giovedì 10 marzo 2022

I cocci di vetro di Valeria


 


                                                                                      ph carlozanzi

Nuovo, interessante incontro letterario alla Sala Morselli della Civica biblioteca della città di Varese. Uno ogni giovedì, alle 18, ormai è un rito, una bella abitudine. Interessante, anche perché non è affatto facile incontrare una ragazza del '99 che ha già pubblicato due raccolte di racconti, 'La landa delle strane idee' e questa nuova, 'Cocci di vetro' (editore bookabook). La giovane varesina si chiama Valeria Franco, dell'età già si è scritto, maturità al liceo classico 'Cairoli', università nell'ambito della comunicazione e almeno mezz'ora al giorno ("Cerco di mantenere questo ritmo" ci dice) dedicata alla scrittura. Un'abitudine dell'infanzia, una buona abitudine, e se il buongiorno di vede dal mattino...Già, ma come è questo mattino? Di che scrittura si tratta? Racconti brevi, massimo dieci pagine, una ventina in questa raccolta, che ha alcuni temi costanti, un fil rouge che li accomuna: la morte, l'incomunicabilità. 
Non ci si deve affatto sorprendere che una giovane affronti tematiche così impegnative, esistenziali. E' più facile guardare in faccia alla morte quando è teoricamente vicina ma statisticamente assai lontana (come è più facile rapportarsi con una persona anziana quando la vecchiaia è remota). Quando l'età ci avvicina alla morte, la si scantona e si pensa a vivere. Valeria, intervistata questa sera da Elena Introini (che ha letto anche alcuni passaggi della prosa della Franco), ha dimostrato spigliatezza (e questo non depone a favore di uno scrittore, che dovrebbe essere 'incapace' di comunicare a parole orali) e profondità di pensiero, e invece questo sì è un buon viatico, soprattutto per una ventiduenne. Insomma, la stoffa ci pare buona ma è presto per giudicare. Il mattino è il mattino, poi c'è tutta la giornata da trascorrere, compresa la sera. Vedremo. Intanto mi pare che si possa investire qualche euro per questo libro, senza farci intimorire dalle tematiche scelte da chi è stata traumatizzata a 8 anni, per aver visto alla tele 'Profondo rosso' (confessione dell'autrice).

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