessandro Grisostolo e Alessandro Pioppo e soprattutto di Mattia Manzoni che oltre a dare il suo contributo come tastierista ha curato il mastering finale.

Incontriamo Saul a Varese, presso i Toeplitz Recording Studio, dove sono stati registrati i brani, fra l’ottobre del 2019 e il gennaio del 2020. Detto del genere musicale, ci interessa capire soprattutto i testi, perché le parole sono nota fondamentale nel lavoro di Saul, che punta molto sul contenuto non solo musicale. 

‘The Infinite Inside’ spiega Saul, “l’infinito dentro…sì, il fil rouge di tutte le canzoni del mio nuovo album è l’infinito. La mia fonte di ispirazione è stata l’Infinito di Giacomo Leopardi, sono stato di recente a Recanati. Importante è stato anche l’incontro con Davide Rondoni e la sua lettura dell’Infinito leopardiano. Ho cercato di immaginare come tutto e tutti noi facciamo parte di una linea che ci unisce; dovremmo essere più critici su come spendiamo il tempo di queste nostre vite brevissime. L’album contiene anche riferimenti alla mia visione agnostica dell’infinito. Ci si può sentire parte di qualcosa di infinito, senza credere nell’al di là? Sì, perché nascita e morte sono piccolissime gocce nell’oceano dell’infinito.” 

Vediamo allora, in sintesi, il significato dei testi dei singoli brani.

“La prima traccia è ‘Weapons’ – Armi” spiega Saul. “Riprendo qui alcuni temi particolarmente sentiti, cioè la mia reazione all’era dell’informazione tecnologica. I social network sono come dare una pistola ad un bambino, possono distruggere la realtà in pochi secondi. La ricerca della verità è falsata, le opinioni sono ormai l’unica verità. Il secondo brano è ‘And I Woke’ – E Mi Sono Svegliato – una ballata introspettiva e un po’ autocritica. Mi è capitato di spendere le mie energie in cose apparentemente importanti ma che poi si sono rivelate futili e hanno distratto e dirottato la mia ‘missione’ alla ricerca di me stesso.

Abbiamo poi ‘Underclass of ‘92’, che è la traccia più amarcord dell’album. Parla dei miei vent’anni e della fortuna di vivere ancora il rock’n’roll come stile di vita, prima dell’era digitale. Il 1992 è stato l’anno dove la controtendenza UK ha cambiato la musica dance in rock, e vederla cambiare con gli occhi da teenager è stata quasi come l’esperienza dell’arrivo del rock negli anni ’60.

‘Greasy Surface’ - Superficie Oleosa - è una metafora che mi piaceva sviluppare: su una superficie oleosa l’acqua forma piccole gocce che non si incontrano, un po’ come le nostre vite; siamo connessi o è solo una sensazione e in realtà non ci si incontra mai?

‘Me, No One or Someone Else’, cioè io, nessuno o qualcun altro: è una riflessione sul nostro futuro. 

Quando andremo sotto terra, saremo solo un mucchio di ossa? Forse saremo davvero solo cibo per vermi. Dico nel testo: per dimostrare la mia teoria, vieni e scuoti la mia bara, il suono che sentirai saranno solo ossa marce.

Poi abbiamo la traccia che dà il titolo all’album, ‘The Infinite Inside’- L’Infinito Dentro. La domanda retorica nel ritornello “Come potrei? Giuro che sento l’infinito” si riferisce al fatto che la nostra spiritualità a volte è così forte che non riusciamo nemmeno a respirare, una forma di sublime che continua, come l’oceano o il vento che ci fa sentire parte di qualcosa di immenso. Si vivono due sensazioni: la vita è preziosa, ma nel contempo ci si sente vulnerabili.

Il concetto di ‘Quicksand’ – Sabbie Mobili - è un po’ questo: sii felice non solo per te stesso ma anche per gli altri, perché l’infelicità porta di solito ad essere crudeli e conduce gli altri nelle tue sabbie mobili dell’infelicità.     

Amo Shakespeare, il bardo ha ispirato il mio brano ‘To Thine Own Self’, sii vero con te stesso, frase che pronunciò Polonious in Hamlet. Cerchiamo di essere onesti almeno con la nostra anima. E siamo al brano numero nove, ‘The Circle of Neglect’, il circolo dei trascurati. Mi immagino un girone dantesco, persone trascurate sono in costante moto di poco amore per se stessi e non riescono ad uscirne, facendo del male a loro stessi e agli altri. Vivere la vita in modo coraggioso non è da tutti, molti preferiscono scendere a scomodi compromessi e poi sfogarsi con il prossimo. 

