Chiara
Zangarini, docente e storica, nel 2009 ha scoperto il piacere della scrittura. Meglio,
ha dato forma scritta ad una sua passione: scavare nel passato. E’ partita con
le Confraternite di Varese, si è dedicata alle Leggende del Varesotto, ha poi
approfondito i rapporti di Gianni Rodari con il nostro territorio, ha sommato
molti titoli (sempre per Macchione editore), ma questa volta ha sentito il
bisogno di scrivere un romanzo. Incontriamo la professoressa proprio alla
presentazione in Salone Estense, a Varese, di questa sua nuova opera, ‘Elisabetta
degli Oleari – Strega’. Con lei l’editore Pietro Macchione, il giornalista
Mario Visco, l’attrice Serena Nardi e l’attore Pier Valerio Tognoli.
“Nel
2012, mentre andavo raccogliendo materiale per il mio libro sulle leggende del Varesotto”
racconta la Zangarini “ho scoperto la storia delle streghe di Venegono, una
vicenda che molti varesini non conoscono. Gli atti del processo alle streghe
erano già stati pubblicati da Anna Marcaccioli Castiglioni, materiale
essenziale per avvicinarmi a questa storia del 1500. Da qui l’idea di un
romanzo storico, che mi ha impegnata tre anni, con ulteriori ricerche negli
archivi parrocchiali e altrove, letture che mi hanno avvicinato alla vita del
Cinquecento, soprattutto alla dura esistenza delle donne di allora.”
Quanta
la fantasia e quanta la realtà nel suo romanzo?
“Da
storica” precisa la scrittrice “non mi sono permessa di modificare una virgola
degli atti del processo, anche se ho reso la sintassi adatta allo stile di un
romanzo moderno. Ho invece elaborato la storia delle sette streghe, ma
immaginando intrecci e avvenimenti verosimili. Teniamo presente il contesto: c’è
la lotta fra Francesi e Impero per la conquista del Ducato di Milano, guerre
fra Visconti e Sforza, fra i Castiglioni, alleati dei francesi, e i Pusterla,
alleati dell’impero. C’è la miseria per la maggior parte degli abitanti delle
nostre terre: fame, soprusi, scorribande dei mercenari, stupri e saccheggi.”
Eccolo
allora questo romanzo. Si legge in quarta di copertina: “La mattina di venerdì
20 marzo 1520, alla porta della chiesa di Santa Maria di Venegono Superiore,
viene affisso l’Avviso Generale dell’inquisitore, frate Battista da Pavia. Gli
abitanti hanno tre giorni per denunciare ‘gli eretici’, cioè le streghe. Pena
la scomunica e la perdita dei beni. Ci sarà indulgenza e perdono per tutti,
solo se collaboreranno. Poche ore dopo si presentano al castello tre uomini.
Sotto giuramento, depongono che Margherita e Caterina dei Fornasari, Maddalena
del Merlo, Elisabetta degli Oleari e Tognina del Cilla sono streghe, malefiche
e donne di malaffare. Sono giorni terribili. In paese si scatena la caccia alle
streghe e ha inizio il processo…”
Il
romanzo è un alternarsi fra la cronaca del processo e la storia delle streghe,
in particolare di Elisabetta degli Oleari, colei che è considerata la
principale imputata, e Caterina dei Fornasari. La scrittura è scorrevole e
chiara come il nome dell’autrice, che ha saputo sintetizzare il notevole lavoro
di ricerca dentro una storia che scorre veloce sotto gli occhi del lettore. Mi
piace immaginare questo romanzo come la parte emergente dell’iceberg, che si
regge sul grande corpo dello studio dei testi, invisibile sotto il pelo dell’acqua.
E mi piace immaginare la sorpresa del lettore, nel leggere una vicenda
incredibile avvenuta ai piedi delle nostre Prealpi, dove cinque secoli fa si condannavano
al rogo, ad una morte atroce, donne desiderose di una vita felice, affamate di
amore.
Grazie Carlo
RispondiEliminaE' un libro pubblicato da me e perciò mi limito a ringraziarti e a dire che la tua analisi va al cuore ('o vero) del libro e dei problemi che suscita.
Pietro Macchione
grazie caro pietro
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