‘Afterlife’ - Vita dell’Aldilà - è una canzone ironica: le religioni puntano sull’aldilà, ma si dimenticano che la vita dell’aldiquà va vissuta e amata. 

Infine ecco ‘The Wind and the Crows’ - Il Vento e i Corvi - è un brano allegorico, il vento è simbolo dell’infinito, i corvi -secondo molte culture- rappresentano la precarietà della vita, quindi senti il vento come forma di eterno, e osserva i corvi come costante richiamo alla brevità del nostro esistere.” 

Vogliamo Franco Bragagna


 

Chi ama l'atletica leggera e la segue alla tele si sarà certamente accorto che sia agli Italiani indoor di Ancona, sia ai mondiali indoor di Belgrado (in corso questo fine settimana) manca la voce inconfondibile del telecronista Rai Franco Bragagna, noto per la sua memoria di ferro e la sua viva partecipazione alle vicende. Bragagna, già noto e apprezzato da anni, ha raggiunto il top con la telecronaca della magica doppietta Tamberi-Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo, una cronaca paragonabile a quella di 'bisteccone' Galeazzi, eventi che passano alla storia anche grazie ai commentatori. Ebbene: perché Bragagna non è al suo posto di lavoro? 

Vogliamo Bragagna!!!!!

venerdì 18 marzo 2022

Un Premio che non va di traverso



 Complimenti vivissimi al mio amico narratore Federico Bianchessi Taccioli, che ha vinto il Premio della Critica alla 4^ edizione del Premio letterario Milano International. Il libro premiato è la raccolta di racconti 'Parole di traverso' (Macchione editore), un libro intrigante, colto, per lettori dal palato fine.

Pedalare in Patagonia


 



Oltre 140 anni in due, due biciclette, un po' di pazzia, quasi due mesi a disposizione, il coraggio di affrontare la burocrazia (resa ancor più cavillosa dal Covid) e gli imprevisti di un'avventura memorabile: ecco gli ingredienti impastati dalla coppia Ferdinando Cortese-Nando Galasso che si sono avventurati in Patagonia, sulla Ruta 7 la Carrettera Austral, con tanta voglia di pedalare. L'idea è nata a Nando, Ferdinando ha detto sì, partenza da Linate il 3 novembre, ritorno il 20 dicembre, da Puerto Montt via in bici sino a Villa O'Higgins, quindi la Patagonia argentina al Chaltèn, per ammirare Cerro Torre, Perito Moreno, Fitz Roy, poi El Calafate e infine Buenos Aires. Detto così è tutto facile. Ma anche i due ciclisti minimizzano: "Se ce l'abbiamo fatta noi, ce la possono fare tutti!" Non è vero ma questa è la storia, filmata in un documentario (Patagonia controvento) e scritta in un libro da Ferdinando Cortese. Titolo: 'Patagonia:  note di un viaggio' Editore Fiab Varese-Ciclocittà.
Presenti ieri, giovedì 17 marzo, in Sala Montanari per il lancio ufficiale del ricordo scritto e filmato Ferdinando Cortese, Nando Galasso (da remoto, via internet), Stefania Radman (giornalista di VareseNews) e Leonardo Savelli (presidente di Fiab Varese). Pubblico numeroso, e fra questi la presidente della Commissione Cultura del Comune di Varese, Manuela Lozza.
Per poter vedere il video, procurarsi il libro (anche in formato digitale) prendere visione del sito di Fiab Ciclocittà Varese. Notizie anche sulla pagina Fb 'Patagonia controvento'.

Fra una settimana


 

Fra una settimana la presentazione del mio nuovo libro, del mio primo blog-book. Scusate se in questi sette giorni darò vari avvisi sulla serata, l'incubo della sala vuota è sempre una brutta compagnia. Inoltre, essendo la mia prima esperienza di blog-book, non vorrei ci fossero sorprese quando il lettore digitale aprirà il sito. Si sa com'è, un libro di carta non tradisce, la carta è carta, l'inchiostro è inchiostro...Tutto ciò che è rete impalpabile, etere letterario ha i suoi rischi. 

'Cenere organza' di Claudia Maria Franchina


 


E' stata presentata ieri, giovedì 17 marzo, in Sala Morselli alla Civica Biblioteca varesina, la silloge poetica 'Cenere organza' di Claudia Maria Franchina.

Nata a Vercelli, residente a Cuveglio, Claudia Maria ha una laurea in filosofia, presto ne avrà una seconda in letteratura e filologia, ama da sempre la scrittura, da un anno (complice anche un'esperienza dolorosa) si è avvicinata alla poesia.

"Questa silloge" dice la giovane poetessa "è dedicata alla mia vita, è un tributo alle passioni, anche alle più ardenti. E' divisa in due sezioni. La prima sezione, Trame, prende ispirazione dagli eventi più significativi della mia vita; la seconda, Altrove, è formata da piccoli quadri poetici. Si va dal verso sciolto, libero, sino alla metrica. Vi sono echi surrealisti e simbolisti. Fra i miei autori preferiti mi piace citare Marina Cvetaeva, Anna Achmatova, Gabriele D'Annunzio, Aleksandr Blok."


clicca sulle foto per ingrandirle 

giovedì 17 marzo 2022

1822-2022: da Ghiggini i Vexilla di Giulio Locatelli



                                                                         ph carlozanzi
    
 

1822-2022: duecento anni per la premiata ditta Galleria Ghiggini di Varese. Tutto cominciò nel 1822, appunto, quando il ventenne Eugenio aprì bottega in centro, piazza delle Oche (oggi piazza Marsala) per vendere colori, pennelli, cornici, vernici…ma si passò ben presto anche ai decori e agli stucchi delle ville nobiliari e borghesi, a Varese e a Milano. Dopo Eugenio Emilio, e dopo Emilio Achille, con pregevoli interventi di Artigianato artistico ad esempio a Villa Esengrini sul colle di Montalbano, a Villa Pirelli sul Poggio di Casciago. Solo un paio di nomi, lungo sarebbe l’elenco, successi e difficoltà, ad esempio sul finire dell’Ottocento, con Achille quasi intenzionato a chiudere bottega. L’amico Maciacchini lo rincuora e allunga un biglietto da lire 500, dicendo: “Me li ridarai quando potrai.” E così i Ghiggini vanno avanti, con cambi di sede: nel 1887 eccoli in via Broggi, nel 1924 in corso Vittorio Emanuele, Casa Veratti (oggi corso Matteotti 53). Achille e poi un altro Emilio e poi un altro Achille, classe 1926, colui che nel 1970, mantenendo la vendita di cornici, passa decisamente all’arte, con la prima mostra: in Galleria (nel ’70 era in corso Matteotti 44) espone l’artista Antonio Pedretti. Achille e al suo fianco Emilio, sì, un altro Emilio, classe 1953, con passaggio nel 1996 nell’attuale sede di via Albuzzi 17, e in aggiunta un’esperienza milanese, dal ’76 all’82, in via Sant’Andrea 8. Infine l’ultimo avvicendamento, di padre in figlia, Eileen, attuale gallerista alla Ghiggini. Ed è lei che ci accoglie e ci presenta la prima mostra del duecentenario, dopo oltre cinquant’anni di esposizioni, di nomi importanti, di artisti eccellenti, con grande disponibilità anche per l’arte giovane. E infatti è oggi in mostra personale un artista emergente, Giulio Locatelli, classe 1993, da Bergamo. Già lo avevamo incontrato durante la settimana del Design (foto), oggi lui non è presente ma risaltano i suoi colori, i suoi gagliardetti, i suoi vessilli, un lungo tappeto volante che già ha unito Bergamo alta con Bergamo bassa, appeso ad una delle sue torri a significare il desiderio di dialogo, di unione. E infatti proprio questo tappeto (Flying carpet) è frutto di un lavoro collettivo, fili di lana policromi che si abbracciano. I gagliardetti appesi alla parete, le piccole bandiere che si scambiano gli uomini di sport, con una stretta di mano, ancora una volta stanno a significare rapporto positivo, contatto, in questo tempo che tanto ha bisogno di abbracci. L’arte di Locatelli è contemporanea, non dimentica il presente, così ecco lo stendardo ‘Notwar’, davanti al quale posa Eileen Ghiggini (foto), una denuncia contro la guerra, il grigioverde militare per dire il contrario, che non la si vuole la guerra.

La mostra, con apparato critico del designer Andrea Ciotti, resterà aperta sino al 30 aprile. Orari: da martedì a venerdì 16/19, sabato 10/12.30 – 16/19. Greenpass obbligatorio. Galleria Ghiggini: via Albuzzi 17 – Varese.

Info: www.ghiggini.com